sabato 31 dicembre 2011

Ci voglio scommettere per il 2012

Michele Iorio e i giornalisti Antonio Lupo e Pina Petta
Ovunque regna un diffuso sentimento di sfiducia, forte incertezza per una crisi che si inizia ad avvertire con il suo peso tra la nostra gente.

venerdì 30 dicembre 2011

Il governatore stringe i cordoni della borsa

Lo scopriremo solo questa mattina nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno. Il presidente della Regione, Michele Iorio, dovrebbe aver dato la sterzata tanto annunciata. Si prepara a varare la manovra finanziaria regionale avendo provveduto a fare “Edward mani di forbice”.

giovedì 29 dicembre 2011

Quando la politica programma

Ieri taglio del nastro del nuovo tratto della superstrada Isernia-Castel di Sangro con l’apertura al traffico. È il secondo lotto dell’arteria che migliorerà i collegamenti tra Molise e Abruzzo riducendo i tempi di percorrenza e aumentando la sicurezza degli automobilisti. L’iter progettuale dell’intera opera risale agli anni ‘80. Complessivamente i lotti sono tre.

mercoledì 28 dicembre 2011

Ulisse Di Giacomo e Michele Iorio, due cuori e una capanna

Ulisse Di Giacomo e Michele Iorio
Ha trascorso il Natale a Isernia il senatore Ulisse Di Giacomo inviando auguri di Natale e leggendo i messaggi su Facebook, che sembra la sua vera passione del momento. Del resto senza tecnologia si è tagliati fuori dal mondo e dalla politica. Di Giacomo è l’indiscusso segretario regionale del Popolo della libertà del Molise. Un ruolo che gli sembra cucito addosso per quanto si sente a suo agio il senatore originario della provincia di Isernia, provincia che ama.

martedì 27 dicembre 2011

Giorgio Bocca e la verità della stampa

«Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada». Lo diceva Giorgio Bocca di cui ho letto diversi libri e che non ho mai amato perché ho sempre avuto l’impressione che avesse su alcune questioni politiche un radicato pregiudizio.

sabato 24 dicembre 2011

Aggiungi un posto a tavola

Quest'anno ho tagliato il traguardo del mezzo secolo di vita. Quella di questa sera sarà la vigilia numero cinquantuno, alcune delle quali, ad onor del vero, non ricordo nulla: ero troppo piccolo!

venerdì 23 dicembre 2011

Il commercio corre ai ripari: è tutto un saldo

I negozianti sono corsi ai ripari. In Molise come in Abruzzo, come in qualsiasi altra regione d’Italia,
si acquista nei negozi potendo godere di sconti reali sulla merce in esposizione. Senza avere alcuna preoccupazione sul capo che è in vetrina, perché è quello della stagione in corso.

martedì 20 dicembre 2011

Morire sul lavoro non è sempre uguale per tutti

Ieri ho atteso fino alla fine della giornata prima di preparare questo fondo. Ero certo che i politici, sempre così attenti, i sindacati, sempre pronti a difendere i lavoratori, avrebbero trovare il tempo e l’occasione per scrivere due righe su Mimmo e Franco.

domenica 18 dicembre 2011

Altro che a Natale tutti più buoni

Si apre domani una settimana tutt’altro che all’insegna della bontà per il governatore Michele Iorio. Martedì ci sarà il Consiglio regionale in seduta pomeridiana,  e per quanto è parso di capire, i venti saranno molto forti su tutti i qudranti.

sabato 17 dicembre 2011

Zuccherificio, ma quale rinnovamento?

La scelta di voler indicare e quindi nominare Antonio Di Rocco alla presidenza dello Zuccherificio del Molise appare quanto meno inaspettata. La decisione del governatore Michele Iorio ha spiazzato tutti ed è giunta in un momento particolare della vita politica regionale.

venerdì 16 dicembre 2011

"i Fatti" con il passo delle formiche

Da oggi i Fatti del nuovo Molise, che presto diventerà semplicemente i Fatti Molise e Abruzzo, rafforza la sua presenza in provincia di Chieti con la distribuzione  che coprirà comuni del Frentano e del Sangro.

giovedì 15 dicembre 2011

Parlamento, l'onorevole vergogna della Lega

Non mi sono mai scagliato più di tanto contro la politica e ho sempre cercato di non essere a tal punto populista da bastonare la Casta a partito preso solo perché lo reclamava la piazza. Ma da cittadino del Sud ho provato un certo disagio nel vedere la sceneggiata di ieri al Senato con i leghisti gridare alla rapina ai danni del Nord. 

mercoledì 14 dicembre 2011

La Borsa va giù, Gianfranco vola sempre più su

Chapeau a Gianfranco Vitagliano. Tutti lo davano in uscita dal terzo piano di via Genova per approdare ad altri lidi. C’è stato chi persino avrebbe lavorato nella coalizione per spingerlo verso assessorati di minor peso. Lui però, da buon velocista, è rimasto nel gruppo senza farsi notare, tranne che uscire allo scoperto negli ultimi 200 metri. Una volata vincente che non gli ha fatto spostare la sedia nemmeno di un centimetro, sia in giunta e sia in aula. Dopo anni di incomprensioni che sia giunto il momento della sua consacrazione nell’Olimpo della politica molisana? Lui fa spallucce, se ne frega e intanto fotte tutti.

Michele Iorio ha presentato il programma che verrà

Sarà stato il fatto che Michele Iorio non andava a braccio ed era costretto a leggere, ma la sua voce ieri arrivava in aula con meno veemenza e coinvolgimento del solito. Del resto che poteva fare di diverso o di più il presidente della Regione se non leggere il suo programma di governo per il Molise dei prossimi cinque anni? Se si considerano tutte queste cose si capisce perché Iorio ha reso meno di quanto avrebbe potuto. Una giustificazione che c’è tutta per i suoi 75 minuti utilizzati per illustrare l’indirizzo programmatico scritto forse da qualcun altro e quindi non di prima mano. Per il resto l’intervento del governatore ha toccato i punti che verranno trattati dagli assessori per una legislatura che si caratterizzerà sul piano dell’autonomia regionale e dell’autoriforma.

martedì 13 dicembre 2011

Perché non abbiamo scioperato

Potrei, con un po’ di fantasia, inventare mille scuse per giustificare oggi la nostra regolare presenza, mentre altri quotidiani nazionali hanno deciso di utilizzare l’istituto dello sciopero. Non abbiamo aderito perché in questo momento questo giornale  non si può permettere di non essere in edicola.

domenica 11 dicembre 2011

E' il tempo della carità consapevole

Non abdico al mio ruolo di osservatore e cronista delle cose che accadono in questa terra. Ma sono arrivato alla determinazione di voler dare, o meglio ancora restituire la parola, ai lettori. 

sabato 10 dicembre 2011

Che abbiano capito la lezione?

Il presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa
Il neo presidente del Consiglio regionale ci ha messo del suo. Pietracupa ha deciso di dare seguito, partendo dalle prerogative del suo ufficio, all’impegno preso con la comunità molisana di dare un taglio alle spese della politica.

giovedì 8 dicembre 2011

Gennaro Chierchia come un uragano

Lo ha annunciato ieri mattina nel corso della conferenza stampa alla quale ha partecipato con i vertici del suo partito. Il neo consigliere regionale socialista, Gennaro Chierchia, già a partire dalla prima seduta dell’assemblea di Palazzo Moffa - in calendario per martedì prossimo 13 dicembre, giorno di Santa Lucia - farà fuoco e fiamme.

mercoledì 7 dicembre 2011

Una legge da abolire

Si consolano e pure bene i consiglieri regionali che non si ricandidano o sono stati trombati dalle urne. C’è una legge regionale, la 16 del 1974 che contiene “Norme sulla previdenza dei consiglieri regionali”, che all’art. 27 prevede un “premio di reinserimento nelle proprie attività di lavoro a tutti i consiglieri che non saranno rieletti nella successiva legislatura o che non si ripresenteranno candidati”.

martedì 6 dicembre 2011

Il ritorno di Mario Pietracupa alla presidenza del Consiglio

Mario Pietracupa (Adc)
Con diciotto voti, tutti quella che la maggioranza di centrodestra riesce ad esprimere, Mario Pietracupa
torna a ricoprire la carica prestigiosa di presidente del Consiglio regionale del Molise. Verrebbe da dire che... a volte ritornano. E questa volta si può anche aggiungere, senza correre il rischio di essere partigiani, che è un bel ritorno. Una bella figura sia come presenza e sia come capacità di essere concreto e al tempo stesso sognatore. Perché Mario Pietracupa è al tempo stesso le due cose che riesce a far conciliare con leggerezza.

