martedì 29 novembre 2011

A sette giorni dal primo Consiglio regionale

La politica regionale sembra improvvisamente essersi risvegliata dal letargo post elettorale. Sarà l’approssimarsi della prima seduta del Consiglio regionale, ma sia nel centrodestra e sia nel centrosinistra si registrano dei sussulti di vitalità. Il carburante che ha rimesso in moto la macchina amministrativa si chiama incarichi da assegnare in entrambi gli schieramenti. Nella zona dove staziona Paolo Di Laura Frattura c’è da assegnare la vicepresidenza e un segretario del Consiglio regionale, le vicepresidenze e la carica di segretario di alcune commissioni consiliari. Tanto è bastato per scaldare i motori e iniziare a far respirare - anche per i neofiti dell’aula consiliare - l’aria di Palazzo Moffa. Il compito più difficile spetta ai maggiorenti del centrodestra dove c’è più carne attorno all’osso. Ma c’è anche da far “riaddormentare” chi è stato escluso dalla giunta regionale. Mancano all’appello l’Adc (ma per Mario Pietracupa è riservato il prestigioso incarico di presidente del Consiglio), l’Udeur di Vincenzo Niro e Progetto Molise. In fibrillazione è, al momento, il solo Niro, alla sua terza legislatura, dopo aver staccato il biglietto a metà della scorsa per approdare alla corte di Iorio. Il politico di Baranello aveva sperato di essere giunto il momento per poter entrare di diritto nelle stanze di via Genova, sede dell’esecutivo regionale. Così non è stato. Tutto questo crea frustazione per un impegno che non è stato rispettato. Accordi disattesi o semplice aspetttativa? Intanto che tutto venga ricondotto nel giusto clima di reciproca collaborazione, il governatore sta per decidere le deleghe da assegnare ai suoi magnifici sei compagni di avventura. Sarà tutto facile come si pensa oppure Michele Iorio dovrà convincere gli assessori anche sulle cose da fare?
Pino Cavuoti

domenica 27 novembre 2011

Non spariamo addosso alla Regione

Un segnale di speranza, parole che suonino come spinta a lavorare tutti insieme. Sarà che in tutte le chiese del mondo si celebra la prima domenica d’Avvento, ma oggi avverto l’esigenza di superare tutte le divisioni della politica.  Per invitare, a pochi giorni dall’inizio ufficiale della nuova legislatura, la decima della storia della Regione Molise, i consiglieri a superare tutte le barriere ideologiche per un bene più supremo: quello della collettività. è indubbio che si siano delle difficoltà con famiglie con seri problemi già a fine mese per andare avanti, ma è altrettanto vero che si sta generando tra i cittadini una paura diffusa del domani. Nonostante qualcuno abbia cercato di convincerci che prima - e non si riesce mai a capire quale sia stato quel tempo - c’erano più certezze, ritengo che si sia sempre vissuto nella precarietà e nelle ricerca concretezza per le nostre famiglie.  Non possiamo e non dobbiamo aspettarci più di tanto dai nostri amministratori regionali, ma hanno il dovere di essere meno conflittuali e di pensare a creare motivi per avere fiducia. Di poter vedere un po’ di luce all’orizzonte. Il presidente Iorio ha promesso austerity, meno spese folli per la festione della macchina amministrativa e azioni concrete per consentire di ridurre la pressione fiscale sulle famiglie molisane a causa delle aliquote tra le più alte d’Italia. Non dobbiamo aspettarci miracoli, ma più senso di responsabilità da parte dei nostri politici che dovranno mettercela tutta per offrire delle opportunità di cambiamento. La notte è lunga, ma il giorno è vicino. Che sia questo l’impegno di Iorio & Co. per ritrovare un senso di speranza, per un’attesa che non sia vana come la fiducia.
Pino Cavuoti

