domenica 31 luglio 2011

Ma che estate!

Povere mogli e povere amanti, ma che estate si preparano a trascorrere. Perché vi starete chiedendo? La risposta è presto data: aria di elezioni. Infatti i loro mariti e i loro fredifraghi avranno ben altro di che preoccuparsi. E come potrebbe essere diversamente? A far cambiare i programmi la possibilità, come sembrerebbe, che il ritorno alle urne per il rinnovo del Consiglio regionale verrebbe anticipato di almeno due o tre settimane. A conti fatti si tornerebbe a votare il 16 e 17 ottobre. Ragion per cui la scadenza delle liste andrebbe a cadere il 17 settembre. A conti fatti ci sono 45 giorni, giorno più, giorno meno, per individuare i candidati, per dimettersi da eventuali incarichi (per qualcuno potrebbe già essere tardi) che causano l’inelegibilità, per formare nuove liste, per abbandonare la sinistra per andare a destra e viceversa, a seconda di come tirerà il vento. In tutto questo lavoro ci sarà poco tempo per pensare ad altro! Un estate tra secchielli e palette e telefonino acceso. Solo chi è già partito e fatto ritorno a casa - sembra che Paolo Di Paola Frattura sia uno di questi - o chi come il governatore Michele Iorio - abbandonata la roulotte per dedicarsi ai nipoti a Campomarino Lido - possono fare sogni tranquilli, almeno per il momento. Tutti gli altri, a parte chi preferirà non candidarsi per raggiunti limiti di visibilità, saranno impegnati a vigilare sul vicino di ombrellone. L’unico tranquillo, nel caso di vittoria del centrodestra, è Gianfranco Vitagliano che, anche se non dovesse essere eletto al primo colpo, troverebbe una collocazione in giunta. Provate a controllare queste due ultime legislature. I balneatori di Campomarino, Montenero di Bisaccia e Termoli sono contenti, un po’ meno quelli di Petacciato. Sarà il litorale molisano il vero centro della politica dello Stivale. C’è chi giura che tanti big nazionali scopriranno solo quest’estate il Molise. Buon per noi!
Pino Cavuoti

sabato 23 luglio 2011

Listino elettorale, più sei piccolo meglio è

Ha già avuto inizio la campagna di avvicinamento alle Regionali 2011. In tanti hanno messo in conto di dover scendere in pista a caccia di consensi per poter accedere nel ristretto gruppo della politica retribuita in maniera ben adeguata. La lunga rincorsa è partita nel corso della quale tutto diventa lecito, anche denigrare l’amico di ieri. Ma la guerra è guerra, e ogni arma diventa lecita pur di non soccombere. In questa dinamica si spiega anche l’atteggiamento dei leader regionali dei piccoli partiti che, cosa accaduta anche nelle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Campobasso, si ritengono indispensabili alla stregua degli “unti dal Signore”. Si spiegano quindi le richieste di essere inseriti nel listino - il cosiddetto “gratta e vinci” - per puntare, in caso di vittoria di quello schieramento, al posto sicuro a Palazzo Moffa. Ci sono tanti esempi che meriterebbero di essere ricordati anche se, per onestà, il loro status di consigliere regionale è in tutto uguale, e non simile, a quello di chi ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per essere eletto. Più sei piccolo e meglio è. Sarà anche in questo giro la regola che condizionerà chi dovrò stilare l’elenco magico? Come il passato ha fatto lezione, i nomi verranno scelti solo all’ultimo minuto. Con buona pace di chi ne s’è tornato a casa nella convinzione di avere la candidatura già saldamente assicurata in tasca. A tutti, a coloro che saranno trombati ancor prima di correre e a coloro che lo diventeranno solo dopo l’apertura delle urne, un consiglio: non vi ammalate. La vita è ben altra cosa! Tanto in un modo o nell’altro, se avete costruito bene il vostro cammino di avvicinamento qualcosa accadrà. Ne sanno qualcosa...
Pino Cavuoti

