sabato 30 giugno 2012

Apriamo un colloquio con Iorio: il presidente invita il popolo di Facebook

Non prendete impegni per martedì prossimo, 3 luglio. Tutti alle ore 18 alla Piana dei Mulini di Colle d’Anchise. Perché. Ma è semplice, il presidente della Regione, Michele Iorio, ha invitato il popolo di Facebook raccogliendo la sfida alla modernità che, più di qualcuno, gli rimproverava non avesse. Basta a essere arroccato negli uffici di via Genova, ma togliersi la giacca, svestire i panni dell’antico per, come dice un mio caro amico di nome Claudio Pian, andare «tra la gente con la gente». Iorio lo ha capito e, come abbiamo già scritto quando è stato scoperto a parlare con gli internauti, sceglie la formula diretta. Senza cravatta e in maniche di camicia, questa volta aggiustando la luce e la messa a fuoco della ripresa dalla sua stanza.

domenica 24 giugno 2012

La strana voce: arriva l'assessore Fusco Perrella

Mentre era in corso il congresso regionale  dell’Udc una strana voce circolava tra i presenti. Tra i composti delegati c’era anche l’ex pidiellino Carlo Perrella, figlio dell’assessore Angela Fusco Perrella, che ha avuto il coraggio di battere i pugni in Provincia e nel suo Comune di Bojano. I più erano certi che sarebbe arrivata anche l’assessore super votato. Ma l’attesa è stata vana, del resto non è solita vederla partecipare ai congressi dei partiti a causa della sua super attività amministrativa che la tiene lontana dalle occasioni di confronto. Così ieri sono rimaste solo le voci che la volevano al Centrum Palace. E null’altro. Così come la speranza di un suo prossimo passaggio all’Udc. Poi l’equivoco è stato chiarito. Pare infatti, ma si è in attesa di conferma, che sia stato il figlio Carlo a passare nel partito di Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa. Per il momento solo nel gruppo regionale. E non si capisce con quale incarico. Una voce maligna sussurra che sia il frutto di uno scambio di favori tra Udc e Pdl. Sarà mai vera una cosa del genere conoscendo l’integrità dei soggetti? 

Udc, il velardiano Teresio Di Pietro eletto segretario

Un congresso vero dove non è mancata la tensione dei protagonisti anche se alla fine il segretario eletto all’unanimità è stato chi veniva dato per tale già da qualche giorno. Ieri a Campobasso l’Udc è tornato a rieleggere i propri dirigenti al termine di un percorso commissariale. Il partito di Luigi Velardi torna ad avere in Molise un segretario regionale dopo aver celebrato i congressi provinciali. E’ stato eletto il più velardiano di tutti: Teresio Di Pietro. Che poi quando si parla di Udc in questa regione il primo nome che ti viene in mente è poprio quello del canuto montenerese con la vocazione, mai nascosta, di uomo di spettacolo. Che in politica non guasta, se riesci a non prenderti troppo sul serio.

giovedì 21 giugno 2012

Punta Aderci, quali interessi da tenere nascosti

Quali interessi non devono essere svelati se fa tanta paura avere nel comitato di gestione della riserva naturale di Punta Aderci un rappresentante del Consorzio industriale del Vastese? La domanda sorge spontanea nel notare come, a orologeria, siano entrate in azione le sirene del settore dell’ambientalismo locale per stigmatizzare la nomina avvenuta nel corso dell’ultimo Consiglio comunale di Vasto.