venerdì 25 novembre 2011

Il futuro non è nella paura

Giancarlo Bregantini
Il titolo che ho utilizzato è uno stralcio di un intervento dell’arcivescovo di Campobasso ed è riferita all’annuncio di Sergio Marchionne di voler disdire tutti gli accordi sindacali con l’inizio del nuovo anno. Il presule, che riveste la carica di presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e lavoro, non poteva non tacere sia per il ruolo che riveste e sia per la grande sensibilità per le tematiche del mondo della fatica e del sudore. Bregantini ha ravvisato nell’iniziativa dell’amministratore delegato della Fiat una vera e propria minaccia nei confronti dei lavoratori e delle relazioni sindacali. Può anche essere se solo si tiene conto del fatto che Marchionne è arrivato alla guida dell’azienda torinese come un uragano a sconvolgere quelle erano le certezze di quanti erano convinti di essere inamovibili. Il futuro del mondo non è nella paura. Altrettanto si può dire per il Molise. Se Termini Imerese ha iniziato il suo inesorabile percorso verso la chiusura, non possiamo non vigilare sul domani dello stabilimento di Rivolta del Re a Termoli. Anche di questo bisogna tener conto pensando al domani di questo territorio. Per non dover avere timore di ciò che non vediamo, si deve essere capaci di leggere i segni dei tempi. Per cercare di intuire cosa accadrà “il giorno dopo quello di oggi” per non restare più che impauriti delle donne e degli uomini senza più futuro.
Pino Cavuoti

mercoledì 23 novembre 2011

Il governatore delle domeniche a targhe alterne

Il governatore Michele Iorio
Ha fatto una certa impressione ascoltare ieri mattina il presidente della Regione Molise parlare di contenimento della spesa pubblica. Dopo i bei tempi delle vacche grasse anche in questa regione la nuova lingua che si dovrà masticare sarà quella del risparmio. Lo aveva già annunciato nel corso della campagna elettorale lo stesso Michele Iorio, che subito ha voluto dare un segnale concreto adottando un numero ristretto di assessori e tutti scelti tra i consiglieri eletti, che non si dovranno dimettere. Potrà forse anche essere un antipasto che porterà ad altre pietanze (leggasi altri due assessori), ma nel frattempo la cura dimagrante è iniziata. Un primo assaggio lo si è avuto quando sono giunti alla chetichella in via Genova i sei nominati, non più con la lussuosa auto di rappresentanza, bensì (anche se qualcuno con l’autista) con le loro vetture. E Iorio ha evidenziato che la cura dimagrante riguarderà anche l’uso dell’auto blu, dell’abolizione dei vitalizi per i consiglieri regionali, della razionalizzazione delle spese e con l’impegno, anche se lo prevede una disposizione nazionale, del numero dei consiglieri. Insomma un governatore apparso abbastanza sorridente alla prima uscita con la nuova giunta, ma consapevole che è iniziata la stagione da pane e acqua, senza fare sconti a nessuno.
Pino Cavuoti

lunedì 21 novembre 2011

Iorio alla prova del nove

Iorio in meditazione. Sembra che sia questo l’impegno in programma per questa domenica dedicata a Cristo re, che precede quelle di Avvento. Una domenica tutta casa e chiesa per sciogliere gli ultimi nodi per far partire, per davvero, questa decima legislatura che sembrava non dovesse mai avere inizio. Iorio ha deciso, ma continua a far credere che tutto deve essere ancora compiuto. Sarà una Giunta più ridotta rispetto a quanto ci aveva fatto vedere nel precdente quinquennio. Ma soprattutto non ci saranno “forestieri” del Consiglio. Insomma nessun esterno. E per il presidentissimo sarà anche una prova del nove per dimostrare, dopo che in campagna elettorale si è tanto parlato di affidabilità e continuità, se tutto torna. Se tutto è Ioriocentro, se tutto è in funzione di un impegno per dare un segno definitivo della sua presenza politica in questa regione. Cioè se la storia potrà scrivere, a memoria delle generazioni future, che dal 2001 al 2016 un tale Michele Angelo Iorio ha ricoperto la carica di presidente della Regione Molise e fu capace di rimettere i conti a posto, di dare ossigeno alle imprese e di rivoluzionare la macchina amminostrativa in chiave di efficienza e di funzionalità. Questo è quello che ci auguriamo di vedere, sperando che non ci sia litigiosità nella maggioranza dove tutti in forza della visibilità reclamino un posto nell’esecutivo. Conti alla mano è davvero difficile che questo possa accadere. A Michele Iorio, che è il presidente dei molisani, non si può che augurare di essere un politico illuminato dal buon senso e dalla capacità di intuire e disegnare il futuro. Non potrà farlo Di Laura Frattura che fino all’ultimo minuto si era convinto di avercela fatta. Ora non resta che la via giudiziaria dove, dopo la proclamazione, in molti si avventureranno per cercare di rientrare dalla finestra nel Palazzo.
Pino Cavuoti