giovedì 21 luglio 2011

Remo Gaspari: il politico di una razza in via d’estinzione

Ieri mattina è morto nel suo letto a Gissi a 90 anni uno dei protagonisti della rinascita dell’Abruzzo.
Quando il 30 gennaio 1979 veniva a mancare Giuseppe Spataro, uno dei figli più illustri di Vasto e dell’Abruzzo tra i fondatori del Partito popolare italiano di don Sturzo e De Gasperi, già da tempo nella scena politica nazionale brillava la stella del democristiano Remo Gaspari. Avvocato che partendo da Gissi nel 1953 aveva varcato per la prima volta il portone principale di Montecitorio per iniziare una lunga carriera parlamentare, terminata solo nel 1992 con la fine della Prima Repubblica, e con un’intensa attività governativa seconda solo al divino Giulio Andreotti Ho avuto modo di seguire e intervistare decine e decine di volte Giorgio, nome di battaglia nella lotta partigiana, anche se i più l’appellavanozio Remo. Sempre un fiume in piena con una memoria molto viva e la capacità di ragionamenti che partivano da lontano senza mai perdere il filo del discorso. Spataro e Gaspari, uno di Vasto e l’altro del suo entroterra, due statisti di rango ma profondamente diversi. Il primo cultore della politica in un’Italia dove la democrazia avrebbe conosciuto il suo livello più basso, il secondo in un’Italia tutta da ricostruire dopo il secondo conflitto mondiale. Entrambi amati dal forte senso dello Stato e del dovere civico. Ma è Gaspari che ha lasciato il segno più indelebile della sua presenza nella scena politica regionale tanto che qualcuno ha coniato il termine di gasparismo che, per la sinistra del tempo, ha sempre avuto un’accezione negativa. Ma era un modo diverso di fare politica rispetto a quella che stiamo vivendo nei giorni nostri. Una maniera di accentrare tutto nelle mani di una sola persona tanto che, a torto o a ragione, non si è mai parlato in Abruzzo e in Molise, di un delfino, di un successore della continuità politica di Gaspari. Forse questo il limite dell’uo- mo Gaspari. C’erano e ci sono politici che hanno fatto riferimento a zio Remo formandosi alla sua scuola politica. Quello di Gaspari era un metodo scientifico di fare politica con una capacità di lavoro e organizzativa difficilmente riscontrabili in altre persone che si possono incontrare nella scena pubblica. Del pluriministro si potrebbero raccontare mille e uno aneddoti. Di certo si può ricordare che il politico Gaspari ha sempre avuto tempo e pazienza per ricevere ogni cittadino che voleva parlargli. A Roma. come nella sua casa di Gissi al civico 61 in corso Vittorio Emanuele o a Vasto Marina, all’hotel Sabrina dove in estate c’era una vera processione di gente in attesa. In tanti ieri alla notizia che Remo aveva terminato i suoi giorni in tanti hanno avvertito una forte emozione. A sintetizzare il momento doloroso il sindaco di Gissi, Nicola Marisi. «Una persona come Remo Gaspari - dice il primo cittadino - non rinascerà né ora né mai con un forte senso dello Stato per una carriera politica caratterizzata da una grande onestà e intelligenza». Un politico di razza che programmava ancora impegni mantenendo i rapporti con tutti. Martedì scorso, a due giorni dal suo novantesimo compleanno, era stato accolto con tutti gli onori in Consiglio regionale a L’Aquila. Con grande lucidità ha tenuto il suo intervento al cospetto di politici che riteneva deboli rispetto alle esigenze del momento. Del resto non poteva e non avrebbe parlato in maniera diversa. Con il bastone del comando che non ha mai abbandonato difendendosi dagli attacchi degli avversari con la sostanza e la concretezza delle azioni. Con Gaspari è andato via una parte del nostro Novecento migliore.
Pino Cavuoti