mercoledì 20 giugno 2012

Gli esami che non finiranno mai

Un grosso in bocca al lupo ai 2.940 studenti molisani (2.162 della provincia di Campobasso e i restanti 778 di quella di Isernia) che da oggi saranno impegnati nella maturità. Una stagione della vita che sarà difficile dimenticare quella che si troveranno ad affrontare nei giorni che verranno tra prove scritte e orali. Quella appena trascorsa è stata la notte prima degli esami, che tutti hanno già vissuto con la comprensibile apprensione e unicità. Mille dubbi, mille pensieri che hanno fatto diventare troppo piccolo il letto nel quale ognuno di noi trova il meritato riposo. E non sarà stato un risveglio sereno nemmeno per molte mamme e molti papà che avranno dovuto confortare i loro figli. E quanti mal di pancia dovuti al nervosismo e alla preoccupazione, genitori compresi. Agli studenti della maturità voglio svelare un segreto. Che sarà un po’ come l’uovo di Colombo: gli esami non finiscono mai. “Cari colleghi” tanto vale che vi mettiate l’anima in pace. Da oggi in avanti la vita vi riserverà mille altre sorprese. E chi, come me, ne ha dovute sopportare un adeguato numero dalla vita, la nostalgia di quei giorni. Che sono passati e non torneranno più. Godetevi le ore che verranno fino alla prova finale a tu per tu con la commissione. E per non sembrare quello che vuol consolare a tutti i costi, lascio al godimento di chi non dovrà sostenere nessuna prova questa citazione: «Gli esami sono temibili anche per i meglio preparati, perché il più stupido fra gli stupidi può fare domande a cui il più saggio fra gli uomini non è in grado di rispondere». Certo che sono proprio stronzo! In bocca al...
Pino Cavuoti

martedì 19 giugno 2012

Cisl d'Abruzzo e Molise di nuovo insieme

I consigli generali della Cisl d’Abruzzo e Molise hanno approvato ierri mattina all’unanimità il patto federativo che porterà ain tempi brevi alla riunificazione del sindacato in un’unica regione. Presente all’accordo il segretario nazionale, Raffaele Bonanni, che ha sostenuto e accompagnato questa iniziativa non prevista dallo statuto dell’organizzazione sindacale.  La relazione del segretario regionale dell’Abruzzo, Maurizio Spina, condivisa dal suo collega del Molise, Pietro Iocca, ha spiegato le ragioni di questa decisione che consentirà di razionalizzare i costi e le energie dell’organizzazione che conterà oltre 130mila iscritti. Il percorso prevede che il via libera verrà dato dai congressi regionali e poi nazionale in programma per il prossimo anno. Intanto inizia la rivoluzione della Cisl. Un ritorno al passato: fino agli inizi degli anni Settanta la Cisl nelle due regioni era un’unica realtà.

Intervista a Raffaele Bonanni (Cisl): un sindacato più moderno

Maurizio Spina, Raffaele Bonanni e Pietro Ciocca
E’ tornato a parlare delle misure adottate dal ministro Passera e sulla recente manifestazioni romana unitaria il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervendo a Vasto agli stati generali del sindacato d’Abruzzo e Molise. «Il governo tecnico ha aumentato le tasse in maniera ingiusta a danno di lavoratori e dei pensionati. Si riducono consumi e si deprime l’economia, si crea ulteriore disoccupazione e non si creano occasioni per spendere. E’ come un cane che si morde la coda».
Sul problema degli esodati Bonanni sostiene che «La Fornero - che chiama la Lacrimosa - ha raccontato tante cose non vere in questi cinque mesi e mezzo al governo. Ha detto che non possedeva i dati, invece i dati lei li aveva. Perché gli accordi di esodo si fanno presso gli uffici provinciali del lavoro. Basta che lei avesse pigiato un bottone e le sarebbero arrivati tutti i dati e invece ha fatto credere agli italiani che li aveva l’Inps.  Voglio ricordare che l’Inps ha dati solo quando ci sono persone che fanno richiesta di pensione». Per il segretario nazionale della Cisl è impossibile che il governo abbia sottovalutato la questione esodati in questi mesi «giocando con persone che non hanno dormito perché non sono più lavoratori  e nemmeno più pensionati. Spero che si risolva subito questa situazione. Ma noi continuiamo a protestare per un argomento che è il simbolo dell’incuria e della protervia del potere».

domenica 17 giugno 2012

Cari lettori, pochi o tanti che siate: buona domenica

Sarà che da qualche giorno ho ripreso a camminare con regolarità di buon mattino, in compagnia  di alcuni amici sul lungomare della mia Vasto, ma ho l’impressione di aver recuperato l’umore giusto. Qualcuno tra di voi starà dicendo: «Ecco Cavuoti è diventato pazzo, l’avevo sempre immaginato!».  Certo, non sbaglierebbe a pensarlo e del resto non gli potrei dare torto se solo per un attimo ci fermassimo a riflettere sulla crisi economica che ci sta piegando le gambe. Ma a vedere questo mare calmo, che dà infinita serenità, ho messo dietro le spalle ogni inquietudine nella consapevolezza dell’impegno generoso verso i colleghi e i lettori. Del resto mi sono detto che, tutto sommato, quale colpa posso avere rispetto a quanto ci sta capitando?