Iorio e Frattura, diversi ma uguali

Sembrava che tutto andasse per il verso giusto. Sobrietà degli interventi, inviti, da una parte e dall’altra, alla mutua collaborazione per rimettere in moto la macchina amministrativa regionale in giorni contrassegnati, a livello nazionale, dalla manovra “salva Italia” di Mario Monti.

venerdì 2 dicembre 2011

La voce dei senza voce

Non nego di aver molto gradito la lettera inviatami dal dott. Marco Tagliaferri a commento dell’editoriale dedicato a una madre stanca apparso il 1 dicembre. Ritengo che debba essere normale per un giornale occuparsi anche, e ritengo soprattutto, di argomenti di spessore sociale. E farlo è diventata più che una regola una eccezione. È indubbio che faccia più notizia parlare di cronaca, di scandali e di politica rispetto ai drammi, alle inquietudini della gente comune. Personalmente ritengo di proseguire sulla strada di un’informazione che guardi agli ultimi e a chi non ha nemmeno il necessario. È una scelta condivisa dalla proprietà della testata che su questo aspetto ha dato carta bianca a tutta la redazione. Parlare del bene comune, dei problemi del vivere quotidiano cercando di darne notizia a chi deve provvedere ai bisogni degli altri. A chi pensiamo? Non solo ai politici, ma a tutti coloro che hanno una responsabilità, una carica per la quale sono chiamati a prendere decisioni. Capaci di scelte buone a favore della collettività.
Pino Cavuoti

Caro Direttore, desidero esprimere il mio personale apprezzamento per il riscontro che ha voluto dare, nell’editoriale del 1 dicembre, al grido di aiuto-denuncia di una madre stanca e disperata, che vive una particolare condizione di disagio familiare. Una delle tante storie di sofferenza di oggi che il contesto sociale in cui tali esperienze vengono vissute tende quotidianamente ad esasperare. Ed il futuro certamente non è più bello del presente, se non si inizia a costruire una coscienza Etica che possa determinare decisioni decisamente a favore di chi non ha, rispetto a chi ha già, e tanto. Tanto è il parlare, poco è il fare. Ed il giornale, come Ella ha ben individuato, deve poter quotidianamente rappresentare non solamente un momento di sterile comunicazione, al fine di poter semplicemente dire, “io l’ho detto”, ma deve saper andare ben oltre e rappresentare un luogo di riflessione e di proposta, proattivo di un bene comune in cui ciascuno deve poter ritrovare una sua propria identità e dignità, nessuno escluso, indipendentemente dal ruolo che si occupa nell’attuale articolazione sociale. Ben venga quindi un maggiore spazio, come Ella ha auspicato, per evidenziare le difficoltà in cui tanta gente, in questa regione, è costretta ad esprimere la propria esperienza (negativa) di vita che il più delle volte non riesce a superare, diventando una “condizione di disagio sociale permanente”. Un impegno Eticosociale, il Suo, che trova anche il mio consenso.
Dr. Marco Tagliaferri
marco.tagliaferri.molise@gmail.com

giovedì 1 dicembre 2011

Quando una madre è stanca e disperata

Ieri sul nostro sito è apparso un commento di una madre (divorziata) di due ragazzi e la più grande è iscritta all’Università. Guadagna uno stipendio di mille euro al mese ed è costretta a lavorare in nero per mantenere un livello di vita dignitoso alla sua famiglia. Non percepirà la borsa di studio per sua figlia, e si domanda se dovrà andare a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. Parole dure e dirette per denunciare una situazione difficile per tutti in questo momento di grande incertezza e ancor più per chi si trova a vivere la condizione di separato. Ho già avuto modo di ascoltare in altre occasioni lo sfogo di chi si ritrova con alle spalle un matrimonio o una convivenza andati in fumo. Con problemi di sopravvivenza o con mancata corresponsione degli alimenti. Non ho idea di quale sia la condizione di chi ci ha scritto - il testo integrale può essere recuperato sulla notizia relativa alla mancata assegnazione di 400 borse di studio all’Unimol - ma è indubbio che il suo grido ha più il sapore della denuncia, piuttosto che di aiuto. Ciò che mi ha colpito è l’evidenziare di aver raggiunto il limite, di essere stanca e disperata. Di queste cose dobbiamo parlare dando più spazio sulle nostre pagine per evidenziare le difficoltà della condizione umana in questa regione  che siamo chiamati a raccontare. A cathyng@alice.it non posso che ribadire la disponibilità a farmi da altoparlante, da cassa di risonanza del suo disagio e di tutti coloro che ritengono utile farlo. Un grande “sfogatoio” dove riversare i propri problemi. Sono convinto che condividere le difficoltà può lenire la pena. Anche perché le certezze sono poche e sono sempre in forte crescita. Abbiamo il dovere di difenderci.
Pino Cavuoti

martedì 29 novembre 2011

A sette giorni dal primo Consiglio regionale

La politica regionale sembra improvvisamente essersi risvegliata dal letargo post elettorale. Sarà l’approssimarsi della prima seduta del Consiglio regionale, ma sia nel centrodestra e sia nel centrosinistra si registrano dei sussulti di vitalità. Il carburante che ha rimesso in moto la macchina amministrativa si chiama incarichi da assegnare in entrambi gli schieramenti. Nella zona dove staziona Paolo Di Laura Frattura c’è da assegnare la vicepresidenza e un segretario del Consiglio regionale, le vicepresidenze e la carica di segretario di alcune commissioni consiliari. Tanto è bastato per scaldare i motori e iniziare a far respirare - anche per i neofiti dell’aula consiliare - l’aria di Palazzo Moffa. Il compito più difficile spetta ai maggiorenti del centrodestra dove c’è più carne attorno all’osso. Ma c’è anche da far “riaddormentare” chi è stato escluso dalla giunta regionale. Mancano all’appello l’Adc (ma per Mario Pietracupa è riservato il prestigioso incarico di presidente del Consiglio), l’Udeur di Vincenzo Niro e Progetto Molise. In fibrillazione è, al momento, il solo Niro, alla sua terza legislatura, dopo aver staccato il biglietto a metà della scorsa per approdare alla corte di Iorio. Il politico di Baranello aveva sperato di essere giunto il momento per poter entrare di diritto nelle stanze di via Genova, sede dell’esecutivo regionale. Così non è stato. Tutto questo crea frustazione per un impegno che non è stato rispettato. Accordi disattesi o semplice aspetttativa? Intanto che tutto venga ricondotto nel giusto clima di reciproca collaborazione, il governatore sta per decidere le deleghe da assegnare ai suoi magnifici sei compagni di avventura. Sarà tutto facile come si pensa oppure Michele Iorio dovrà convincere gli assessori anche sulle cose da fare?
Pino Cavuoti

domenica 27 novembre 2011

Non spariamo addosso alla Regione

Un segnale di speranza, parole che suonino come spinta a lavorare tutti insieme. Sarà che in tutte le chiese del mondo si celebra la prima domenica d’Avvento, ma oggi avverto l’esigenza di superare tutte le divisioni della politica.  Per invitare, a pochi giorni dall’inizio ufficiale della nuova legislatura, la decima della storia della Regione Molise, i consiglieri a superare tutte le barriere ideologiche per un bene più supremo: quello della collettività. è indubbio che si siano delle difficoltà con famiglie con seri problemi già a fine mese per andare avanti, ma è altrettanto vero che si sta generando tra i cittadini una paura diffusa del domani. Nonostante qualcuno abbia cercato di convincerci che prima - e non si riesce mai a capire quale sia stato quel tempo - c’erano più certezze, ritengo che si sia sempre vissuto nella precarietà e nelle ricerca concretezza per le nostre famiglie.  Non possiamo e non dobbiamo aspettarci più di tanto dai nostri amministratori regionali, ma hanno il dovere di essere meno conflittuali e di pensare a creare motivi per avere fiducia. Di poter vedere un po’ di luce all’orizzonte. Il presidente Iorio ha promesso austerity, meno spese folli per la festione della macchina amministrativa e azioni concrete per consentire di ridurre la pressione fiscale sulle famiglie molisane a causa delle aliquote tra le più alte d’Italia. Non dobbiamo aspettarci miracoli, ma più senso di responsabilità da parte dei nostri politici che dovranno mettercela tutta per offrire delle opportunità di cambiamento. La notte è lunga, ma il giorno è vicino. Che sia questo l’impegno di Iorio & Co. per ritrovare un senso di speranza, per un’attesa che non sia vana come la fiducia.
Pino Cavuoti

venerdì 25 novembre 2011

Il futuro non è nella paura

Giancarlo Bregantini
Il titolo che ho utilizzato è uno stralcio di un intervento dell’arcivescovo di Campobasso ed è riferita all’annuncio di Sergio Marchionne di voler disdire tutti gli accordi sindacali con l’inizio del nuovo anno. Il presule, che riveste la carica di presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e lavoro, non poteva non tacere sia per il ruolo che riveste e sia per la grande sensibilità per le tematiche del mondo della fatica e del sudore. Bregantini ha ravvisato nell’iniziativa dell’amministratore delegato della Fiat una vera e propria minaccia nei confronti dei lavoratori e delle relazioni sindacali. Può anche essere se solo si tiene conto del fatto che Marchionne è arrivato alla guida dell’azienda torinese come un uragano a sconvolgere quelle erano le certezze di quanti erano convinti di essere inamovibili. Il futuro del mondo non è nella paura. Altrettanto si può dire per il Molise. Se Termini Imerese ha iniziato il suo inesorabile percorso verso la chiusura, non possiamo non vigilare sul domani dello stabilimento di Rivolta del Re a Termoli. Anche di questo bisogna tener conto pensando al domani di questo territorio. Per non dover avere timore di ciò che non vediamo, si deve essere capaci di leggere i segni dei tempi. Per cercare di intuire cosa accadrà “il giorno dopo quello di oggi” per non restare più che impauriti delle donne e degli uomini senza più futuro.
Pino Cavuoti