sabato 19 novembre 2011

Le famiglie numerose di una volta

Ieri la notizia più cliccata sul nostro sito è stata quella dal titolo «Premiata una famiglia isernina per i suoi 14 figli». L’iniziativa di assegnare un riconoscimento ad Amico ed Emma Melaragno è stata di Aida Romagnuolo, presidente regionale dell’Acsi, un’associazione sportiva che promuove il Molise migliore.Quanto tempo è passato da quando i nuclei familiari erano numerosi. Si partiva da due o tre figli in su. Si scherzava dicendo che allora nelle case non c’era la televisione, ma anche dopo gli anni Sessanta la frequenza sotto le lenzuola non è cambiato. Ora si nasce meno di quanto sia sufficiente a garantire il ricambio tra le generazioni. Non a caso un’indagine dello Svimez, non più tardi di qualche settimana fa, ci ha fatto titolare “Molise a rischio estinsione”. In questa regione, più di altre, i decessi superano di gran lunga le nascite. In considerazione di questi numeri ci dovrebbe essere una maggiore azione a sostegno delle famiglie, più di quanto non sia stato sinora fatto, sia a livello nazionale e sia in Molise. E proprio al prossimo governo molisano si chiede un supplemento di idee, ma soprattutto la capacità, poi, di mantenere fede agli impegni presi. Solo per fare un esempio era stata discussa e approvata una legge che doveva favorire la residenza delle giovani coppie nei piccoli comuni a rischio spopolamento. Una legge pubblicizzata in pompa magna, ma poi se si andava ad analizzare il capitolo di spesa era facile accorgersi che non c’era capienza: non erano stati previsti i necessari finanziamenti. Sarà impossibile che nelle famiglie si possa tornare a registrare tante nascite quanto quelle che hanno consentito di premiare Amico ed Emma. Quattordici è un numero incredibile. Ma perché non adoperarsi con iniziative di sostegno che possano permettere alle giovani coppie di poter continuare a lavorare - sempre che entrambi i coniugi hanno un posto di lavoro - e di allevare i loro figli anche quando non hanno i genitori/nonni a disposizione. Un abbraccio a mamma Emma che avrà avuto tanta pazienza e tanta forza di volontà da vendere nel corso delle sue numerose gravidanze. Altri tempi, ma che tempi!
Pino Cavuoti