giovedì 14 giugno 2012

L’idea di Percopo e la difesa del campanile

Lunedì scorso Angelo Percopo, direttore generale dell’Azienda sanitaria del Molise, ha presentato le cifre della sua gestione in questi ultimi tre anni. Numeri che indicano un progressivo quanto costante miglioramento della situazione di indebitamento tanto che per il 2012 si pensa persino di conseguire il pareggio di bilancio. Riduzione delle spese che non dovrebbe aver creato disagi agli utenti per godere di una sanità capace di garantire livelli oltre che essenziali adeguati di assistenza rispetto a quanto stabiliscono le normative nazionali per le regioni. Percopo ha studiato una soluzione che consentirebbe a Campobasso di continuare ad avere standard d’eccellenza per le strutture ospedaliere esistenti. Il dg vuol creare un tandem tra il Cardarelli e la fondazione della Cattolica. Percopo lo va ripetendo da tempo, con grande serenità e determinazione, che se si vuol risparmiare per davvero e ottimizzare i servizi occorre far lavorare assieme, nel rispetto delle rispettive autonomie amministrative e gestionali, i due presidi salute di contrada Tappino. Di diverso avviso una parte della città, forse condizionata da spinte politiche, che non riesce a riflettere senza farsi coprire dall’ombra del campanile. Su questi temi il responsabile dell’Asrem non ha alcuna intenzione di chiudersi a riccio per difendere le sue idee. Ma se c’è un frammento di intuizione in tutte le cose che lunedì sono state esposte, non si può non tenerne conto. Occorre, però, liberarsi dal paraocchi per confrontarsi senza aver paura di aprirsi alle novità, che non sempre sono una cosa cattiva, per evitare di farsi del male a ogni costo.
Pino Cavuoti

mercoledì 13 giugno 2012

Quanto inutile affanno, tanto a dicembre...

Ieri mi ha telefonato un amico per commentare le “cose” della politica in chiave molisana. Comportamenti che hanno la capacità di provocare sempre maggiore indifferenza da parte dei cittadini. Ma la cosa più simpatica che mi è rimasta, dopo aver chiuso la conversazione, è stata questa frase: tanto il 21 dicembre finirà tutto. Cosa accadrà? Si dice che la profezia dei Maya prevede la fine del mondo nel giorno del solstizio d’inverno. Non è vero ma ci credo, ma non è il mio caso, pur apprezzando il lavoro teatrale di Peppino De Filippo. Ma, a ben pensare, se qualcuno arriva a convincersi che il mondo scomparirà vuol dire che la misura è colma. Anzi. Pià di qualcuno si è stancato del “teatrino della politica” e allora arriva persino ad auspicare che sia meglio che tutto finisca. Per leggere, come nei titoli di coda dei film made in Usa, la parola “The end”. Che si debba cambiare se ne avverte la necessità, se ne ha bisogno come dell’ossigeno. Sarà un caso ma ieri Michele Iorio ha debuttato su Youtube in maniche di camicia  e senza cravatta, con tanto di bretelle. Dalla sua stanza di via Genova ha lanciato l’iniziativa di voler ripartire dai giovani. Un nuovo modo di comunicare per riprendere il dialogo che si era interrotto già da un po’ di tempo. Ma tutto questo può avere ancora un senso? Iorio e i suoi consiliori ne sono convinti. Vedremo cosa ne pensano i suoi avversari, quelli di centrosinistra per intenderci. Perché l’unica cosa certa per Iorio, 21 dicembre a parte, che i nemici non sono sempre nella parte che si pensa che stiano.

martedì 12 giugno 2012

Riotta, Vietti e D'Agostino per parlare del libro di Bruno Forte



A quanto pare il Vangelo può cambiare per davvero questa nostra Italia. Del resto a questa conclusione non sarebbe stato difficile arrivarci nel commentare il libro dell’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, dal titolo "Perché il Vangelo può salvare l'Italia” (Rizzoli Editore, Milano 2012, già alla seconda edizione). Aula magna del palazzo di giustizia di Vasto pieno come un uovo per ascoltare Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Francesco D'Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, e il giornalista e scrittore Gianni Riotta, nel ruolo di moderatore del dibattito, che hanno offerto stimoli e spunti di riflessione allo stesso autore e al pubblico presente.  