mercoledì 23 novembre 2011

Il governatore delle domeniche a targhe alterne

Il governatore Michele Iorio
Ha fatto una certa impressione ascoltare ieri mattina il presidente della Regione Molise parlare di contenimento della spesa pubblica. Dopo i bei tempi delle vacche grasse anche in questa regione la nuova lingua che si dovrà masticare sarà quella del risparmio. Lo aveva già annunciato nel corso della campagna elettorale lo stesso Michele Iorio, che subito ha voluto dare un segnale concreto adottando un numero ristretto di assessori e tutti scelti tra i consiglieri eletti, che non si dovranno dimettere. Potrà forse anche essere un antipasto che porterà ad altre pietanze (leggasi altri due assessori), ma nel frattempo la cura dimagrante è iniziata. Un primo assaggio lo si è avuto quando sono giunti alla chetichella in via Genova i sei nominati, non più con la lussuosa auto di rappresentanza, bensì (anche se qualcuno con l’autista) con le loro vetture. E Iorio ha evidenziato che la cura dimagrante riguarderà anche l’uso dell’auto blu, dell’abolizione dei vitalizi per i consiglieri regionali, della razionalizzazione delle spese e con l’impegno, anche se lo prevede una disposizione nazionale, del numero dei consiglieri. Insomma un governatore apparso abbastanza sorridente alla prima uscita con la nuova giunta, ma consapevole che è iniziata la stagione da pane e acqua, senza fare sconti a nessuno.
Pino Cavuoti

lunedì 21 novembre 2011

Iorio alla prova del nove

Iorio in meditazione. Sembra che sia questo l’impegno in programma per questa domenica dedicata a Cristo re, che precede quelle di Avvento. Una domenica tutta casa e chiesa per sciogliere gli ultimi nodi per far partire, per davvero, questa decima legislatura che sembrava non dovesse mai avere inizio. Iorio ha deciso, ma continua a far credere che tutto deve essere ancora compiuto. Sarà una Giunta più ridotta rispetto a quanto ci aveva fatto vedere nel precdente quinquennio. Ma soprattutto non ci saranno “forestieri” del Consiglio. Insomma nessun esterno. E per il presidentissimo sarà anche una prova del nove per dimostrare, dopo che in campagna elettorale si è tanto parlato di affidabilità e continuità, se tutto torna. Se tutto è Ioriocentro, se tutto è in funzione di un impegno per dare un segno definitivo della sua presenza politica in questa regione. Cioè se la storia potrà scrivere, a memoria delle generazioni future, che dal 2001 al 2016 un tale Michele Angelo Iorio ha ricoperto la carica di presidente della Regione Molise e fu capace di rimettere i conti a posto, di dare ossigeno alle imprese e di rivoluzionare la macchina amminostrativa in chiave di efficienza e di funzionalità. Questo è quello che ci auguriamo di vedere, sperando che non ci sia litigiosità nella maggioranza dove tutti in forza della visibilità reclamino un posto nell’esecutivo. Conti alla mano è davvero difficile che questo possa accadere. A Michele Iorio, che è il presidente dei molisani, non si può che augurare di essere un politico illuminato dal buon senso e dalla capacità di intuire e disegnare il futuro. Non potrà farlo Di Laura Frattura che fino all’ultimo minuto si era convinto di avercela fatta. Ora non resta che la via giudiziaria dove, dopo la proclamazione, in molti si avventureranno per cercare di rientrare dalla finestra nel Palazzo.
Pino Cavuoti

sabato 19 novembre 2011

Le famiglie numerose di una volta

Ieri la notizia più cliccata sul nostro sito è stata quella dal titolo «Premiata una famiglia isernina per i suoi 14 figli». L’iniziativa di assegnare un riconoscimento ad Amico ed Emma Melaragno è stata di Aida Romagnuolo, presidente regionale dell’Acsi, un’associazione sportiva che promuove il Molise migliore.Quanto tempo è passato da quando i nuclei familiari erano numerosi. Si partiva da due o tre figli in su. Si scherzava dicendo che allora nelle case non c’era la televisione, ma anche dopo gli anni Sessanta la frequenza sotto le lenzuola non è cambiato. Ora si nasce meno di quanto sia sufficiente a garantire il ricambio tra le generazioni. Non a caso un’indagine dello Svimez, non più tardi di qualche settimana fa, ci ha fatto titolare “Molise a rischio estinsione”. In questa regione, più di altre, i decessi superano di gran lunga le nascite. In considerazione di questi numeri ci dovrebbe essere una maggiore azione a sostegno delle famiglie, più di quanto non sia stato sinora fatto, sia a livello nazionale e sia in Molise. E proprio al prossimo governo molisano si chiede un supplemento di idee, ma soprattutto la capacità, poi, di mantenere fede agli impegni presi. Solo per fare un esempio era stata discussa e approvata una legge che doveva favorire la residenza delle giovani coppie nei piccoli comuni a rischio spopolamento. Una legge pubblicizzata in pompa magna, ma poi se si andava ad analizzare il capitolo di spesa era facile accorgersi che non c’era capienza: non erano stati previsti i necessari finanziamenti. Sarà impossibile che nelle famiglie si possa tornare a registrare tante nascite quanto quelle che hanno consentito di premiare Amico ed Emma. Quattordici è un numero incredibile. Ma perché non adoperarsi con iniziative di sostegno che possano permettere alle giovani coppie di poter continuare a lavorare - sempre che entrambi i coniugi hanno un posto di lavoro - e di allevare i loro figli anche quando non hanno i genitori/nonni a disposizione. Un abbraccio a mamma Emma che avrà avuto tanta pazienza e tanta forza di volontà da vendere nel corso delle sue numerose gravidanze. Altri tempi, ma che tempi!
Pino Cavuoti

giovedì 17 novembre 2011

Monti premier, la politica passa la mano

Ieri Mario Monti, presidente del Consiglio dei ministri incaricato, ha sciolto la riserva. Debutta con il suo primo gabinetto in attesa di avere la pienezza dei poteri nel doppio passaggio parlamentare. La politica ha fatto un passo indietro dando il lasciapassare a un tecnico, seppur da pochi giorni sia stato nominato senatore a vita. A Monti viene chiesto di sistemare i conti a posto, per impedire all’Italia di fare patatrac. Al neo premier il compito ingrato di rimettere in moto il sistema Paese dopo che in Europa, complice i mercati finanziari, abbiamo rischiato di finire con i piedi all’aria. Monti ci ha spiegato che la sua non sarà una politica da “lacrime e sangue” ma che sarà chiesto a tutti di fare sacrifici. Rigore, competenza e capacità di saper dare una forte spinta alla ripresa economica. Sono alcune delle parole-chiave del Monti-pensiero. Al neo presidente del Consiglio dei ministri non si può che fare un grosso in bocca al lupo e magari mettergli anche una mano sulla spalla per fargli sentire la vicinanza di tutti gli italiani e, perché no, anche di noi molisani-abruzzesi. Come in una staffetta ideale sta per partire anche per Michele Iorio una nuova avventura amministrativa in una regione dove di certo non si sorride sul fronte occupazionale e imprenditoriale. A Iorio l’invito a essere il nostro governatore come un buon padre di famiglia. Pronto a essere severo quanto basta, ma soprattutto giusto ed equo per non fare figli e figliastri per essere un esempio da seguire.
Pino Cavuoti

mercoledì 16 novembre 2011

Lasciamo lavorare il manovratore

L’impressione è quella che tutti, in un modo o in un altro, vogliano tirare per la giacca Michele Iorio, il grande manovratore. Giunta a sei, giunta a otto. Solo il governatore potrà rispondere a questa domanda. Si può solo tentare si azzardare delle ipotesi. Con un esecutivo a sei, dando per scontato che al Pdl non spettino più di due assessori e con Pietracupa (Adc) presidente del Consiglio, ci sarà per forza un partito della maggioranza che dovrà fermarsi alla porta d’ingresso della giunta in via Genova. Se sarà a otto il Pdl incasserà almeno tre assessori, sempre Pietracupa alla presidenza del Consiglio e con un assessore ai restanti cinque partiti della coalizione. L’ipotesi a otto non creerebbe nessun tipo di fibrillazione. Solo un aspetto appare ben cristalizzato: non ci saranno, almeno per il momento, assessori esterni nel primo esecutivo Iorio di questa decina legislatura. Con buona pace dei primi non eletti che dovranno solo aspettare nei prossimi cinque anni le dimissioni o il decesso - con tutti gli scongiuri di chi è stato proclamato consigliere regionale - di chi lo precede! Il neo governatore, al suo terzo mandato consecutivo da premier e dopo la paura per l’elezione avvenuta per una manciata di voti, sembra pronto a dimostrare di aver capito il messaggio fattogli pervenire dalle urne. È ora di fare un po’ di piazza pulita, magari utilizzando la scopa di saggina che avrebbe voluto, e che non potrà farlo, Antonio Di Pietro. Qualcuno giura che il figlio Cristiano si sia preparato a dovere a fare il fustigatore dei costumi a Palazzo Moffa. Chissà cosa ne penserà Massimo Romano!
Pino Cavuoti

