mercoledì 30 gennaio 2013

Banca Popolare delle Province Molise in crescita

Si avvertono nelle famiglie e nelle imprese le difficoltà di una crisi economica che continua a far sentire i suoi effetti. Per parlare di questi argomenti abbiamo inconttrato il dott. Pompeo Fanelli, direttore generale della Banca Popolare delle Province Molisane, al quale abbiamo posto qualche domanda sull’andamento della banca molisana, sulle prospettive economiche della nostra regione e, in generale, sul complesso rapporto tra banche ed imprese.
La Bppm è l’unica banca popolare con sede e direzione generale in Molise, quindi rappresenta un osservatorio importante e qualificato per la valutazione dell’attuale stato di salute economica della nostra regione. La Bppm ha cominciato ad operare nel 2007 e, in pochi anni, ha conseguito importanti risultati economici e di crescita. La banca è osservata con attenzione anche al di fuori della regione  per il suo efficiente modello organizzativo che è stato oggetto di studio presso alcune università italiane.
Direttore Fanelli, innanzitutto partiamo dalla sua Banca. Come avete chiuso il 2012?
«La nostra banca, nonostante il periodo di crisi, ha chiuso molto bene il bilancio 2012, ancora in fase di redazione, con dati volumetrici crescenti e con una buona performance economica. Il risultato lordo di gestione è ormai significativo e il risultato ante imposte è ampiamente positivo, cosa che per una banca che ha da poco finito lo startup rappresenta un dato molto importante e difficile da conseguire. I coefficienti di solidità patrimoniale sono di gran lunga superiori alla media del sistema. Vi è stato un ulteriore incremento del capitale sociale grazie alle sottoscrizioni dei nuovi soci e le nostre azioni sono attualmente scambiate con un sovrapprezzo del 25% sul valore nominale. Ricordo che negli ultimi anni il valore delle azioni di importanti banche italiane è sceso in molti casi anche al di sotto del 90%».
In un momento in cui le banche chiudono filiali un poco dappertutto voi come vi state muovendo?
«Noi apriremo la filiale di Termoli il prossimo settembre per essere maggiormente presenti sulla costa dove già abbiamo numerosi soci. Ai clienti del posto offriremo i nostri prodotti che sono semplici, sicuri e convenienti, come i nostri conti correnti a zero spese, il conto contante che remunera i risparmi fino al 4% e i  prestiti e i mutui che hanno tassi  più bassi della concorrenza».
La vostra banca  sta aiutando il territorio?
«Lo stiamo facendo da quando siamo partiti con impegno, dedizione e passione. Se non ci fossimo stati noi, molte aziende avrebbero già chiuso da un pezzo. Ormai, assicuriamo sostegno finanziario a tantissime imprese e famiglie che da noi trovano risposte e assistenza».
Ma è difficile fare banca in Molise?
«Sì, abbastanza, perché non viviamo in un contesto ricco né ad alta densità abitativa e questo certamente non aiuta. Abbiamo comunque operato con assoluta prudenza tenendoci lontani anni luce dalla politica che è deleteria per le banche e da chi poteva immaginare di poter utilizzare la banca locale magari per i propri scopi personali. Tutto ciò ci ha consentito di conseguire importanti risultati».
Siete in grado di sostenere la concorrenza delle grandi banche?
«Noi, come istituto locale, non risentiamo molto della concorrenza delle grandi banche presenti sul territorio in quanto abbiamo la testa pensante in Molise mentre le altre banche hanno in Molise solo filiali e questo ci avvantaggia non poco in termini di competitività. Noi facciamo un’attività di supporto alle piccole aziende che rappresentano la quasi totalità delle imprese molisane. Riteniamo di farlo abbastanza bene  perché conosciamo il territorio e quindi non solo consideriamo i dati di bilancio ma diamo molto peso anche alla storia e alla serietà imprenditoriale del richiedente. Questo ci consente, grazie anche alla flessibilità tipica di una piccola struttura come la nostra, di riuscire ad attrarre numerosa nuova clientela».