Tempi bui per la politica

Ieri avete sentito di tutto e di più e oggi quelle stesse cose le rileggerete potendo digerirle con maggiore attenzione e attinenza ai fatti. E un invito a riflettere sule parole dei politici che in queste ore hanno gestito il “caso Isernia”. Con l’arroganza di essere solo loro i padroni delle sorti del vostro mondo e solo perché forse hanno in tasca la tessera di un partito.  Magari per averla non prima di aver girovagato da una lista all’altra e non per una tensione ideale ma solo per convenienza. Ieri si è consumata un’altra puntata del cosiddetto teatrino della politica che tanto amava definire così Silvio Berlusconi!

domenica 10 giugno 2012

Lino Di Dario: Solagrital, crisi che parte da lontano

Solagrital. Croce e delizia per l’economia molisana e ancor più per le casse regionali. Anni di gestione molto pubblica più che privata hanno messo in difficoltà l’azienda di Bojano. L’attuale management  sta faticando per rimettere i conti a posto. In questi ultimi giorni la Solagrital ha illustrato alle parti sociali il nuovo piano industriale necessario per garantire il futuro allo stabilimento di Monteverde.
«Contiamo su una filiera efficiente - spiega l’amministratore della Solagrital, Lino Di Dario  - e su una clientela primaria che siamo riusciti a portare a Bojano come Coop Italia, Carrefour, Penny Market, Panorama e Media Market solo per fare alcuni nomi».
Ma qual è la madre di tutti i problemi se gli acquirenti sono questi che ha appena citato?
«Il problema che più ci assilla da quarant’anni è il costo del lavoro. Stiamo cercando di mettere mano anche per eliminare il binomio azienda privata che deve essere sostenuta da quella pubblica e mettere in condizione alla Solagrital di stare con le proprie forze sul mercato».
Quindi esiste il problema degli esuberi.
«Sì, esiste il problema degli esuberi che devono essere mandati via dall’azienda. Gli esuberi sono 118 e attualmente  sul libro paga ce ne sono 620 che non ci consente di essere competitivi. Il loro numero eccessivo è il vero problema che mette in difficoltà l’azienda. Abbiamo posto in cassa integrazione gli esuberi , ma queste persone trovano sponde politiche in una parte della sinistra che strumentalizzando questa situazione ne fa un attacco non funzionale alla soluzione del problema. Si fa politica su una questione che parte sin dal 1972, anno in cui partì la produzione».
Polemiche in questi giorni per aver messo in cassa integrazione, così si legge, a zero ore un sindacalista.
«Se ci riferiamo a Peppe Spina non è un sindacalista, perché non ricopre più questa funzione. Abbiamo messono le persone in cassa integrazione sulla base di criteri oggettivi sottoscritti con le organizzazioni sindacali e firmato con un accordo dello scorso gennaio sottoscritto anche dalla Cgil. Abbiamo dato disponiblità a tutte le organizzazioni sindacali a rivedere gli accordi. Per noi le persone non vanno valutate individualmente ma in modo oggettivo. Non si possono fare gli accordi sulle singole persone».
Quindi non avete fatto una lista dei buoni e dei cattivi da mettere in cassa integrazione.
«Assolutamente no.  Tanto che non abbiamo avuto risposta di modifica di questi elenchi da nessuna delle organizzazioni sindacali».
Quindi Di Dario, il sacrificio di alcuni può permettere alla Solagrital di poter guardare lontano.
«E' indispensabile il sacrificio di alcuni che escono dall’azienda con tutti gli ammortizzatori sociali per consentirci di restare sul mercato. Potendo contare su una clientela sia in termini di volumi che di solvibilità. Solo il mercato e non la politica ci può consentire di andare avanti».
Si dice che la Solagrital sia un serbatoio per la politica.
«E' il sindacato che cerca sponde nella politica. E non è la politica che impedisce di compiere le scelte aziendali».
Il cambio alla presidenza alla Gam.
«Siamo abituati a valutare le persone per quello che fanno e non sui proclami. è presto per dare dei giudizi su Enzo Pontarelli».
E il lavoro svolto dal suo predecessore, l’avvocato Franco Mancini.