martedì 15 novembre 2011

Nuovo Molise, cambia solo il nome

Per il momento cambia solo il nome da Il Nuovo Molise a i Fatti del nuovo Molise. Variazione dovuta a seguito di una sentenza, in appello, di un giudice presso il Tribunale di Bari il quale ha ritenuto che questo quotidiano fosse lo stesso nel nome quando a editarlo era l’Editoriale Ciociaria, poi dichiarata fallita nel luglio del 2010. Rispettiamo il pronunciamento del giudice e da oggi, il quotidiano che vi accompagna dal 1 settembre del 2010, si chiamerà i Fatti del nuovo Molise. Sono certo che, nel giro di pochi giorni, vi abituerete a cercarci con questo nome nuovo. A breve ci sarà anche il passaggio dalla Cooperativa Il Castello alla società, tutta molisana, che già da qualche mese cura la raccolta pubblicitaria per la testata in tribunale che resta Il Nuovo Molise. E approfittando dell’occasione colgo anche l’occasione per chiedere scusa se qualche volta non ci avete trovato in edicola. Stiamo riorganizzando l’intero sistema di stampa e, come accade in queste circostanze, non tutto procede alla perfezione prima di arrivare alla conclusione della fase di rodaggio. Certi della vostra comprensione, vi ringraziamo per la vicinanza che ci dimostrate ogni giorno. Credetemi, fare informazione ed editoria non è facile in questo momento, e non solo in Molise.
Pino Cavuoti 

giovedì 10 novembre 2011

Già si pensa alle elezioni che verranno

Non si fa in tempo a proclamare gli eletti in Conisglio regionale che già siamo proiettati alle elezioni che verranno. Sono quelle per promuovere i nostri politici alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. Che non saranno scelti dai cittadini con il voto di prefernza bensì con la promozione sul campo da parte delle segreterie nazionali dei partiti. Perché non ci sarà tempo per licenziare una nuova legge più rispettosa degli elettori.La crisi economica e una maggioranza che si è persa per strada impongono il ritorno alle urne prima della scadenza naturale che era fissata per la primavera del 2013. E alcuni dei candidati saranno gli stessi che hanno da poco concluso la corsa per il Consiglio regionale. Il Molise nel 2008 spedì a Montecitorio Silvio Berlusconi, Sabrina De Camillis e Antonio Di Pietro, a Palazzo Madama furono catapultati Ulisse Di Giacomo e Giuseppe Astore, mentre dalla Lombardia riuscì a staccare il biglietto anche l’ex sindaco di Campomarino, Anita Di Giuseppe. Si intuisce che ci sarà un ricambio naturale dovuto alla mancata ricandidatura o mancata riconferma. Si iniziano a fare i primi nomi e, come la storia ci ricorda, i giochi saranno fatti negli ultimi minuti prima della presentazione della lista in Corte d’’Appello. È la solita liturgia della politica.
Pino Cavuoti

lunedì 7 novembre 2011

Tre settimane fa il voto in Molise. E il presidente?

Non ci facciamo mancare niente. Non si riesce nemmeno a proclamare il vincitore, il nuovo governatore della Regione Molise per il prossimo quinquennio. I componenti della commissione circoscrizionale stanno impiegando più tempo di quanto fosse lecito immaginare. Perché ce lo spiegheranno quando avranno terminato anche se l’attesa autorizza a pensare di tutto e di più. Domani saranno esattamente 21 giorni dall’apertura delle urne e del nome del presidente nemmeno l’ombra.Anche se dovesse per un solo voto, sarà Michele Iorio a ricevere il telegramma di nomina a governatore del Molise, la sua terza volta. Fino a quando non ci sarà la proclamazione nessuno, che sia stato candidato a destra o a sinistra, potrà mettere nero su bianco, per la gioia degli avvocati, per presentare ricorsi contro questa o quella elezione. Ed è lecito aspettarsi che così sarà. Forse con qualcuno che si ritroverà dopo un po’ fuori dall’aula consigliare. Intanto questo ritardo non consente alla Regione di esprimere il suo ruolo nella pienezza del mandato elettorale. Un‘attesa che fa sorgere il sospetto tra l’opinione pubblica che si siano consumati dei brogli in alcuni del 292 seggi elettorali. E tra l’illegalità annunciata dal centrosinistra e il mancato rispetto delle leggi segnalato dal centrodestra si consumano i giorni, uno dopo l’altro. Un aspetto merita di essere segnalato e che riguarderà gli inquilini, tra riconfermati e nuovi, di Palazzo Moffa. Ogni giorno di ritardo è un giorno in meno di presenza in Consiglio e di stipendio. Giova segnalare che la legislatura dura di regola cinque anni meno una settimana, quindi questa decima legislatura durerà meno delle altre. Con un sensibile risparmio sui costi della politica per non aver pagato per alcuni giorni i consiglieri regionali. Con la promessa di Iorio di non eleggere assessori esterni. Dando per scontato... che sarà lui il presidente dei molisani.
Pino Cavuoti

domenica 30 ottobre 2011

Non dimenticheremo

Le macerie della scuola Jovine a San Giuliano di Puglia
Abbiamo anticipato il giorno della memoria delle vittime di San Giuliano di Puglia, perché domani non saremo in edicola. Con il dovere della testimonianza e il rispetto che si deve portare per chi non c’è più. Ventisette giovani vite recise nel luogo che avrebbe dovuto proteggerli, un’insegnante morta sul posto di lavoro, due anziani nella loro casa. Nove anni trascorsi e una ricostruzione accompagnata da milioni di euro destinati a ridare una vita nuova a quanti hanno deciso di continuare a vivere in quella terra matrigna. Un anno dopo l’altro è trascorso, ma tanto ancora deve essere fatto, per restituire centinaia di famiglie a una vita normale. Il governatore Iorio aveva preso l’impegno che avrebbe “rimesso tutto a posto”, ma ci vorrà del tempo prima che questo possa accadere. Nove anni che sono stati caratterizzati da polemiche, da soldi spesi anche per chi (forse) non ne aveva bisogno ma che per furbizia ha saputo interpretare meglio di altri i decreti presidenziali. La giustizia ha fatto il suo corso con la condanne dei responsabili del crollo della scuola Francesco Jovine. Il tempo renderà più lieve il dolore per quanto si consumò alle 11.32 del 31 ottobre del 2002. Nessun molisano dimenticherà mai, né quanti giunsero a dare soccorso da tutta Italia dimenticheranno mai. Ma sono convinto che non è avere il cuore duro se si chiederà, a quanti hanno responsabilità, di impegnarsi ancor di più per completare il programma di ricostruzione. Domani nel cimitero di San Giuliano risuonerà la campana degli Angeli. Che ogni rintocco resti fissato nella nostra mente perché si possa scrivere al più presto la parola “fatto” sulle tante cose ancora da completare.
Pino Cavuoti

sabato 29 ottobre 2011

Elezioni da paura

Un’intera regione aspetta la proclamazione ufficiale degli eletti del nuovo Consiglio. Un’attesa infinita, che si è caricata di tensione per alcune centinaia di voti che sono stati recuperati dal controllo dei verbali a favore di Paolo Di Laura Frattura. Un fatto che ha rimotivato chi al momento è secondo e ritiene che ci siano stati errori tali da inficiare il risultato democratico. Qualcuno ha sussurrato persino che siano stati consumati dei brogli. Falso o vero che sia, ma che è necessario verificare, resta un’unica certezza: dopo circa due settimane non si è ancora proceduto a proclamare eletto il presidente della Regione Molise della decima legislatura. Ieri c’è stato un gran viavai a Palazzo di Giustizia a Campobasso. Per seguire dai corridoi quanto accadeva nelle stanze accessibili solo ai delegati delle liste, con la verifica dei verbali dei seggi. Non ci dovrebbero essere grossi sconvolgimenti, il condizionale è d’obbligo non avendo la palla di vetro. Ma è doverosa una riflessione. Non si può assistere, in un’epoca caratterizzata dall’informatizzazione, a ritardi del genere, ma soprattutto a incertezze che minano l’espressione più diretta di democrazia. Fatto è che a oggi tutto resta sospeso e il Molise si ritrova senza presidente. Controlli che sono garanzia di legalità per tutti i concorrenti perché il vincitore sia pienamente legittimato dal consenso popolare. Un supplmento di suspence che ha creato non poca apprensione tra chi si sentiva già eletto. Ma anche dopo la proclamazione non mancheranno altre preoccupazioni. Sono annunciati ricorsi su ricorsi per elezioni non danno mai nessuna certezza sul risultato e sulle intenzioni dei cittadini.
Pino Cavuoti