Oggi si stanno riscoprendo le banche locali, come mai questo fenomeno?
«Quando nel 2001 avviammo la sottoscrizione per la costituzione della banca, ci presero per pazzi dicendo che era anacronistico creare una banca in un’epoca di grandi aggregazioni bancarie. Quelle persone evidentemente sbagliavano alla grande. La piccola dimensione delle aziende italiane e soprattutto di quelle molisane fa chiaramente intuire che non servono solo le grandi banche per muovere i capitali sul territorio. Peraltro, l’esempio della Germania è evidente perché ha storicamente basato molto la sua crescita  su una significativa rete di banche locali. Oggi, nel nostro paese,  vi è un  disperato bisogno di banche locali in grado di supportare adeguatamente le aziende e le famiglie, di banche che facciano banca come noi, cioè in modo tradizionale, con l’obiettivo di creare valore per il territorio, i soci e i clienti».
Il Monte dei Paschi sembra essere l’esempio di una banca territoriale che ha cominciato ad avere problemi quando ha iniziato a crescere a dismisura e a porre in essere operazioni finanziarie sempre più  speculative. Cosa ne pensa di quello che sta succedendo in questi giorni?
«MPS è stata sempre una banca ricca e nei secoli  è stata determinate per lo sviluppo di Siena e della Toscana. Poi le ambizioni personali di qualcuno e i perversi collegamenti con la politica  hanno messo ko l’istituto. Questa vicenda deve farci riflettere sul fatto che non necessariamente crescendo si crea valore e che spesso una dimensione più piccola può servire meglio il territorio circostante».
Passando alla  situazione economica regionale come la vede oggi?
«La situazione locale è molto pesante, si è sbagliato molto in termini di programmazione e allocazione delle risorse. Sono stati bruciati considerevoli capitali nel tentativo di sostenere aziende malate senza nessuna prospettiva di sviluppo. Oggi si lascia in eredità ai giovani gli enormi problemi che conosciamo: disavanzo nella sanità, servizi pubblici inefficienti, una macchina amministrativa che fa acqua da tutte le parti, incertezza nel futuro, ma, soprattutto, quello che è peggio, è che sono state sprecate un mare di opportunità che avrebbero potuto farci vivere meglio ed avrebbero evitato a molti giovani di andare fuori regione o fuori dall’Italia per trovare lavoro».
Quali sono le prospettive delle aziende e delle famiglie molisane in questa crisi?
«Il periodo è difficilissimo per gli operatori economici e per le famiglie. Le aziende chiudono e i dipendenti restano a casa senza lavoro in una situazione che si sta avvitando sempre di più anche a causa di una esagerata e a volte ottusa ed iniqua pressione fiscale che ha smorzato fortemente i consumi. In un periodo di crisi come questo vengono maggiormente a galla i problemi delle nostre amministrazioni pubbliche che non riescono a far fronte ai propri impegni di pagamento nei confronti delle aziende, creando nelle stesse forti tensioni finanziarie. In un contesto così depresso e con i problemi generali esistenti, le banche più grandi non hanno la forza di assistere come prima le aziende, generando fenomeni di amplificazione delle fluttuazioni cicliche, la cosidetta prociclicità. Tutto ciò rappresenta una miscela esplosiva.  Pensando alla nostra minuscola regione, forse un chiaro ritorno alle tradizioni con iniziative politiche tese a sostenere quei settori maggiormente interconnessi con la nostra storia e il nostro territorio potrebbero farci cogliere l’auspicata ripresa del ciclo economico che da qualche analisi comincia a vedersi posizionata sul finire del 2013 o nei primi mesi del 2014».