«Il lavoro svolto dall’avvocato Franco Mancini è stato all’altezza della situazione».
Ma perché Mancini è andato via.
«Mancini è andato via per incompatibilità di tipo personale e professionale».
Di Dario, lei si dimise qualche mese fa in maniera abbastanza clamorosa, per poi fare marcia indietro.
«Diedi le dimissioni per un sistema che non consente di dire la verità, perché se dici la verità nessuno la vuole sentire e ti trovi tutti contro. Le mie dimissioni era in polemica con lo sciopero voluto da una frangia del sindacato che trova sponda, e lo voglio ribadire in quella politica di sinistra per la quale tutto deve restare immutato, così com’è, salvo poi lamentarsi se la politica è costretta a metterci dei soldi per farci continuare ad andare avanti. Sono gli stessi che si lamentano perché i soldi finiscono e non si pagano gli stipendi. Per poi sentire che si perdono soldi per colpa del management e che fine hanno fatto i soldi della Regione. Questa è la spirale che si cerca di creare attorno alla Solagrital».
In questo momento la Solagrital ha un mercato e Lino Di Dario ci scommetterebbe sul suo futuro. 
«Sì nella misura in cui si ha la possibilità di seguire le linee guida del piano industriale e le parti seguono fino in fondo quanto è stato indicato e deciso».
Di Dario, ma qual è il buco della Solagrital. Qualcuno dice 100 milioni di euro.
«Non è assolutamente vero. L’indebitamento netto è di 65 milioni di euro. I debiti scaduti sono di poco superiore ai 10 milioni di euro. Ne avanziamo 30 da Arena, come si può intuire basterebbe riscuotere un terzo di questo soldi per non averne più di quelli scaduti. La cosa sconcertante è che la questione Arena non viene mai sollevata dalla sinistra come se ci fosse una sorta di connivenza che cerca di spingere i riflettori su altre questioni rispetto a quelle vere».
E i 50 milioni avuti dalla Regione?
«Sempre i soliti si dice con i 50 milioni che avrebbe avuto la Solagrital dalla Regione. è un’altra falsità detta dagli ex proprietari del gruppo Arena. Le cose sono andate così. Delibera da 27 milioni di euro erano destinati 22 a Solagrital e 5 all’Arena. A conti fatti Arena ne ha avuti 10. Poi c’è stata la successiva delibera di acquisto dell’usufrutto dello stabilimento per 15 milioni, il proprietario dello stabilimento era Arena.  Tutti i soldi arrivati sono riscontrabili euro, per euro, e sono serviti a comprire le magagne di Arena dicendo da parte del centrosinistra le stesse cose che, guarda caso, dicono, lo ribadisco, gli ex proprietari, spostando l’attenzione e non parlando del problema vero cioè la riscossione dei debiti di Arena verso la Solagrital».
Ma non era più facile che i crediti vantati con l’Arena fossero compensati?
«Abbiamo cercato di compensarli, ma poi i crediti si sono ricostituiti. Stavamo a 23 milioni di euro nel 2009, oggi siamo a 30 con gli interessi nonostante ci siano state misure nei confronti di Arena per circa 25 milioni. Se non ci fossero state quelle misure oggi il ctedito sarebbe stato di 55 milioni di euro. Questa non è la mia verità, ma la verità dei fatti. Voglio ribadirlo, c’è qualcuno interessato a nascondere le cose per danneggiare la Solagrital e coprire le magagne che sono nel gruppo Arena. Beccare la Solagrital vuol dire colpire il governo regionale ed è ciò che stanno facendo».
Di Dario tira i remi in barca o continua questa battaglia.
«Non ho più voglia di combattere con nessuno. Spero solo di riuscire a portare a termine questo piano di ristrutturazione che è l’unica vera salvezza e non le urla dei politici o dei sindacalisti di turno».
Filiera agroalimentare in questa regione. Tra voi e lo Zuccherificio chi sta meglio.
«Non conosco la questione Zuccherificio e mi limito solo alla Solagrital. Abbiamo tutte le condizioni favorevoli con i buyer delle maggiori società della distribuzione italiana che acquisteranno da noi e abbiamo la filiera zootecnica invidiabile. Ma dobbiamo sistemare i costi della gestione dello stabilimento. La società va privatizzata  per evitare di avere le ali tarpate».

