venerdì 31 dicembre 2010

31.12.2010: poche ore prima del grande lancio

Mancano ancora poche ore, poi con un bicchiere di spumante  si brinderà all’arrivo del 2011, che segnerà la conclusione del primo decennio di questo terzo millennio. Sembra il classico scioglilingua, invece è solo un anno che va via e un altro che ci fa invecchiare. In attesa della fatidica mezzanotte ho fatto una lista, ma due sole cose vorrei buttare dal balcone della mia casa al secondo piano. Al primo posto la crisi che sta colpendo un po’ tutti i settori. Non c’è famiglia - a parte quelle dove c’è un dipendente pubblico stabilizzato - che non deve lamentare la provvisorietà e l’incertezza del domani.
Un mio vecchio amico all’inizio degli anni Sessanta, quando aveva da poco compiuto la maggiore età  (allora era fissata a ventuno),  vedeva al domani con prospettive diverse. “Pensa - mi dice - che appena eri diplomato con il massimo dei voti ti mandavano a chiamare le aziende per offrirti un posto di lavoro”. Invece adesso? La risposta già la conoscete, evito di darla. Ora in  Molise non è più sufficiente nemmeno il master per essere considerati. Sul fronte occupazionale sono cambiati i tempi, ma non in meglio dopo le prosperose stagioni delle cosiddette “vacche grasse”. Voglio buttare questa senso di desolazione che ho provato e che comprendo, tra quanti sono nelle condizioni di disperazione per sé stessi o per un figlio o un nipote senza lavoro. A chi è inserito in un contesto produttivo  consiglio vivamente di tenersi stretto il posto e di guardare indietro a quanti sbattano la testa perché ne sono senza. Per seconda cosa voglio buttare le promesse dei politici. Li conosco e li frequento da tempo tanto da aver imparato a diffidare di loro.  Ma voglio attaccarli a una pallina di gomma così dopo aver toccato terra l’avrò di nuovo tra le mani. Il prossimo anno si voterà per le regionali e le provinciali così capiranno la provvisorietà della loro condizione così saranno meno attaccati alla poltrona, che non hanno intenzione di lasciare. Per il resto mi tengo ciò che ho, è quello che mi merito e sono riuscito a conquistarmi.
A voi tutti auguro buona fine e buon principio. Vi aspetto in edicola il 2 gennaio a mattina, per continuare in questo viaggio.  Grazie per la fiducia, vi aspetto!

mercoledì 29 dicembre 2010

Ma quale progresso se i rubinetti sono a secco

Nel basso Molise migliaia di famiglie hanno trascorso i giorni di Natale con le bottiglie dell’acqua minerale e i bidoni di plastica per poter mangiare. Sembrava un’immagine recuperata nel passato, da qualche archivio nascosto in soffitta. E, invece, era un’immagine a colori del tempo che stiamo vivendo. In questa vicenda c’è da dire che le istituzioni regionali sono state assenti, solo di ieri mattina l’intervento del presidente di Molise Acque che ha snocciolato cifre sui microgrammi per litro per la presenza di trialometani. Sembra piuttosto l’esercizio di uno scioglilingua. Resta la rabbia dei cittadini alle prese con il contagocce invece di godere della tranquillità che esigono tra le mura domestiche durante la festa più bella dell’anno. Spetta alla magistratura, che come sempre è costretta a intervenire quando la politica fa cilecca, a individuare eventuali responsabilità. Forse, e ribadisco forse, bisognava prevedere che le piogge abbondanti cadute molto ma molto prima della vigilia di Natale, e il riversamento nel Biferno di sostanze tossiche legate alla coltivazione dei campi oltre a quanto il fiume ha trasportato fino alla diga, avrebbero causato problemi. Ancora una volta del senno di poi... Sabatini ci ricorda che sono in costruzione gli acquedotti Destro e Centrale. Tutti i disagi saranno cancellati. Quest’anno il progresso a Natale ha potuto attendere.

sabato 25 dicembre 2010

Non dobbiamo essere più buoni, ma solo meno ipocriti

A Natale tutti buoni, anzi di più. Che grande ipocrisia. E lo dico da credente verso quanti in queste ore, prima di sedersi a tavola per il cenone, sono affaccendati a telefonare o a portare regali a destra e a manca. Quest’anno farò gli auguri solo a chi voglio veramente bene. Voglio cambiare anche perché non voglio essere più buono come nel passato, ma più giusto verso me stesso e meno ipocrita verso gli altri. Ho avuto un pensierino di Natale per i miei attuali colleghi, che mi hanno ridato la serenità necessaria, e le persone che quasi tutti i giorni mi ospitano a pranzo. Per tutti gli altri indifferenza. Direte: ma come è negativo e pessimista il Cavuoti! Niente di tutto questo. Grazie a Dio ho gioia di vivere e piacere di incontrare gli altri, che per me sono sempre una novità. Ma le ultime esperienze lavorative hanno insegnato tante cose. In primo luogo che non si può vivere senza travagliare, è indispensabile per le donne e gli uomini: il lavoro dà dignità e appartenenza al contesto sociale. Non ho da chiedere favori. Semmai l’ho fatto è stato per aiutare i miei amici o chi me l’ha chiesto. Ai politici voglio chiedere un favore. Uno solo e sono disposto a esserne grato, considerato che di questi tempi la riconoscenza è merce rara. A Iorio e Berlusconi chiedo di aiutare chi ha bisogno, e non sempre le solite persone le quali, per giunta sono le uniche sempre e comunque a lementarsi. Per il resto Buon Natale ai nostri lettori e alle aziende commerciali che hanno scelto questo quotidiano. Ho imparato ad amare questa comunità e vi dirò che tutto sommato a Campobasso non si sta male, a parte i parcheggi e chi mi continua a graffiare la macchina!

venerdì 3 dicembre 2010

Perché cambiare il Nuovo Molise?