Incandidabilità e lana caprina

Ciò che abbiamo visto è solo poca cosa rispetto ai reali effetti  dell’applicazione del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 che stabilisce le disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190. In sede di prima applicazione, avvenuta in queste elezioni politiche e regionali, si è visto  ciò che potrà essere. Con la cancellazione dalle liste per incandidabilità di Miniscalco, che questa mattina spiegherà le sue ragioni, si è avuto la percezione delle reali conseguenze del decreto, che saranno ancora più amplificate con le amministrative di maggio. Una ulteriore prova è l’accanimento, questa volta dell’immancabile cittadino elettorale, nei confronti di Vincenzo Niro che ha tutte le ragioni per sentirsi vittima di attacchi rispetto a una vicenda morta e sepolta. Del resto se all’atto dell’accettazione della candidatura ha dovuto sottoscrivere una dichiarazione con la quale ha affermato di non essere nelle condizioni ostative del succitato decreto non sarà stato suicida a tal punto da dichiarare il falso, con il rischio di conseguenze penali. Più che di liste pulite qualcuno ha interesse a gettare fango: ma si può pensare di far perdere l’avversario così?         

martedì 29 gennaio 2013

Caos molisano

Per quanto possano essere difficili da interpretare le norme in materia elettorale, il “caso molisano” rischia di far andare ancora una volta il Molise nel caos. Non si riesce a far andare, con velocità regolare, la macchina organizzativa del voto. Regionali che partono sempre con una corsa a handicap. Ricorsi, annullamento di liste e candidati. Una serie infinita di ostacoli che si contrappongono tra il diritto dei cittadini a esprimersi e i criteri di presentazione delle liste, che ogni volta diventa una specie di estrazione di numeri al Lotto. A prescindere da cosa deciderà la commissione elettorale regionale e di come verrà risolta la questione sub judice è facile pensare che ci sarà sempre dietro l’angolo il cittadino elettore di turno pronto a presentare ricorso. E’ accaduto per le Regionali del 2000 e 2011,  potrà accadere ancora una volta, non lo si può escludere. Eventi che condizionano dal punto di vista psicologico una contesa che merita di essere disputata nel migliore dei modi, per consegnare ai cittadini la scegliere la migliore squadra. Dura lex, sed lex. E’ il caso di dirlo. Le norme parlano chiaro.  Qualcuno che se ne intende di codici e codicilli commenta che le leggi vanno rispettate e se i più hanno fatto bene vuol pure dire che leggendo bene si poteva anche evitare di sbagliare. Ma perché accade sempre da queste parti?
Pino Cavuoti

sabato 26 gennaio 2013

Mario Pietracupa, un esempio di antipolitica?

Mario Pietracupa
Il gran rifiuto del presidente del Consiglio regionale Mario Pietracupa si è consumato in una sala dell’hotel San Giorgio a Campobasso. Lui e i suoi colleghi dell’Adc, Riccardo Tamburro e Vincenzo Bizzarro, nella campagna elettorale che inizia ufficialmente dopo mezzogiorno, saranno dei semplici spettatori. Una decisione - come ha tenuto a evidenziare nel corso della conferenza stampa al cui fianco c’era Paolo Di Laura Frattura - presa prima ancora di far partire questa corsa per far vincere le elezioni al centrosinistra, quello che fino a ieri era il suo avversario naturale. Una decisione già cristalizzata: addio a Palazzo Santoro in compagnia dei suoi amici di avventura. Pietracupa, volto sorridente e piglio fermo, è convinto che il mezzo passo percorso vuol diventare un esempio di vera rivoluzione della politica, quella che fino a ora ha condiviso e praticato. Il suo essere antipolitico si realizzerebbe nel rifiutare ciò che è un principio antico del fare la politica: il compromesso. Dando una lezione a quanti resterebbero nell’agone. Pietracupa vuol dare «un contributo alla mia gente da uomo libero» da cittadino molisano. Un passo indietro che dovrebbe favorire il ritorno alla serenità nella sinistra più a sinistra della coalizione di Di Laura Frattura, la quale vedeva un grosso pericolo alla propria immagine annoverare nel listino e nelle liste Pietracupa, il cognato di Patriciello e l’uomo delle mille battaglie di Iorio. Un impresentabile per più di qualcuno che invece di intravedere nell’allargamento della base elettorale un’opportunità di vittoria ha mal digerito l’impegno del candidato presidente Di Laura Frattura. Pietracupa ha deciso in maniera saggia e profetica di togliersi di mezzo. E per rafforzare questa sua scelta “già scritta da tempo” ha chiamato in suo soccorso Giovanni XXIII che ci «sono molte più le cose che ci uniscono, di quelle che ci dividono». E Pietracupa ha privilegiato l’impegno del politico saggio e un po’ cinese di guardare il fiume e lo scorrere dell’acqua.
Pino Cavuoti

mercoledì 23 gennaio 2013

Ricorsi elettorali: fine di una storia senza fine

Finalmente. Si chiude quel lungo è fastidioso contenzioso fatto di ricorsi e contro ricorsi verso le elezioni regionali dell’ottobre del 2011. Dopo l’annullamento del Tar e la conferma del Consiglio di Stato, ieri i giudici di Palazzo Spada hanno dichiarato inammissibile l’istanza per revocazione avanzata dall’Udc per chiedere la sospensiva della sentenza con la quale era stato cancellato il risultato delle urne. Poteva essere l’ultimo impedimento formale verso l’appuntamento il 24 e 25 febbraio, non ci sarà nessun pericolo di ulteriore rinvio. I motori si possono accendere e scaldare per completare gli ultimi adempimenti per la presentazione delle  liste. Con tutti i problemi per avere la disponibilità dei candidati con il ridotto di posti a disposizione per entrare in Consiglio regionale. Si comincia venerdì 25 gennaio dalle ore 8 alle ore 20 e sabato 26 gennaio dalle ore 8 alle ore 12. Con la comprensibile preoccupazione di non sbagliare nulla. I presentatori delle liste sono avvisati con la paura di avere dietro l’angolo l’immancabile “cittadino elettore” pronto a punire chi avrà sbagliato nella compilazione dei documenti e nella raccolta delle firme.  Intanto ieri non c’è stato il via libera dell’Ufficio elettorale regionale ha bocciato quattro liste alla Camera (Casa Pound, Io amo l’Italia, Neutri voto scheda bianca e Moderati Italiani), due liste al Senato (Casa Pound e Io amo l’Italia) ed esclusa la candidatura di Franca Mignogna alla Camera per l’Udc.