venerdì 1 giugno 2012

Carlo Desiderio, direttore territoriale Mps Puglia-Molise
Rinnovato impegno in Molise della Banca Monte dei Paschi di Siena dopo il recente cambio al vertice del terzo gruppo bancario italiano con l’arrivo alla presidenza di Alessandro Profumo, già Unicredit,  e alla direzione generale di Fabrizio Viola. Nuovo impulso ai rapporti con la clientela con una serie di prodotti bancari per soddisfare le attese di tutti, in particolare della piccole e medie imprese e delle famiglie. Sembrerebbe allonta narsi quella stagione  nel corso della quale le banche, e in particolare quelle non locali, hanno avuto scarsa attenzione verso la clientela “ordinaria”. In un periodo di forte recessione l’auspicio è che ci sia un’inversione di tendenza.

Fuori gli abusivi dal Consiglio regionale

evono aver pensato che la legge è legge e va sempre e comunque rispettata. E allora se le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio regionale del 16 e 17 ottobre scorsi sono nulle vuol dire che gli attuali inquilini di Palazzo Moffa sono degli abusivi perché non hanno titolo per occupare quegli scranni. A dirlo, nero su bianco, gli ex consiglieri regionali, quelli della nona legislatura.
Un atto sarebbe giunto sulla scrivania del presidente dell’assemblea regionale, Mario Pietracupa, e a diversi destinari quali Prefettura e Giunta regionale, a firma di Adelmo Berardo, Gigino Terzano, Francesco Di Falco, Camillo Di Pasquale, Nicandro Ottaviano e Luigi Fanelli. Quelli della nona legislatura ritengono che a restare in carica sono loro in attesa non solo dalla decisione del Consiglio di Stato ma anche fino alla convocazione, se nel ricorso che si prepara a presentare il centrodestra fosse confermato l’annullamento del voto.
Al momento sarebbero solo loro ad aver fatto il primo passo. Sei consiglieri regionali tutti del centrodestra, dando per nuova aggregato anche l’ex dipietrista Ottaviano. Se la cosa dovesse avere seguito - ma si sta parlando solo nel campo delle ipotesi che tanto sa di fantapolitica - dovremmo aspettarci un “ritorno” di Tonino D’Alete, Mauro Natalini, Raffaele Mauro, Enrico Gentile, Quintino Pallante, Massimiliano Scarabeo, Tony Incollingo, Nico Romagnuolo, che uscito dalla porta rientrerebbe dalla finestra assieme agli attuali eletti Vincenzo Bizzarro, Riccardo Tamburro, Gennaro Chierchia, Antonio Chieffo, Michelangelo Bonomolo, Massimo Romano, Danilo Leva, Michele Petraroia, Antonino Molinaro, Michele Picciano, Iorio e Pietracupa. Fuori, comunque, gli ex assessori che si erano dimessi per ricoprire l’incarico. Chi sarebbero? Salvatore Muccilli, Angela Fusco Perrella, Nicola Cavaliere, Filoteo Di Sandro, Gianfranco Vitagliano, Luigi Velardi, Franco Giorgio Marinelli. Ma la Giunta, come si sa, nella nona legislatura è restata in carica fino alle nuove elezioni.
Si vedrà se questa iniziativa avrà le gambe per camminare. Si prospettano giorni ad alta tensione perché nessuno vuol rinunciare a... lavorare per il Consiglio regionale.