martedì 25 ottobre 2011

Vincono i candidati al di là dei partiti

Michele Iorio ha vinto le elezioni. Lo dice il risultato delle urne. Con Paolo Di Laura Frattura che, solo per poco, ha mancato la grande occasione. La congiuntura era favorevole perché avvenisse un ricambio generazionale e politico. Ma così non è stato con il movimento anti casta (leggasi Cinque stelle) che può gioire di aver riconsegnato ai molisani Iorio e la sua maggioranza di centrodestra. Tra quindici e più anni non si ricorderà più nulla di tutto questo, ma solo che Michele Iorio da Isernia per la terza volta ha guidato la Regione Molise. Punto. Ciò che preme sottolineare è l’apporto che hanno avuto, mai come in questo giro, i candidati delle sette liste di centrodestra per i loro partiti e movimenti civici. I veri vincitori sono stati i candidati capaci di “costringere” gli amici, i parenti e i clientes ad andare a votare. Non per un’idea e un simbolo, ma per una faccia e una mano da stringere. Regionali 2011 che passeranno sì per questa ragione alla storia delle consultazioni elettorali. I responsabili delle liste vi diranno di tutto e di più, ma se ci riflettete e rileggere i voti raccolti dai candidati, ma soprattutto la storia politica di alcuni di loro, sarà facile rispondere che da qualsiasi parte si fossero collocati, consenso più o consenso meno, avrebbero riportato gli stessi numeri. Una costatazione alla quale si giunge in maniera molto facile facendo scorrere le liste. Quindi si è vinto o si sarebbe potuto perdere solo per i candidati, al di là dei partiti. E la scelta, più che dai segretari dei partiti se accettare o meno questo o quello, è arrivati proprio dai candidati che hanno scelto. Dopo lunghi ragionamenti e calcolatrice alla mano. Chi vince ha sempre ragione. E su questo concetto non si può che applaudire chi è stato eletto, ma soprattutto i più gettonati. E a chi sostiene che, Iorio piuttosto che Di Laura Frattura, ha avuto meno sostegno dai candidati troppo preoccupati di accapparare voti a dispetto della coalizione non si può che rispondere: vada al mare a rinfrescarsi. La campagna elettorale è come un duello senza regole, dove non si applicano i principi cavallereschi. Ma è l’arte dell’inganno e dei colpi bassi. Candidati, brava gente, ma ancora più gli elettori che hanno promesso a tutti appoggio. Fa sorridere un candidato che aveva contato migliaia di sì, ma prima dell’apertura delle urne. Alla fine ne ha contati meno delle dita di una mano e ora dubita persino di essere stato votato dalla moglie da cui ha ricevuto il giuramento di fedeltà fuori dal talamo nuziale, ma non nella cabina elettorale.
Pino Cavuoti

sabato 22 ottobre 2011

Ma è stato un voto libero, per davvero?

Dopo la sbornia elettorale si passa al tempo della riflessione e dell’analisi. C’è chi ha raccolto consensi costruiti sulla stima e il tempo, e chi frutto di un certosino lavoro di cesello e di gestione del potere. E’ indubbio che c’è una regola non scritta: chi vince ha sempre ragione. E in effetti chi è stato eletto in Consiglio regionale è stato più bravo di coloro, e sono tanti di più, che resteranno sull’uscio della porta. Un po’ come chi entra da papa nel conclave e ne esce da cardinale. Con la differenza che il successore di Pietro è scelto dallo Spirito Santo, i consiglieri dai cittadini. Ma in entrambi i casi, senza voler essere blasfemi, la componente determinante è rappresentata da quella umana. Così in questa nuova legislatura del Consiglio regionale del Molise vi faranno il loro ingresso chi ha avuto il lasciapassare dal voto libero e democratico dei cittadini. Con la consolazione che almeno in questa tornata si ha avuto la possibilità di scrivere il nome della persona più gradita, a dispetto rispetto a quanto accade per la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Un amico ieri mattina mi ha posto una domanda: ma il voto di domenica e lunedì scorsi è stato veramente libero? In pratica chi ha votato per tizio o caio lo ha fatto perché riteneva quel nome più idoneo a rappresentarlo oppure perché costretto da condizionamenti (del tipo promessa di lavoro, contratto di collaborazione firmato qualche giorno prima delle elezioni e chi vuole continui nell’elenco) molto convincenti? Non ci credo, ma se così fosse si potrebbe capire perché qualche bravo/a candidato/a è rimasto/a trombato/a. La politica è l’arte del possibile, le elezioni sono la prova dell’impossibile. Sotto a chi tocca.
Pino Cavuoti

martedì 18 ottobre 2011

Un lunedì da ricordare

Sarà da ricordare a lungo questo lunedì 17. Per le emozioni che è riuscito a suscitare tra gli addetti ai lavori, tra i telespettatori e tra la gente che ha riempito le sedi dei candidati. Chi l’avrebbe detto: quella che sembrava una vittoria scontata per il governatore uscente si sarebbe trasformata in un lungo pomeriggio e notte di paura. A tradire il successo è stato proprio il leader, che non ha tirato come hanno invece fatto le sette liste le quali lo hanno accompagnato in questo viaggio chiamato campagna elettorale. Su questo si continuerà a discutere e sul voto disgiunto che ha penalizzato Iorio favorendo per ampi tratti lo sfidante Paolo Di Laura Frattura. Entrambi si sono messi in gioco e la partita è stata quanto mai avvincente, ridando significato e dignità al voto di preferenza, che riesce a dare ancora la parola agli elettori. Che riesce qualche volta a mettere in discussione, per un pugno di voti, il governo di questa regione. E che offre lo spunto per tenere conto del referendum per eliminare il sistema vigente per l’elezione dei deputati e dei senatori. Quando avrete tra le mani questo foglio sicuramente si saprà chi tra Michele Iorio e Paolo Di Laura Frattura avrà grattato il biglietto vincente. E’ stata una bella partita che è valsa la pena di giocare. Ha pesato anche la scarsa partecipazione al voto. In tanti hanno preferito disertare le urne. Una decisione che deve essere rispettata ma che i politici hanno il dovere di considerare e analizzare per il prossimo futuro.


domenica 16 ottobre 2011

Continuità o rinnovamento: ora tocca agli elettori

La scheda in mano agli elettori. Finalmente dopo tante parole e tanti santini è l’ora dei fatti, con l’unico strumento a disposizione dei cittadini il voto. Non si può che chiedere che venga espresso un voto consapevole, ma soprattutto libero da condizionamenti nella consapevolezza di poter e di dover scegliere il meglio per se stessi e per le generazioni future. Su questo aspetto ritengo che si debba essere tutti d’accordo. Ma ancor più sulla necessità di dare la fiducia a chi se lo merita. Non è consentito a nessuno, considerando le difficoltà e il cammino da lacrime e sangue che si dovrà ancora affrontare, di fare né salti nel vuoto né riconfermare chi ci ha deluso. Non è una scelta facile e mai con in questa tornata la scheda elettorale e la matita, che vi verranno consegnata in una delle 326 sezioni, scotteranno tra le vostre mani. Perché ciò che andrete a fare nel segreto della cabina avrà un peso e non di poco conto. Avete ascoltato dagli schermi televisivi o piuttosto dai comizi in piazza (più o meno affollati con l’eccezione Beppe Grillo capace di fare grandi adunate) le promesse per le cose da fare e l’elenco delle cose già fatte. Vi sentite soddisfatti di come è stata amministrata la cosa pubblica? Pensate che si poteva fare meglio e di più? Quante domande, quante riflessioni. Che la situazione economica di questa regione non sia florida lo si intuisce più che dal conoscere gli indicatori economici dal fermarsi ad ascoltare la gente e dall’aprire il proprio portafogli. Difficoltà che si incontrano ogni giorno per arrivare a fine mese. Tutti i candidati hanno parlato che al primo posto in agenda c’è il lavoro. Ma che sia vero, non precario o riservato solo a pochi con le corsie preferenziali. Chi votare? Di chi vi fidate di più che sia in grado di adottare politiche del lavoro efficaci e possibili. Le violenze che ieri si sono verificate a Roma dimostrano che cova un focolaio che non ha nulla a che fare con l’indignazione. Ma continuo a credere che ci sia ancora un futuro possibile, e non solo per un fatto di fede. Buon voto a tutti, anche a chi ha intenzione di disertare le urne.
Pino Cavuoti