domenica 20 gennaio 2013

La rivoluzione molisana

La giornata politica che si è consumata ieri in Molise è di quelle che non solo saranno ricordate a lungo, ma che potranno fare molto male. Tanto a destra quanto a sinistra. Una serie di strappi e di ricongiungimenti che dimostrano come  ci sia in atto in Molise, ma più in generale si potrebbe estendere il discorso anche nella politica italiana, un Big Bang elettorale. Non entro nelle questioni personali che possono aver determinato le decisioni dei vari Gianfranco Vitagliano, Filoteo Di Sandro e Mario Pietracupa, ma è lecito pensare che si sia toccato un punto di non ritorno tale da aver fatto precipitare le cose.
Un elemento comune unisce, nel bene e nel male, tutti e tre i nostri tre protagonisti della politica di questa Regione: Michele Iorio. La loro è una forma di ostracismo nei confronti di quello che è un leader che già da qualche mese è stato messo in discussione.

domenica 13 gennaio 2013

Ulisse Di Giacomo: avanti con Iorio

«Lui che era stato eletto per un intero ciclo di presidenza aveva ed ha il dovere morale di presentarsi perché con l’intervento del Tar si è interrotta la vita di una presidenza e di una maggioranza che i cittadini avevano consapevolmente scelto».  Sono le parole di Silvio Berlusconi rilasciate in un’intervista concessa al direttore di Telemolise, Manuela Petescia ed ospitate venerdì sera nella trasmissione “Moby Dick” di Giovanni Minicozzi. Da qui riparte la campagna elettorale del centrodestra in Molise che potrebbe ricompattarsi attorno al nome di Michele Iorio. Ciò che sembrava impossibile diventa possibile.
Un passo avanti con la politica che attraversa le strade dell’etere.   Un primo paletto che viene collocato nel terreno diventato arido nel centrodestra e in particolare nel Pdl di questa regione. Ma il passo più importante, quello decisivo, a farlo è il coordinatore regionale del Pdl, il senatore Ulisse Di Giacomo, che irrompe a sua volta con la sua intervista. In studio è seduto il governatore Michele Iorio. Parole  pesate, chiare e inequivocabili, senza alcun linguaggio politichese.

E' solo l'inizio

Siamo solo all’inizio di questa cavalcata elettorale. E sembra partita già al calor bianco. Sono bastate alcune dichiarazioni di Massimo Romano e subito sono partite le querele annunciate a mezzo stampa. Questa volta ad andare dall’avvocato è Paolo Di Laura Frattura che si è sentito diffamato da quello che doveva essere il suo compagno di avventura. Romano dagli schermi di Telemolise ha fatto delle affermazioni precise e dirette all’indirizzo del candidato presidente del centrosinistra ritenute quanto mai offensive. Soltanto che Romano è curioso di sapere cosa possa aver irritato il suo ex collega d’aula. Se questo è l’inizio andiamo bene. E’ la dimostrazione di come sia alta la posta in gioco per cercare di mandare a casa Iorio. Del resto essere partiti divisi in tre tronconi non favorirà il centrosinistra che partiva con i favori dei pronostici.

martedì 8 gennaio 2013

Siamo in una fase delicata

Nelle prossime ore verranno svelati i nomi dei candidati governatori. Un momento delicato della fase tecnico-organizzativa dei partiti che stanno lavorando al bilancino per cercare, come coalizione, di superare la parte avversa di almeno un voto per guidare la Regione Molise. Manca ancora l’ufficiosità con la raccolta delle firme, ma un passo avanti è stato fatto. Sembra prendere sempre più corpo il nome di Paolo Di Laura Frattura che dopo aver avuto la benedizione in tempi non sospetti da parte di Antonio Di Pietro ora ha avuto il via libera anche dal Partito democratico e dai vari Danilo Leva e Roberto Ruta. Nel centrodestra, nonostante il tiramolla su Michele Iorio, è sempre lui l’unico candidato in rampa di lancio. Chi ha provato, anche sui tavoli romani, a farlo restare fermo al palo, si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti e della sua forza. Iorio continua a contare nonostante i sondaggi che lo vedrebbero in posizioni di rincalzo rispetto agli uomini del centrosinistra. Si resta in attesa della decisione finale di Massimo Romano che si presenterebbe come il reale cambiamento rispetto ai due competitor di destra e di sinistra. C’è poi il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Molise, Antonio Federico. Può rappresentare la variabile impazzita nella politica anche in questo territorio e dopo Federico Pizzarotti eletto sindaco a Parma e l’exploit della squadra di Beppe Grillo in Sicilia, dove è diventato il primo partito con il 14,83%, non è detto che in Molise non possa accadere di nuovo qualcosa di sconvolgente.
Pino Cavuoti