giovedì 17 novembre 2011

Monti premier, la politica passa la mano

Ieri Mario Monti, presidente del Consiglio dei ministri incaricato, ha sciolto la riserva. Debutta con il suo primo gabinetto in attesa di avere la pienezza dei poteri nel doppio passaggio parlamentare. La politica ha fatto un passo indietro dando il lasciapassare a un tecnico, seppur da pochi giorni sia stato nominato senatore a vita. A Monti viene chiesto di sistemare i conti a posto, per impedire all’Italia di fare patatrac. Al neo premier il compito ingrato di rimettere in moto il sistema Paese dopo che in Europa, complice i mercati finanziari, abbiamo rischiato di finire con i piedi all’aria. Monti ci ha spiegato che la sua non sarà una politica da “lacrime e sangue” ma che sarà chiesto a tutti di fare sacrifici. Rigore, competenza e capacità di saper dare una forte spinta alla ripresa economica. Sono alcune delle parole-chiave del Monti-pensiero. Al neo presidente del Consiglio dei ministri non si può che fare un grosso in bocca al lupo e magari mettergli anche una mano sulla spalla per fargli sentire la vicinanza di tutti gli italiani e, perché no, anche di noi molisani-abruzzesi. Come in una staffetta ideale sta per partire anche per Michele Iorio una nuova avventura amministrativa in una regione dove di certo non si sorride sul fronte occupazionale e imprenditoriale. A Iorio l’invito a essere il nostro governatore come un buon padre di famiglia. Pronto a essere severo quanto basta, ma soprattutto giusto ed equo per non fare figli e figliastri per essere un esempio da seguire.
Pino Cavuoti

mercoledì 16 novembre 2011

Lasciamo lavorare il manovratore

L’impressione è quella che tutti, in un modo o in un altro, vogliano tirare per la giacca Michele Iorio, il grande manovratore. Giunta a sei, giunta a otto. Solo il governatore potrà rispondere a questa domanda. Si può solo tentare si azzardare delle ipotesi. Con un esecutivo a sei, dando per scontato che al Pdl non spettino più di due assessori e con Pietracupa (Adc) presidente del Consiglio, ci sarà per forza un partito della maggioranza che dovrà fermarsi alla porta d’ingresso della giunta in via Genova. Se sarà a otto il Pdl incasserà almeno tre assessori, sempre Pietracupa alla presidenza del Consiglio e con un assessore ai restanti cinque partiti della coalizione. L’ipotesi a otto non creerebbe nessun tipo di fibrillazione. Solo un aspetto appare ben cristalizzato: non ci saranno, almeno per il momento, assessori esterni nel primo esecutivo Iorio di questa decina legislatura. Con buona pace dei primi non eletti che dovranno solo aspettare nei prossimi cinque anni le dimissioni o il decesso - con tutti gli scongiuri di chi è stato proclamato consigliere regionale - di chi lo precede! Il neo governatore, al suo terzo mandato consecutivo da premier e dopo la paura per l’elezione avvenuta per una manciata di voti, sembra pronto a dimostrare di aver capito il messaggio fattogli pervenire dalle urne. È ora di fare un po’ di piazza pulita, magari utilizzando la scopa di saggina che avrebbe voluto, e che non potrà farlo, Antonio Di Pietro. Qualcuno giura che il figlio Cristiano si sia preparato a dovere a fare il fustigatore dei costumi a Palazzo Moffa. Chissà cosa ne penserà Massimo Romano!
Pino Cavuoti

martedì 15 novembre 2011

Nuovo Molise, cambia solo il nome

Per il momento cambia solo il nome da Il Nuovo Molise a i Fatti del nuovo Molise. Variazione dovuta a seguito di una sentenza, in appello, di un giudice presso il Tribunale di Bari il quale ha ritenuto che questo quotidiano fosse lo stesso nel nome quando a editarlo era l’Editoriale Ciociaria, poi dichiarata fallita nel luglio del 2010. Rispettiamo il pronunciamento del giudice e da oggi, il quotidiano che vi accompagna dal 1 settembre del 2010, si chiamerà i Fatti del nuovo Molise. Sono certo che, nel giro di pochi giorni, vi abituerete a cercarci con questo nome nuovo. A breve ci sarà anche il passaggio dalla Cooperativa Il Castello alla società, tutta molisana, che già da qualche mese cura la raccolta pubblicitaria per la testata in tribunale che resta Il Nuovo Molise. E approfittando dell’occasione colgo anche l’occasione per chiedere scusa se qualche volta non ci avete trovato in edicola. Stiamo riorganizzando l’intero sistema di stampa e, come accade in queste circostanze, non tutto procede alla perfezione prima di arrivare alla conclusione della fase di rodaggio. Certi della vostra comprensione, vi ringraziamo per la vicinanza che ci dimostrate ogni giorno. Credetemi, fare informazione ed editoria non è facile in questo momento, e non solo in Molise.
Pino Cavuoti 