Da oggi questo giornale non verrà più firmato da Lucia Sammartino. La mia collega ha maturato una decisione sofferta, ma condivisibile. In questa professione non sempre è possibile far conciliare le esigenze di una mamma con tre figli e il lavoro di redazione. In una terra dove è già difficile trovare occupazione in aziende editoriali con le dovute tutele può capitare che a una donna sia richiesto di rinunciare al sogno sempre inseguito per stare vicino a Giulia, Elettra e Jacopo. Chiusa questa parentesi affettiva pensiamo a il Nuovo Molise. Con l’uscita di Lucia non cambierà nulla o quasi. I giornalisti sono gli stessi con i quali, sin dal primo settembre, ho accettato di condividere questa avventura dopo l’amara e lacerante conclusione fallimentare con la società Editoriale Ciociaria Oggi. In questi tre mesi abbiamo dato l’assaggio di un’informazione diversa e a colori. Aperta a tutti senza puntare alla demonizzazione di nessuno. Un giornale normale pensato e scritto da donne e uomini per restituire al Molise un giornalismo degno di questo nome. Ogni giorno è una gran fatica chiudere le pagine de il Nuovo Molise nella consapevolezza di dover recuperare una credibilità perduta, dopo stagioni di follie che ne hanno sporcato l’immagine e la dignità di chi era al servizio di un editore che i molisani hanno ben conosciuto. Assumo questo incarico nella certezza di essere supportato dai colleghi, dei quali ho avuto e ho grande rispetto. A loro chiedo pubblicamente di aiutarmi in questa che ritengo una vocazione: il bisogno di comunicare. La scorsa estate senza lavoro sono stato male, mi ero ammalato. E’ stata Lucia che mi ha chiesto il 31 agosto di tornare in Molise. Come posso dimenticarlo? Proprio per questo come posso non chiedere conto alla politica di essere più attenta ai tanti fronti aperti dei tanti senza lavoro? Come non posso pensare alla sanità che forse doveva essere gestita meglio? Ma soprattutto il dovere di guardare sempre indietro per non dimenticare ciò che si era. Il Nuovo Molise in questi primi tre mesi è stato critico quanto basta. Lo ha fatto con serenità, senza andare contro nessuno, ma mettendo in piazza i panni sporchi di chi ha responsabilità precise. Il Molise si merita amministratori onesti e lungimiranti perché un tesoro così bello sarebbe un peccato rovinarlo per sempre. E noi glielo ricorderemo, ogni giorno.

sabato 23 ottobre 2010

Un'anomalia tutta in salsa molisana

Scarabeo ha posto un’osservazione che oltre a essere appropriata è anche opportuna. Non tanto per quello che è stato ed è, ma per quello che sarà. L’Udc in questa regione continua a essere alleata fedele del governatore Iorio.

domenica 17 ottobre 2010

Sognando il terzo mandato

Per avere il termometro della situazione politica molisana più che alle segreterie politiche occorre rivolgersi agli schermi televisivi.
Sette giorni fa Giovanni Minicozzi a Moby Dick da Telemolise ha strizzato ben bene il centrosinistra, questo venerdì è toccato all’altra parte tra vecchie cariatidi e frizzanti oppositori preoccupati di risvegliare l’orgoglio di appartenere a una forza di governo che da circa un decennio regge le sorti di questa regione. In studio Oreste Campopiano (Nuovo Psi), Sabrina De Camillis (Pdl), Riccardo Tamburro (Adc), Vincenzo Niro (Udeur), Cosmo Galasso (Progetto Molise), Giovancarmine Mancini (La Destra), Luigi Velardi (Udc) e Antonio Di Rocco (Nuova Dc) che hanno cercato di dare condimento. Minicozzi ha strizzato le palle a qualcuno dei presenti partendo a ritmo lento con il federalismo, “complice” un servizio birichino della direttrice Manuela Petescia. Ma su altri ritmi il dibattito ha cercato di trovare un’accelerazione. I sussulti maggiori sono venuti da Oreste Campopiano che ha ribadito perché in questo momento si sente “vicino e distante” dal Pdl di cui è uno dei soci fondatori con il suo partito  che nulla o niente ha di socialista. “Siamo critici - ha detto il baffuto avvocato - sulla gestione di un partito dove non c’è confronto e libertà”. Accuse pesanti anche quando si permette di ricordare il debito sanitario e l’irresponsabilità di chi voleva usare i fondi Fas per ripianare parte del debito. Altro sussulto da Giovancarmine Mancini, anche lui  principe del foro ma isernino, che non riesce proprio a mandare giù di essere stato defenestrato dalla poltrona di vicesindaco dopo aver provato a sfidare alla Provincia Mazzuto. “Eppure abbiamo concorso al successo del centrodestra a Termoli e Montenero e noonostante questo ci hanno oscurato e anche in maniera dolosa”. Logiche che non appartengono alla politica, ma da metodi che Mancini definisce camorristici. Rosario De Matteis pacificato dopo la stagione del mal di maggioranza si rivela all’incessante Minicozzi più filogovernativo che mai. Se gli altri lo vogliono, lui è pronto a “sacrificarsi” per la presidenza della Provincia di Campobasso. Iorio, infine, dal telefono definisce normale dialogo i contrasti di questi anni, ora c’è la sanità che lo distrae dalla campagna elettorale che è più vicino di quanto pensi Niro con l’Udeur che non è mai riuscito a entrare in giunta.
Pino Cavuoti