mercoledì 29 giugno 2011

Andate a lavorare!

Per chi frequenta poco o per niente l’aula del Consiglio regionale sarà difficile comprendere fino in fondo la liturgia dei lavori dell’assemblea. Solo così si può capire la rumorosa reazione di ieri mattina nell’emiciclo da parte delle associazioni che compongono la rete contro l’eolico selvaggio. Perché a loro, come a tutti coloro che non fanno della cosiddetta casta della politica, risulta non solo misterioso ma persino inaccettabile le perdite di tempo e i rinvii che caratterizzano sistematicamente le sedute del Consiglio regionale. E così tra le assenze e le uscite dall’aula alla richiesta della verifica del numero legale, al presidente Picciano non è restato altro che aggiornare la seduta. E sono partite le invettive del mondo dell’associazionismo seduto tra le poltroncine riservate agli ospiti del palazzo. Il classico coro di “andate a lavorare” ha fatto pensare più di stare sugli spalti di un campo di calcio piuttosto che in un luogo austero e autorevole come dovrebbe essere il Consiglio regionale del Molise. Il pranzo non ha portato consiglio tanto che si tornerà a... lavorare il prossimo 5 luglio. E che si andrà in progressivo declino lo si intuisce anche perché è iniziato il conto alla rovescia di fine legislatura con gli inquilini di Palazzo Moffa e Palazzo Santoro più preoccupati al proprio territorio elettorale che a impegnarsi fino all’ultimo giorno per tutto il Molise. Andate a lavorare, toccherà doverlo fare a chi non sarà rieletto. E saranno in tanti a restare a casa!
Pino Cavuoti

giovedì 23 giugno 2011

I molisani che sanno farsi rispettare

Non ho avuto il piacere di conoscere di persona Leonardo Colavita. Ma un dispaccio di poche righe ieri pomeriggio ci ha segnalato che per il prossimo biennio sarà il presidente dell’Associazione italiana degli industriali oleari. Una notizia che accogliamo con piacere come riconoscimento a un imprenditore che è riuscito a farsi apprezzare a livello nazionale, a tal punto da meritare per il prossimo biennio di governare un’associazione così rappresentativa per un paese apprezzato produttore d’olio a livello mondiale. Nomina che dimostra come il Molise, pur essendo piccino rispetto al resto d’Italia, riesca a farsi valere e soprattutto a imporre i figli di questa terra. Nel panorama nazionale sono diverse le personalità che si sono imposte per il livello di competenza e preparazione. Ciò conforta, chiamando in causa una punta di campanilismo, a dimostrazione che il lavoro alla fine paga. Uno stimolo da raccogliere per puntare sempre a obiettivi più alti. E a conclusione delle giornate dei Molisani nel mondo non guasta ricordare anche quegli emigranti con la faccia da straniero che “facendosi il mazzo” sono riusciti a farsi rispettare. Intanto, come ha annunciato nei giorni scorsi il governatore Iorio il prossimo 4 ottobre il Molise avrà l’onore di offrire, a nome di tutte le regioni italiane, l’olio che arderà sulla tomba di San Francesco, Patrono d’Italia. Un evento importante che vedrà il Molise protagonista ad Assisi. L’oro verde che unisce il sacro e il profano nell’amore della comune terra.
Pino Cavuoti