domenica 9 ottobre 2011

Elettori incapaci

Silvio Berlusconi
Sembra quasi un gioco, divertente. Il conto alla rovescia o come dicono gli americani, prima di ogni lancio da Cape Canaveral a Houston, è iniziato il count down. Che ci accompagnerà fino a domenica e lunedì prossimi. E sarà un’ultima settimana di quelle toste. Perché tutto può ancora accadere. E accadrà che, a parte coloro che hanno già un’idea precisa sul da farsi, i voti si sposteranno da una lista all’altra, da uno schieramento all’altro, da un candidato all’altro. Perché in fondo, tranne pochi integralisti dell’urna, una buona parte del corpo elettorale è costituito da cittadini che decideranno dove mettere la croce e un cognome, solo a ridosso della due giorni dedicata al voto. Elettori incapaci di essere sereni nell’esercitare il loro diritto a esprimere una preferenza in questa tornata che, come per le comunali, ancora lo consente. Troppe sono le pressioni psicologiche, esercitate anche attraverso i media, per trovare la serenità di dare un giudizio. Libero da condizionamenti e dal controllo dei candidati. Un aspetto da non sottovalutare è senz’altro rappresentato da un territorio così ridotto, dove ci si conosce tutti e dove è facile incontrare in un bar Michele Iorio o piuttosto Giovancarmine Mancini, e pagare il caffè preso insieme al banco. In queste condizioni è un po’ difficile restare insensibili al fascino del candidato. Ma se tutto questo non bastasse a capire cosa accadrà nei sette giorni che mancano all’apertura dei seggi, si può far ricorso alla pressione esercitata nei piccoli comuni dagli amministratori locali che, se inseriti nelle liste come grandi elettori, li troverete a bussare, davanti alla porta di casa vostra. Elettori incapaci di dire no, almeno a parole, promettendo a tutti di dare il consenso. «Non ti preoccupare, ti voterò e farò fare altrettanto alla mia famiglia e ai miei amici». Candidati che promettono di tutto e di più come se si fosse al mercato delle vacche. Poco importa se siano grasse o magre. Del resto cosa costa promettere? Ma la questione resta complessa e aperta a ogni prospettiva e risultato. Un candidato, nuovo del mestiere, ieri mattina mi ha confessato: «Bisogna resistere, in questi giorni sono ingrassato eppure pensavo che avrei perso peso». Alla domanda come è stato possibile ha risposto: «Per forza, tra cene e cenette, addio linea e pensa che fregatura che se non vengo manco eletto». Ingrassato e trombato. Un fatto curioso. Dopo l’uscita di Silvio Berlusconi con il suo partito “Forza Gnocca”, anche se si insiste che non avrebbe mai detto (?!) una cosa del genere, mi ha chiamato un lettore chiedendo dove potersi iscrivere: «Sa, sono anziano e vedovo, almeno ai miei amici al bar invece dire che sono del partito della pagnotta...». E poi, infine, gli elettori incapaci persino di andare ai seggi perché non hanno un candidato che esprima la loro idea. Ne sa qualcosa la sinistra radicale, che sarà costretta a dire tutti al mare o in montagna a seconda delle temperatura metereologica.
Pino Cavuoti

domenica 2 ottobre 2011

Meglio ingrato o infedele?

Mancano due settimane al voto. Il quadro elettorale inizia a delinearsi e  un dubbio si insinua tra quanti in questi giorni sono impegnati a bussare alle porte dei molisani. Tutti si ritrovano a essere un po’ fra Galdino, frati cercatori. I politici lo hanno già fatto prima della scadenza per la presentazione delle liste e ora, come pescatori, hanno gettato le reti sperando di aver individuato la zona buona per tornare con un carico di consensi. Venerdì pomeriggio mi è venuto a trovare un lettore. La cosa mi ha fatto piacere, perché in fondo scrivere senza avere un riscontro diretto e come comporre delle poesie che non fai leggere a nessuno. Ti guardi allo specchio e ti dici che sei il più bravo, dimenticando che non sei la persona più adatta a farlo Il mio lettore di Baranello voleva sollecitarmi in una riflessione, nemmeno tanto fuori luogo. Il politico deve essere un ingrato o un infedele? La domanda di fondo era questa: chi buttare dalla torre? Chi è ingrato o chi è infedele. La prima risposta è stata quella di dire entrambi: l’ingrato e l’infedele. Ma il lettore di Baranello, che dalla sua ha anche l’età (...) della maturità, ha insistito perché avessi il coraggio di dargli una risposta. O per lo meno di motivare la scelta. “Perché - ha commentato - non si può non averne una su una questione così delicata, come quella dei comportamenti umani”. Riuscite a intuire il livello del personaggio? Bene, dopo un attimo di imbarazzo ho azzardato l’ingratitudine. Ma poi ripensandoci bene mi sono ricordato di un vecchio adagio: non fare del bene se non hai la forza di sopportare l’ingratitudine. Non potendone fare a meno di fare qualcosa di buono per l’altro, è inutile dispiacersi se qualcuno poi non ti è riconoscente. Del resto in politica l’ingratitudine è all’ordine del giorno, lo andava ripetendo sempre un ex parlamentare che si era ritrovato fuori dalla Camera dei deputati. Resta, allora, la seconda ipotesi. L’infedeltà. Non importa a quale livello. L’infedele è tale quando viene meno a un patto, un impegno nei confronti di un’altra persona. Che sia amore o interesse comune per un’idea, una passione da condividere con quello/a che ti è al fianco. Quel lettore mi ha guardato un po’ spaesato e si è divertito, per aver interrotto un pomeriggio lavorativo, ma soprattutto per aver gettato sul mio tavolo il seme del dubbio nel puerile tentativo della ricerca di una soluzione. E la politica? Gli elettori tengano conto della domanda del nostro lettore di Baranello. Nel giudicare il comportamento dei nostri candidati può tornare utile l’esercizio della torre, così come hanno cercato di farmi fare. Gli esempi potrebbero essere tanti e tutti facilmente applicabili. Ma il dubbio resta che forse la risposta non può essere soddisfacente. Poi il lampo di genio. La risposta che il mio ospite si sarebbe aspettato. A darmela la persona dall’altra capo dell’apparecchio telefonico per una chiamata arrivata al momento giusto. Ingrato o infedele? Entrambe le cose perché - e qui la saggezza femminile, come sempre, è vincente oltre che il risultato di uno spiccato senso pratico - chi è ingrato e anche infedele. E se me lo ha detto un’amica, oltre che collega, c’è da crederle. Morale della favola? Cari lettori. Avete ancora quindici giorni per fare le vostre valutazioni. Ci aggiungerei un valore: la coerenza. Che sia anche questo il setaccio attraverso far passare il comportamento dei nostri candidato. Gratitudine, fedeltà e coerenza. Saranno le parole d’ordine dei giorni che mancheranno al voto ottobrino.  
Pino Cavuoti

mercoledì 28 settembre 2011

Il Molise invecchia e l’economia fa acqua

Lo Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, ha diffuso il rapporto per il 2011. Analisi che consente, in questi giorni di campagna elettorale, di valutare meglio il Molise da una serie di indicatori di cui dovrebbero tenere in debito conto la politica e i candidati. Il primo dato da evidenziare che il Pil nel 2010 è diminuito dello 0,6 rispetto all’anno precedente e con una previsione per il 2011 di un incremento dello 0,1. Nel 2010 sono stati persi 2.200 posti di lavoro e gli occupati sono diminuiti del 2,0 per cento. Il tasso di occupazione totale è del 51,1 per cento mentre quello relativo alla fascia età 15/34 è del 38,1. Dati non certo esaltanti, con un saldo migratorio negativo di 500 unità. A non tornare in Molise sono soprattutto i giovani laureati con una preferenza verso il Lazio e l’Emilia Romagna. Infine una valutazione da tenere in debito conto è il rischio estremo, ma da non sottovalutare, è il tasso di natalità del 7,8 per mille abitanti contro un tasso di mortalità del 10,8: la più bassa del meridione. Si nasce meno, si muore di più nella nostra regione. Sono solo alcune dei numeri che emergono dal rapporto Svimez che merita di essere approfondito. Contro le parole che vengono pronunciate in questi giorni, spesso con grande superficialità non tenendo conto di quelli che sono i veri indicatori economici e produttivi di questa regione, c’è la dura realtà dei numeri. Sono solo questi che aiutano a comprendere un territorio che conta una popolazione residente di poco inferiore ai 320mila abitanti. Popolazione che invecchia con una speranza di vita di 79,1 anni per gli uomini e di 84,8 per le donne e che pone domande sulle politiche per la terza età anche in termine di sanità. Un assaggio di cifre che saranno ulteriormente oggetto di analisi: ci auguriamo non solo dagli addetti ai lavori!
Pino Cavuoti