domenica 6 gennaio 2013

La Befana ha dimenticato il nostro regalo

Non vi preoccupate, il titolo è solo indicativo.  E’ solo per contestualizzare l’argomento alla giornata del 6 gennaio. Dovendo parlare di politica l’uscita notturna della vecchietta con la scopa in saggina fa al nostro caso. E’ passato Babbo Natale e sotto l’albero non abbiamo trovato nulla, ci ha salutato anche la Befana, ma dei nostri candidati per la guida alla Regione nessuna novità. E’ una vigilia di campagna elettorale davvero insolita rispetto a quanto siamo stati abituati nel passato. Ma non possiamo farne un dramma considerando le premesse di come si è giunti al prossimo appuntamento con le urne. Vuol dire che si dovrà fare di necessità virtù restando alla finestra per aspettare le decisioni delle segreterie politiche. Anche se, non dimentichiamoci, che Roma conta ancora nella scelta degli uomini da gettare nella mischia. Tuttavia anche le scelte romane dovranno fare i conti con i cittadini che non sono più tanto prevedibili. Ciò non toglie che la vera sorpresa potrebbe arrivare il 26 febbraio. In un’epoca di forte valore che viene dato all’informazione saranno le notizie che arriveranno in diretta ad aggiornarci su chi sarà il prescelto, da una parte e dall’altra. C’è il terzo incomodo o ci potrebbe esssere, forse, anche un quarto. Come tutte le sorprese bisognerà aprire il pacco per vedere cosa c’è dentro. Ma un caro amico ci ha confidato che lui già conosce il contenuto. Una bella sconfitta che rimanderà tutti a casa dopo aver governato per anni la regione con una squadra che doveva essere cambiata e che invece si è continuato a sostenere, nonostante i segni del tempo.  Comunque le sorprese sono belle perché non finiscono mai.
Pino Cavuoti

mercoledì 2 gennaio 2013

Chi ben comincia è a metà...

Ieri, come ogni inizio d’anno, mi sono recato di buonora il pronto soccorso dell’ospedale della mia città.  In tanti ad aspettare il loro turno per essere visitati dal personale sanitario del San Pio da Pietrelcina. Chi ha bisogno di assistenza non bada al calendario. E chi lavora nei presidi ospedalieri può testimoniare come, in particolare nei giorni di festa, aumenti il loro impegno in prima linea. Nella notte si sono registrati meno feriti per i botti di capodanno e anche qualche ubriaco in meno da rimettere in sesto. Per augurare un sereno 2013 voglio partire dal mondo della sanità: chi di noi non ha o non avuto bisogno di assistenza medica? In Molise l’argomento merita la giusta considerazione e vede su posizioni contrapposte i politici rispetto all'opera del commissario Basso. Occorre salvaguardare il bisogno di salute dei molisani e questo dovrà essere il primo argomento da inserire nell’agenda degli aspiranti governatori, che tra poche settimane si incontreranno nelle piazze per chiedere il voto. E non sarà l’unica emergenza su cui ci sarà il confronto aperto e propositivo tra i vari schieramenti. E che ci sia bisogno di idee concrete e partecipazione sono certo troverà d’accordo quanti seguono le vicende del nostro Molise. Ritengo che un buon modo per cominciare questo nuovo viaggio nel 2013 sia proprio nel recuperare il senso critico, che si traformi in partecipazione attiva. Lo ha ricordato il presidente Napolitano, nell’ultimo messaggio di fine anno del suo settennato, nel ribadire il valore della politica. Partecipare. E’ l’invito che sento di chiedere ai nostri lettori, in questo quarto anno di presenza in edicola. Con la speranza che si inizi a risalire la china con gesti di speranza. I primi a offrirli sono i nuovi molisani che ieri hanno fatto la loro comparsa nei punti nascita del Molise. Il primo è Lorenzo a Campobasso, venuto al mondo 58 minuti dopo la mezzanotte, poi Alessio a Isernia e Federica a Termoli. Benvenuti. E lo facciamo accogliendoli con affetto e fiducia, in un nuovo Molise dove si può ancora sperare in qualcosa di buono e di utile per tutti.
Pino Cavuoti