martedì 21 giugno 2011

Dal clamore ecco spuntare la tenda

Aspettando l’immancabile caos per il Corpus Domini a Campobasso l’arcivescovo ha voluto concedere a tutti l’opportunità per trovare uno spazio di silenzio nel centro della città. In piazza della Vittoria dalla mia scrivania, con le finestre aperte per il caldo, riesco a sentire in maniera distinta i canti invocanti di chi ha raccolto la sfida di Bregantini. Con tutto il rumore che caratterizza una festa così importante come quella che ci prepariamo a trascorrere domenica prossima sembra quanto mai doveroso, per quanti credono nella morte e resurrezione di Gesù, recuperare il senso della fede che oltre i riti è un cammino di introspezione, di deserto. Pensare di realizzare uno spazio del genere nel centro città poteva apparire quanto mai discutibile, improbabile. Eppure l’arcivescovo è riuscito con quell’oasi bianca a spezzare una tradizione aiutandoci a riscoprire la capacità di stupirci, di saperci ancora meravigliare. Questo spazio riservato alla sosta, rispetto a un mondo che invece ci spinge a correre e a non guardare indietro, è il segno della follia della fede comune. Una follia sana che può aiutare a far recuperare, a quanti hanno perso l’abitudine a gettare l’ancora, anche per pochi minuti. Il caldo della tenda, rispetto ai tempi sacri, può rigenerare quelle che ora chiamiamo pile e che, più semplicemente, è lo spirito, la nostra anima. Rispetto ai temi che ogni giorno trattiamo come politica, economia e cronaca, permettete di adeguarci alla follia. Sarà un effetto rigenerante per il bene del corpo e della fede, che ci è stata data in dono.
Pino Cavuoti

giovedì 16 giugno 2011

Quando in politica paga il Gioco dell’Oca

Le elezioni comunali a Campobasso, e quelle più recenti delle provinciali, hanno insegnato alcuni semplici regole di comportamento politico. Si può essere eletti in barba a qualsiasi regola di coerenza e comportamento. Della serie che le idee non hanno più alcun valore nel momento in cui si sottoscrive una candidatura e si chiede il voto agli elettori. Conta il peso dei voti che si porta in dote alla faccia di chi, invece, continua a tirare la carretta dietro le quinte e senza allungare il cappello. Vale la logica della conta della faccia di bronzo, di chi più chiede e più ottiene. Si dirà è la logica della politica del terzo millennio, prendere o lasciare. Ma che squallore e che insulso modo di mettersi in campo per fare carriera. Si capisce allora, quando si legge il lavoro di ricerca dei sociologi in ambito accademico, perché ancora oggi, più di quanto accadesse nella stagione di Mani pulite, la gente rifiuti la politica. Che si reputa un po’ come il Gioco dell’Oca. Ricordate? Quando si pensa di essere arrivati al traguardo si scopre che rilanciando i dadi si viene rimandati indietro, anche oltre il punto da dove eravamo partiti. In Molise questo si verifica ogni giorno, quando il fare politica si misura con il nanismo di chi regge i fili del potere. Eppure c’è ancora del fermento tra le persone perbene. La convinzione che si può ridare dignità all’arte della politica per il bene comune. Ce lo ha ricordato ieri sera la natura con l’eclissi di luna. La luminosità di questo satellite per poco più di un’ora è stata annullata. Poi, quando il buio sembra aver avuto la meglio, la luce è tornata a rendere meno paurosa la notte. In Molise c’è ancora la possibilità del ritorno alla vera politica, che non è un mercimonio.
Pino Cavuoti