domenica 25 settembre 2011

Evitare di incontrare l’avversario porta bene

Prima Gino Di Bartolomeo in rampa di lancio verso il Comune di Campobasso, poi Rosario De Matteis in corsa per Palazzo Magno. Ora Michele Iorio che deve aver pensato: porta bene, per la serie non c’è due senza il tre. Di cosa parliamo? Del rifiuto dei candidati del centrodestra a volersi confrontare davanti alle telecamere o in qualsiasi forma di dibattito con gli avversari. Una moda che dilaga, mancanza di rispetto o bisogna credere che porti bene evitare il confronto? A differenza degli altri  due predecessori del gesto inconsueto, Iorio è stato tanto diretto quanto chiaro nel spiegare il perché non sarà presente ad alcun talk show. Il governatore ritiene che non ci sia alcuna utilità per i molisani e, quindi, per la sua campagna elettorale confrontarsi con quello che è il suo competitor più prossimo. I voti, se vogliamo metterla così, non si raccolgono lanciandosi invettive mentre a casa sono comodamente seduti sulla poltrona. I voti, come egli stesso ha detto in sede di conferenza stampa non più tardi di mercoledì mattina, si fanno con il “porta a porta”. Pertanto dobbiamo rassegnarci: nessuna lite in diretta magari fomentata dai vari Manuela Petescia, Domenico Bertoni o Giuseppe Saluppo. Una scelta che spetta solo al candidato, e a nessun altro. Non è accettabile credere che il faccia a faccia sia evitato solo perché l’altro cianci di menzogne e critiche generiche. Iorio ci ha abituato a saper affrontare l’avversario senza alcuna preoccupazione e mantenendo sempre testa. Anche per questo che i confronti televisivi tra i politici sono stati sempre i più seguiti tra i programmi di intrattenimento. Ma questa volta il governatore uscente ha deciso di seguire l’esempio di Gino e Rosario. Non è un buon inizio, ma considerando che Di Laura Frattura sinora ha solo risposto a Iorio e non ha lanciato proposte, forse c’è da credere che il presidente della Regione non abbia, poi, tutti i torti.
 Pino Cavuoti

martedì 20 settembre 2011

Freno a mano tirato, controlli alle liste

Ancora tanta tensione e tempi di attesa scanditi dalle decisioni che l’ufficio elettorale prenderà nelle prossime ore, per alcune irregolarità nella presentazione delle liste. Una storia che si ripete e che potrebbe non consentire ad alcuni di correre per un posto a Palazzo Moffa. Con il freno a mano tirato, aspettando di poter mettere la freccia. Forse anche per questo sembra che ci sia in giro una sorta di cappa che copre ogni cosa, come se si aspettasse qualcosa che possa accadere da un momento all’altro. E che l’attesa sia tanto lo si intuisce anche dalla consapevolezza che sarà solo il Molise il 16 e 17 ottobre prossimi a essere chiamato alle urne e tutte le attenzioni dei media nazionali saranno riservati alla nostra piccola regione. Ci sarà spazio per l’arrivo dei big della politica che verranno a dare il loro contributo alla causa di questo o quel candidato presidente. E per capire che sia un momento delicato non occorre avere la palla di vetro. Le voci che giungono dall’Europa sullo stato di grosse difficoltà del mondo finanziario ed economico continentale hanno grandi ricadute nelle tasche dei molisani già alle prese con una tassazione non certo favorevole per i problemi che ha dovuto affrontare la nostra regione. Intanto un figlio d’arte è balzato alle cronache politiche nazionali: Cristiano Di Pietro. È stato lo stesso Antonio Di Pietro a spiegare con un blog ripreso dal Corriere della Sera che Cristiano si è conquistato il diritto a correre per la Regione dopo aver fatto per 5 anni il consigliere comunale e altrettanti quello provinciale. Ma una parte della base non è d’accordo, anche se la candidatura era prevista da almeno dodici mesi. A meno che i dissidenti abbiamo vissuto in questo periodo fuori dal partito. Comunque un po’ di sano... nepotismo guasta.
Pino Cavuoti

domenica 18 settembre 2011

Cercate di non dimenticare perché si vota

Lo si è capito in questi convulsi giorni che hanno segnato la presentazione delle liste. I partiti non contano più niente, o quasi. Ciò che contano sono i candidati. E così è stato, con le liste che sono state contaminate dalla presenza di consiglieri uscenti e da aspiranti consiglieri. Molti dei quali non hanno e non avranno nessuna continuità con i simboli che da oggi faranno bella mostra sui loro manifesti e sui santini, che passeranno tra le vostre mani. Il voto è libero e deve essere espresso, nonostante il rischio che ci sia una tendenza a far crescere l’astensionismo. C’è da dire di più. Occorre che si vada a votare, in tanti per far sentire il peso a chi vive della politica. E lo si dice senza criminalizzare un ambito della vita democratica che va difeso con energia. Ma un consiglio, considerando anche che da mezzogiorno di ieri si è in piena campagna elettorale, penso che si possa e debba dare ai nostri lettori. Non curatevi del fatto che a chiedere il voto sia un parente, un amico, o un amico dell’amico. Ma sforzatevi di giudicare la sua vita, la sua storia professionale o lavorativa. La sua coerenza, il suo rigore nel rispettare le leggi. Che magari non abbia marcato visita per fare dei giorni di malattia quando era sano come un pesce, oppure che ha evaso le tasse non rilasciando la ricevuta o lo scontrino fiscale. Che sia una persona onesta ed eticamente corretta. Non vi si chiede di andare a verificare cosa faccia nella sua camera da letto per giudicare la sua morale. Questo no. Ma considerate tutto il resto. Quello che si chiede agli elettori molisani di compiere uno slancio di maggiore rigore nello scegliere i prossimi rappresentanti del Consiglio regionale. Condizioni alle quali, tutto sommato, si possono condividere senza dover essere degli integralisti.
Pino Cavuoti

sabato 17 settembre 2011

Mamma mia, che brutta fine ha fatto la buona politica

Mamma mia che confusione. Ancora di più e peggio. Lo vedrete oggi a mezzogiorno quando saranno resi noti i nomi dei candidati al Consiglio regionale. Ancor di più quando si conosceranno, finalmente, anche coloro che saranno stati inseriti sul listino, il premio di maggioranza per la coalizione che vincerà le elezioni. Perché la sensazione, corroborata da quanto è accaduto in queste ultime ore, ci dimostra come la politica molisana sia arrivata alla frutta. Anzi all’amaro Averna. E non si tratta del piacere della vita, ma dalla gestione del potere. Forse nella maniera peggiore che si possa pensare. Ma alla fine, considerando che il Molise è come un piccolo quartiere di Roma, tutti si conoscono e così i candidati saranno un po’ tutti parenti, amici e compari. E allora non resterà che fare buon viso a cattivo gioco (frase fatta che mi ha fatto sorridere mentre la scrivevo) e ognuno si dovrà turare il naso andandosi a recare alle urne a votare. Nel frattempo però un consiglio agli aventi diritto al voto. Leggete bene i programmi e le riforme che vogliono apportare al sistema regionale e ai privilegi della loro Casta. Perché su questi temi dovrete chiamare alle risposte quanti busseranno alle porte delle vostre case o vi chiameranno al telefono per chiedervi di mettere una croce su un simbolo scrivendo il loro nome. Sempre che decidiate di tirare fuori dal cassetto la tessera elettorale e di andare al seggio. La preoccupazione è che l’assenteismo potrebbe averla vinta su tutto e tutti. Sarà compito dei candidati alla presidenza della Regione rimotivare con intelligenza i molisani a ritrovare un senso positivo alla partecipazione politica che è stata una delle grandi conquiste del nostro Novecento quando fu consentito anche alle donne di votare..
 Pino Cavuoti

venerdì 16 settembre 2011

La giornata più lunga del Fli tra Paolo e Michele

Mamma mia che confusione. Il Terzo Polo in Molise non è mai nato e i suoi pezzi non si sono mai uniti anche quando sembrava che avessero possibilità di vivere di luce propria. Da noi Luigi Velardi e Teresio Di Pietro sono riusciti, sin dal primo momento, a preservare l’Udc a tal punto che mai è stata messa in discussione la sua adesione più al centrodestra. L’Mpa non pervenuta, tanto da essere riuscita a far eleggere Rosario De Matteis presidente della Provincia di Campobasso. L’Api di Erminia Gatti, a parte qualche sortita pubblica, ha abbassato la guardia preferendo la più comoda accoppiata con Alternativ@ di Roberto Ruta e compagni. Dulcis in fundo Quintino Pallante e il suo Fli. L’ex sindaco di Frosolone partito in pompa magna, con l’adesione di Adelmo Berardo, Tony Incollingo, Enrico Gentile, in questi giorni ha lottato e sta lottando da solo per essere presente in questa competizione. Ma quella di ieri è stata una giornata campale, tra Roma e Campobasso. Nella capitale Pallante ha incontrato Gianfranco Fini. Si sono rincorse le notizie che hanno dato, nel corso di una seduta fiume, il Fli ora a destra e ora a sinistra. Persino l’arrivo in terra sannita di emissari del presidente della Camera dei deputati per parlare con il vincitore delle Primarie del centrosinistra. Quintino sballottato tra Michele Iorio e Paolo Di Laura Frattura. Infine ieri sera, la novità che dovrebbe trovare conferma in giornata, Pallante avrebbe firmato per restare con Iorio del quale nutre un profondo amore e un malcelato rifiuto (a seconda delle situazioni). Un oscar della simpatia e della resistenza al coordinatore regionale del Fli tirato per la giacca tra Michele e Paolo, con il Fli che è alla ricerca di un’identità ben precisa nella speranza di essere poi condiviso dagli elettori.
Pino Cavuoti