domenica 17 luglio 2011

Contrordine compagni, torniamo a trentadue

Sono una persona fortunata. Lavoro in una squadra ben rodata, ma soprattutto motivata.Come ricorderete nell’editoriale del 2 luglio avevamo annunciato che Il Nuovo Molise, per il solo periodo estivo per consentire la rotazione delle ferie dei giornalisti, sarebbe uscito a 24 pagine. Gli ultimi giorni particolarmente caldi per l’informazione in vista delle elezioni di novembrine ci hanno consigliato di fare marcia indietro. Di ritornare alla foliazione a32 per avere più spazio a disposizione per poter meglio raccontare i fatti del nostro Molise e del mioAbruzzo. Uno sforzo in più per tutta la redazione che, devo ammettere, con grande senso di responsabilità si è voluta far carico, anche per coloro che saranno in vacanza, del lavoro in più da fare. Li ringrazio. E ringrazio anche e soprattutto i lettori che in questi giorni di foliazione ridotta ci hanno invitato a riprendere il formato a 32. Un numero magico come la macchina da scrivere dell’Olivetti che ho usato per molti anni prima di passare al computer. Ieri sera il collegaFrancesco Bottone, di cui tutto si può dire meno che sia abituato a considerarsi compagno nell’accezione politica che conosce e ha applicato nei suoi studi universitari, mi ha suggerito il titolo che ho accolto con vero piacere. E ribadisco ai nostri lettori: «Contrordine compagni». Nella certezza di esserci sempre vicini. Come? Parlando bene di noi e acquistandoci sei giorni alla settimana.
Pino Cavuoti

giovedì 14 luglio 2011

Dalle ceneri, per ripartire

Dopo aver collezionato una serie incredibile di sonore sconfitte, il centrosinistra si scopre di aver ritrovato un barlume di vitalità in Molise. Domani scadrà il termine utile per raccogliere le candidature per scegliere il candidato presidente da mettere sulla strada della terza elezione di Iorio. Non sarà un compito facile, ma l’essersi predisposto nella mente e nel fisico all’impresa, alla grande occasione sembra aver messo le ali alle ambizioni di una parte politica data per seppellita. Se saranno questi i nomi già dati per certi, la corsa all’anti Iorio diventerebbe quanto mai interessante e appassionata. Per il Pdl, i suoi movimenti satelliti e annessi partitini, la partita non sarà così facile, come è accaduto anche nelle recenti provinciali. Se dalle primarie dovesse prevalere la novità assoluta, anche le parole di Antonio Di Pietro diventerebbero ancora più impegnative, in chiave di coalizione unita. E dalle ceneri non solo si potrà ripartire, ma si potrà gettare il cuore oltre l’ostacolo con un candidato che può fare la differenza.
Pino Cavuoti

giovedì 7 luglio 2011

Tangentopoli non ha insegnato proprio niente

Mario Chiesa, il "simbolo" di Mani Pulite
Sembra incredibile ma ci sono funzionari negli uffici pubblici del Molise che, per garantire un diritto ai cittadini, chiedono ancora le mazzette. Si fanno pagare sotto banco per accelerare una pratica, per chiudere un occhio in un contenzioso o per far assegnare dei lavori di manutenzione. La storia si ripete ancora, a dispetto di quanto sembrava avesse insegnato la lezione di tangentopoli e il lavoro dei magistrati partendo da “Mani pulite”. Aveva ragione quando Antonio Di Pietro, figlio del Molise e personaggio simbolo di quel periodo di moralizzazione, parlava che il fenomeno della corruzione non sarebbe mai stato debellato. Facile profeta. Così è stato, così è, così sarà. Nella rete della giustizia è finito un altro dipendente pubblico che dovrà spiegare ai magistrati come e perché. E non sarà l’ultima volta perché purtroppo è insita nella natura dell’uomo la bramosia del denaro e di possedere di più. Qualcuno potrà dire che avrà agito per bisogno, ma finanche fosse vero, non è giustificabile un simile comportamento. Questo ennesimo episodio continua a fare notizia. E non solo perché è accaduto qui da noi, in una piccola regione. Farà sempre notizia quando un dipendente che operi nel pubblico o nel privato, verrà meno ai propri doveri per chiedere denaro non dovuto. I latini dicevano “Pecunia non olet” Il denaro quando è ottenuto illecitamente puzzerà sempre e comunque.
 Pino Cavuoti