martedì 7 giugno 2011

Obbedienza, ma senza perdere la pazienza

Giancarlo Bregantini
Dal gennaio 2007 la diocesi di Campobasso-Bojano è retta dall’arcivescovo Giancarlo Bregantini. Presule preceduto da una grande fama, che ha generato gioia e alimentato speranze. Una presenza accolta, come ha sempre dimostrato il popolo molisano, con grande affetto e filiale devozione, nel rispetto della comune appartenenza alla fede in Cristo. Fedeli con un radicato attaccamento al culto e alle pratiche devozionali, dimostrato dalla partecipazione agli appuntamenti che scandiscono il calendario liturgico. Il canuto pastore è riuscito a ritagliarsi una bella fetta di considerazione tra i fedeli di questo ampio territorio che riunisce le due diocesi di Campobasso e Bojano. Non è sempre facile capire e condividere il mondo di chi indossa l’abito talare, anche se l’arcivescovo non disdegna di farsi vedere in clergyman. Ma alcuni episodi, anche di impatto mediatico, hanno lanciato in orbita monsignor Bregantini. Da apprezzare la sua sensibilità sociale e ai problemi che le famiglie stanno attraversando. In prima linea nelle battaglie in difesa del posto di lavoro e della salute pubblica. Aspetti che ne esaltano la valenza politica di un religioso tra la gente, che ha saputo farsi amare. In chiave populista? Sicuramente no, ma ci sono alcuni episodi che inducono alla riflessione. Come non ricordare il caso don Felix Cini a Cercemaggiore, con l’intervento del tutore dei minori, Nunzia Lattanzio, che ha difeso il diritto alla tranquillità delle famiglie. Poi la questione legata a Baranello e alla decisione del parroco, suffragato dall’arcivescovo, di adottare norme del diritto canonico più restrittive nelle cerimonie dei funerali e dei matrimoni. Con Bregantini che lo scorso fine settimana si è recato personalmente nel paese a celebrare il rito del sì in forma ridotta. Qualche malumore anche per la processione del venerdì santo a Campobasso, facendo arricciare il naso a più di qualcuno. E ora il “caso” fra Immacolato Brienza. Si vorrebbe portare, dopo il deposito del decreto di venerabilità a conclusione della fase diocesana del postulatore, il corpo del santo campobassano nel santuario di Castelpetroso. Da fonti curiali si apprende che la famiglia Brienza avrebbe già firmato la relativa autorizzazione. E fedeli di Campobasso come commenteranno questa indiscrezione? Tra chi porta l’abito talare ho ascoltato qualche volta un commento che recita pressappoco così: il vescovo che arriva, alla fine, fa sempre rimpiangere, quello andato via. Sarà così anche in questo caso?
Pino Cavuoti

domenica 5 giugno 2011

Lasciateci il Santo

Fra Immacolato Brienza
Si è in attesa del decreto di validità del processo diocesano che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e che segnerà lo snodo per la fase di beatificazione del servo di Dio, fra Immacolato Brienza. Un traguardo che i fedeli di Campobasso stanno seguendo con grande apprensione per un concittadino che nella sua vita si è fatto carico delle sofferenze del mondo. La sua abitazione in piazza Cuoco è diventata meta di pellegrinaggio da chi chiede la sua intercessione per ottenere la guarigione e il perdono dei peccati. Con insistenza circolano alcune voci che vedrebbero la salma, una volta in possesso del decreto di validità dopo l’attività svolta dal postulatore, invece di essere trasferita dal cimitero di Campobasso nella cappella sinistra in Cattedrale, nel santuario mariano di Castelpetroso, per essere venerata da tutta la regione. Una scelta che diventerebbe difficile da far capire ai tanti fedeli e soprattutto alla famiglia Brienza. C’è chi sarebbe pronto a scendere in piazza, come ha annunciato il consigliere comunale Maurizio Tiberio, pur di difendere il diritto dei campobassani a venerare fra Immacolato nella propria città. Una rinuncia che Campobasso non è disposta a sopportare, per nessun motivo.
Pino Cavuoti

sabato 4 giugno 2011

Sono innamorato del Molise

Benedico la natura che è stata così generosa con la terra molisana. Conosco questa regione sin da bambino, ma solo con il lavoro giornalistico ho avuto modo di scoprire la bontà e la generosità della gente del Molise e le bellezze naturalistiche. Mare, colline e montagne, con alcuni angoli incontaminati di paradiso, che riescono a rapire la sensibilità dell’ospite. Un territorio che è stato salvaguardato dalla mano devastatrice dell’uomo. Ma altrettanto non è stato fatto per promuovere le peculiarità delle due province che mostrano evidenti limiti. Manca l’impegno a dare il giusto valore alle cose che si hanno a disposizione, e anche in abbondanza. Per quel che si è capito manca una seria programmazione da parte dell’ente preposto anche se continuano a convivere gli enti di promozione turistica e le aziende di soggiorno sotto la cappa del commissario straordinario. Proprio perché si ama questa regione non si può restare alla finestra a guardare lo scorrere del tempo senza intervenire in alcun modo per modificare le cose. L’Università del Molise ha istituito un percorso di laurea con tanto di sede a Termoli. Quali frutti ha prodotto - al di là delle professionalità che sono state formate - un impegno così oneroso per la spinta a fare camminare il turismo molisano? Di tutte queste è doveroso parlarne per aprire un dibattito tra quanti operano nel settore vacanziero. E’ facile amare questa terra, più difficile valorizzarla per trarne i benefici utili a vivere con essa.
Pino Cavuoti