Quando anche la Repubblica benedice Iorio

Deve essersi sentito orgoglioso Michele Iorio nel leggere che persino il quotidiano La Repubblica, da sempre ostile nei suoi confronti, martedì ha inserito il Molise tra le prime quattro regioni in Italia dove non è aumentata la spesa pubblica dal 2000 al 2009. Lo dice uno studio della Cgia di Mestre che, in più di un’occasione, ha mostrato in maniera impietosa questa regione. Molise che paga spesso dazio per l’esiguità dei suoi abitanti con l’obbligo di dover fornire livelli essenziali nei servizi. Da Molise spendaccione a Molise risparmioso, per usare una vecchia pubblicità usata per reclamizzare la Fiat Uno. E come la nostra utilitaria nazionalpopolare, alla distanza Michelino Iorio si svela come ingiusto bersaglio in materia di spesa e utilizzo dei fondi pubblici. Per anni. E con dignità il presidente può affermare che ha saputo essere virtuoso, mostrando capacità di saper spendere bene «senza promuovere una sterile politica dei tagli, ma attuando un’azione di governo ragionata e ponderata che, pur razionalizzando le risorse a disposizione, non rinuncia ad investire sul territorio e quindi sul futuro». Quindi una garanzia per la continuità che ora chiede agli elettori. E alla continuità, come amano evidenziare coloro che sono vicini al governatore, anche la stabilità di un’azione di governo. Crediti pesanti da vantare nei confronti dell’elettorato ricordando che in queste due legislature Iorio ha dovuto combattere contro la violenza della natura, matrigna e ossessiva. Eppure la regione ha camminato. E ora, nonostante il regime di rigore, Iorio vuol lanciare una sfida, un patto con i molisani, nella convinzione che dopo la stagione dei sacrifici potrà tornare il sorriso e il lavoro. Pronti ad accettare la sfida?
Pino Cavuoti

mercoledì 14 settembre 2011

Aspettando sabato... via al gioco del cornuto

Non ho mai negato di aver avuto dei trascorsi politici. Non sono mai stato eletto, perché mai candidato in alcuna consigliatura, ma ho avuto responsabilità politiche e associative. Una frequentazione che mi ha permesso di conoscere quel tanto che basta quel mondo, permettendomi di comprendere un poco l’arte della politica. Con coerenza. Nani e ballerine, ci sono stati, ci sono e sempre ci saranno. Il vero problema è che persiste una logica in politica, che non potrà mai essere abbandonata: quella di pensare di annullare l’altro, l’avversario, ricordandogli i trascorsi politici. Dalle mie parti si chiama il gioco del cornuto. Per chi frequenta le sacrestie si potrebbe dire vedere la pagliuzza nell’occhio di chi si ha davanti e non accorgersi di avere nel proprio una trave. Insomma dare del cornuto all’altro, e dimenticare non solo di esserlo stato, ma di ancora esserlo. È la logica della politica miope, quella che invece di pensare ai programmi e alle cose da fare si preoccupa piuttosto a denigrare il “nemico”. Dopo il 1993 le ideologie hanno perso il loro peso a causa del vento della magistratura che ha spazzato ogni certezza. Ma già un segnale ce lo aveva dato, quattro anni prima, la caduta del muro di Berlino. Tutto questo mi ha consentito di mettere l’anima in pace, avendo vissuto sempre con la presunzione che l’idea quando diventa ideologia contasse più di ogni altra cosa. Poi la constatazione che la coerenza non è seguire un’idea, un principio di vita, ma adattarsi, cambiare, alle esigenze del momento. Almeno così si giustifica chi lo fa. Ed ecco la transumanza, da una parte all’altra. Da destra a sinistra, da sinistra a destra, anche se poi sono diventati solo punti geografici, passando sempre e comunque per il centro. Ai seguaci di Iorio quanto a quelli di Di Laura Frattura mi permetto di dare un consiglio: lasciate perdere i partiti che ognuno dei due ha frequentato prima di arrivare dove sono. Entrambi sono dei transumanti. Piuttosto accapigliatevi per il programma che vogliono realizzare. É l’unica cosa che conta. Il resto sono solo chiacchiere, aspettando sabato quando vedremo quanti sono passati dall’uno o dall’altra parte nelle loro liste. Con una facilità impressionante. Altro che ideologia. E’ la cultura della greppia. O di chi è più cornuto dell’altro.
Pino Cavuoti

domenica 11 settembre 2011

Di Pietro, vincere in Molise per puntare a Palazzo Chigi

Il molisano Antonio Di Pietro si prepara a tentare la scalata a Palazzo Chigi. Ora ci crede per davvero, e forse non è più solo un sogno da cullare nella masseria di Montenero di Bisaccia. Ma ci sono due condizioni, riuscire a vincere le primarie di coalizione (alle quali ha annunciato che parteciperà) e battere Silvio Berlusconi. Ostacoli non di poca cosa. Ma per poterci riuscire deve compiere un’altra missione impossibile far vincere Paolo Di Laura Frattura nel confronto con il titano Michele Iorio. Una serie di variabili che, se dovessero realizzarsi, lo manderebbero in orbita, ancor di più, nella politica nazionale. Una consacrazione per stessa ammissione del leader dell’Italia dei valori, che ieri in un passaggio del suo discorso di presentazione del candidato per le regionali ha evidenziato «come in questo momento si è creata un’occasione più unica che rara in Molise come a livello nazionale». E che quest’estate Di Pietro sia andato a scuola di cultura di governo, rinfrescando le conoscenze fatta alla scuola di Romano Prodi quando è stato ministro delle Infrastrutture, lo si è intuito ieri nel “fianco a fianco” con Paolo Di Laura Frattura. Più che slogan di fuoco all’indirizzo dell’amico-nemico Michele Iorio, l’ex magistrato ha parlato di programmi e di scelte strategiche da condividere con gli alleati per un’opportunità che non potrebbe più capitare. Mandare a casa Iorio per battere lo Iorismo, mandare a casa Berlusconi per tentare di eliminare il Berlusconismo. La corsa è a due per Palazzo Moffa, a meno che il centrosinistra non decida di facilitare la corsa alla terza riconferma per Michele Iorio. Il centrodestra lo spera anche per evitare di soffrire fino al 17 ottobre.
Pino Cavuoti

venerdì 9 settembre 2011

Solo Iorio può perdere le elezioni

Michele Angelo Iorio, classe 1948 da Isernia, professione politico, presidente di una regione piccola. Un buon padre di famiglia, se è riuscito a generare tra alcuni dei suoi tre figli la passione per la medicina e l’arte del possibile, come qualcuno ama definire la politica. In questi dieci e più anni di responsabilità di governo è riuscito a restare saldamente in sella. Iorio è stato capace di avere sempre i numeri dalla sua parte per non andare sotto in aula, anzi ricomponendo quelli necessari quando qualcuno lo abbandonava per strada, con una campagna acquisti nel campo avverso. Come non si può non applaudirlo per questo? Con la capacità di gestire l’azione amministrativa senza un coinvolgimento diretto e incalzante dei partiti, che loro malgrado, sono stati messi in secondo piano. Come tutti i matrimoni il suo gradimento tra gli elettori è stato altalenante, del resto anche Barack Obama conosce la stessa sorte con il passare del tempo. Michele Angelo Iorio ha vinto due elezioni, sventolate con orgoglio soprattutto quando in Italia quelle di colore azzurro erano in numero minore rispetto a quelle rosse. Il governatore uscente, sulla carta, avrebbe tutte le possibilità per tentare un magico tris. Ma come accade, nello sport come nella vita, quando tutto è certo si può correre il pericolo di prendere la cosiddetta tranvata. Perché questa volta solo Iorio potrà perdere le elezioni se non troverà la forza di rimettersi in moto e ridare smalto alla sua capacità di saper fare comunicazione e il contatto con la gente. Diversamente, dando per scontato che il centrosinistra si presenterà un po’ più unito e solido rispetto al passato, l’impressione del pugile suonato non sarà solo un’impressione prima di salire sul ring, ma un’amara certezza. Considerando che i numeri dicono che ha gestito una gran mole di denaro. Un richiamo a cui gli amministratori locali non sembrano mostrare scarso interesse, anzi tutto il contrario. Così fu pure nel 2006 e sappiamo come è andata a finire.

Pino Cavuoti