giovedì 10 novembre 2011

Già si pensa alle elezioni che verranno

Non si fa in tempo a proclamare gli eletti in Conisglio regionale che già siamo proiettati alle elezioni che verranno. Sono quelle per promuovere i nostri politici alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. Che non saranno scelti dai cittadini con il voto di prefernza bensì con la promozione sul campo da parte delle segreterie nazionali dei partiti. Perché non ci sarà tempo per licenziare una nuova legge più rispettosa degli elettori.La crisi economica e una maggioranza che si è persa per strada impongono il ritorno alle urne prima della scadenza naturale che era fissata per la primavera del 2013. E alcuni dei candidati saranno gli stessi che hanno da poco concluso la corsa per il Consiglio regionale. Il Molise nel 2008 spedì a Montecitorio Silvio Berlusconi, Sabrina De Camillis e Antonio Di Pietro, a Palazzo Madama furono catapultati Ulisse Di Giacomo e Giuseppe Astore, mentre dalla Lombardia riuscì a staccare il biglietto anche l’ex sindaco di Campomarino, Anita Di Giuseppe. Si intuisce che ci sarà un ricambio naturale dovuto alla mancata ricandidatura o mancata riconferma. Si iniziano a fare i primi nomi e, come la storia ci ricorda, i giochi saranno fatti negli ultimi minuti prima della presentazione della lista in Corte d’’Appello. È la solita liturgia della politica.
Pino Cavuoti

lunedì 7 novembre 2011

Tre settimane fa il voto in Molise. E il presidente?

Non ci facciamo mancare niente. Non si riesce nemmeno a proclamare il vincitore, il nuovo governatore della Regione Molise per il prossimo quinquennio. I componenti della commissione circoscrizionale stanno impiegando più tempo di quanto fosse lecito immaginare. Perché ce lo spiegheranno quando avranno terminato anche se l’attesa autorizza a pensare di tutto e di più. Domani saranno esattamente 21 giorni dall’apertura delle urne e del nome del presidente nemmeno l’ombra.Anche se dovesse per un solo voto, sarà Michele Iorio a ricevere il telegramma di nomina a governatore del Molise, la sua terza volta. Fino a quando non ci sarà la proclamazione nessuno, che sia stato candidato a destra o a sinistra, potrà mettere nero su bianco, per la gioia degli avvocati, per presentare ricorsi contro questa o quella elezione. Ed è lecito aspettarsi che così sarà. Forse con qualcuno che si ritroverà dopo un po’ fuori dall’aula consigliare. Intanto questo ritardo non consente alla Regione di esprimere il suo ruolo nella pienezza del mandato elettorale. Un‘attesa che fa sorgere il sospetto tra l’opinione pubblica che si siano consumati dei brogli in alcuni del 292 seggi elettorali. E tra l’illegalità annunciata dal centrosinistra e il mancato rispetto delle leggi segnalato dal centrodestra si consumano i giorni, uno dopo l’altro. Un aspetto merita di essere segnalato e che riguarderà gli inquilini, tra riconfermati e nuovi, di Palazzo Moffa. Ogni giorno di ritardo è un giorno in meno di presenza in Consiglio e di stipendio. Giova segnalare che la legislatura dura di regola cinque anni meno una settimana, quindi questa decima legislatura durerà meno delle altre. Con un sensibile risparmio sui costi della politica per non aver pagato per alcuni giorni i consiglieri regionali. Con la promessa di Iorio di non eleggere assessori esterni. Dando per scontato... che sarà lui il presidente dei molisani.
Pino Cavuoti