lunedì 4 luglio 2011

L’estate del Bunga bunga

Domenica sera sono stato rapito dal concerto di un cantante abruzzese, Roby Santini, che dopo aver avuto successo internazionale con la canzone Up and down e altri motivetti da discoteca ha deciso di cambiare tutto e di darsi al folklore. Ma con ritmi ben studiati e uno spettacolo con diversi cambi d’abito. Migliaia di persone lo ascoltano e lo acclamano ovunque nelle piazze d’Abruzzo e Molise. Quest’anno nel suo cd dal titolo “Ragazzo di campagna 3” ha voluto comporre una canzone dedicata a Ruby Rubacuori e al Cavaliere. E’ talmente martellante che ieri mattina mi sono ritrovato in macchina a canticchiarla da solo e poco dopo a ridere per averlo fatto. Santini è un gran furbone, a soli 40 anni ha scoperto come fare soldi anche con il folk. Ancor di più a interpretare i consumi della gente. Perché se negli anni Sessanta andavano I Watussi con l’Alligalli, quest’estate sarà la volta del Bunga Bunga del Cavaliere. Il vero problema è che sono i giovani ad aver fatto proprio questo ritmo a dimostrazione che anche su queste cose non solo si può scherzare ma anche riuscire a ballare. Gli artisti, gli scrittori, i musicisti e i poeti riescono a interpretare i tempi e ad amplificare le aberrazioni del mondo, prima e più degli altri. Che l’estate 2011 verrà ricordata come quella del Bunga Bunga? Se saranno Ruby si vedranno!
Pino Cavuoti

sabato 2 luglio 2011

È più bravo fuori regione

Potrebbe sembrare un paradosso. Eppure il governatore del Molise, che qualche volta dai suoi non è apprezzato dalla sua gente molisana, raccoglie consensi e incarichi di prestigio fuori dalle mura amiche. Dopo essere stato rinconfermato per un secondo quinquennio come vicepresidente della Conferenza Stato-regioni.Ora arriva la nomina a nuovo presidente dell’Euroregione adriatica (Ea). Resterà in carica per due anni e che raccoglie 25 tra Regioni e Enti Locali appartenenti a 6 diversi Stati del bacino Adriatico e con una popolazione complessiva di venti milioni di abitanti. L’assemblea lo ha eletto all’unanimità. è la dimostrazione della considerazione e del consenso che è riuscito a conquistarsi in questi anni di attività politica ad alto livello. Ieri a guardarlo in volto si leggeva una manifesta soddisfazione per un ruolo che lo proietta in realtà diverse per lingua, cultura ed economia. Una prova in più da sopportare per Iorio nell’anno che lo porterà a chiedere per la terza volta il lasciapassare agli elettori per guidare il Molise nel quinquennio 2011-2016. A 63 anni il governatore sembra voler dimostrare di avere una nuova giovinezza. Un elisir di lunga vita, sempre al posto di comando. Sarà in grado di mantenere questi ritmi tenuto conto che di recente qualche volta si è dimostrato stanco e svogliato? Iorio deve preoccuparsi di essere il più bravo in questa regione. Ed è ciò che più conta, d’ora in avanti.
Pino Cavuoti

venerdì 1 luglio 2011

In lotta per vivere

Giammaria Arcari con mamma e papà
Questa prima è la dimostrazione di una delle prerogative del direttore di un giornale: la scelta di poter pubblicare ciò che si vuole. Non sempre è così, qualche volta le esigenze dell’editore sono diverse e non sempre condivisibili. Ecco, quindi, la decisione, partecipata alla redazione, di dedicare l’intera prima pagina di questo numero a Giammaria Arcari, studente quartodicenne da Sepino. Forse nemmeno lui lo sa di essere un gigante e che sta combattendo una corsa contro il tempo per guarire da quella che considera una malattia di poco conto. Seppur costretto a non frequentare da circa tre anni la classe e i suoi compagni, è riuscito a prendere, dalla stanza della sua casa, la licenza media. Studio scandito dai viaggi al Gaslini di Genova dove è stato operato più volte e dove nei ripetuti cicli di chemioterapia ha tenuto sotto controllo quel male, che cresce veloce come la sua età. La mia non è pietà, né la filantropia di circostanza, ma la convinzione che ci dovremmo più spesso occupare, come organo di informazione locale, di queste storie, quelle della nostra gente. La famiglia Arcari ci ha spalancato le porte della loro casa, senza avere vergogna di raccontare questa storia vera. Per coinvolgerci in questa lotta per la vita del loro ragazzo, nella consapevolezza che in compagnia si possono sopportare meglio le difficoltà. Spero che i lettori comprendano questa scelta per Giammaria promosso dalla vita.
Pino Cavuoti