giovedì 2 giugno 2011

Tra destra e sinistra c’è l’incomodo

C’è un Molise che vuol uscire allo scoperto e si sta preparando a farlo nelle prossime elezioni regionali. Un movimento che sta lavorando sotto traccia perché stanca del teatrino della politica, da qualunque parte venga recitato.E non si tratta del mercato delle vacche, dove per alzare la propria quotazione si fa l’effetto annuncio. Ieri mattina un affermato professionista mi ha anticipato ciò che accadrà a partire dalle prossime settimane. Dalla periferia sta crescendo la necessità di non affidare più ad altri la cosiddetta delega in bianco per farsi rappresentare nelle stanze del potere. Un cantiere aperto dove si starebbe lavorando nell’individuazione delle persone che potrebbero completare, con il loro alto spessore umano, professionale e imprenditoriale, le liste nelle due province. Mancherebbero all’appello il nome del movimento e soprattutto quello del candidato presidente. Per entrambi sarà necessario ancora del tempo. Si sta lavorando, infatti, per coinvolgere il maggio numero di soggetti interessati al progetto. C’è, insomma, un cronoprogramma da rispettare, c’è ancora del tempo per organizzarsi. Una notizia a beneficio dei naviganti, altro non si può aggiungere, perché possano attrezzarsi. Messaggio che sia da destra e sia da sinistra è opportuno che venga colto al volo per capire che nulla in politica è scontato. Le certezze non hanno mai portato molto lontano in particolare in quella che è la fabbrica del consenso. Che questa volta potrebbe aver bisogno della cassa integrazione.
Pino Cavuoti

Centrodestra sveglia, chi dorme...

Il centrosinistra ha avuto un bel sussulto di vita con i ballottaggi di questo ultimo fine settimana. Un po’ come il capitone a Natale, quando continua a muoversi in attesa del colpo definitivo.Successi che hanno ridato ossigeno a una forza politica che non sembrava più in grado di affrontare alla pari l’armata vincente dei Berlusconiani, anche dopo il tentativo del Terzo Polo di sfiduciare il premier. In Molise si respira aria diversa rispetto alle insidie delle grandi città. Napoli, Milano e Cagliari sono realtà lontane, ma che i media hanno portato paurosamente vicine. La dimostrazione è che ieri il centrosinistra in Molise ha ritrovato la forza per ripresentarsi in pubblico, dopo la sonora sconfitta che ha permesso a De Matteis di sedersi a Palazzo Magno. Questo non vuol dire che guardando in prospettiva novembrina le Regionali siano già cosa fatta. Anche se sembra impossibile quanto improbabile una deblacle per Michele Iorio bisogna ricordare che le urne devono essere aperte. E ogni elezione presenta le sue inevitabili insidie. Ai dirigenti del Pdl il compito di tenere serrati i ranghi anche perché nonostante i desideri e i patti di sangue di Velardi, Pallante e soci il Terzo Polo romano potrebbe non essere più disponibile a concedere delle deroghe al Molise. E come recita il saggio: «Chi dorme...». Tenendo conto di tutto ciò, i giorni che mancano d’ora in avanti, possano servire a più di qualcuno a svegliarsi dal convincimento che Iorio possa bastare a far un solo boccone degli avversari
Pino Cavuoti