mercoledì 24 aprile 2013

Il futuro ci appartiene: difendiamolo

E’ difficile poter fa accettare a chi non ha di che campare una frase di Eleanor Roosevelt che recita: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei sogni”. Soprattutto mentre tutto va storto e maledici il giorno in cui sei venuto al mondo. Ti guardi intorno e non c’è una sola ragione perché la tua esistenza debba continuare, anche quando ci sono affetti che devi proteggere, educare alla vita e far crescere. Questa crisi maledetta e assassina ci sta togliendo sogni, speranze e futuro. Alla mancanza di risposte del domani c’è chi preferisce fuggire, facendola finita. A ondate.

martedì 23 aprile 2013

Noi ci speriamo

Auguri presidente Giorgio Napolitano. Che Dio la benedica e gli dia la forza necessaria per questo rinnovato impegno, con il suo giuramento di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione. Il suo discorso ha commosso per la lucidità e la chiarezza delle cose che ha detto in quella che è la sede naturale, il luogo deputato al dibattito e al confronto democratico rispetto alle piazze come qualcuno vorrebbe. L’inno d’Italia e il tricolore danno ancora valore al senso di appartenenza a un popolo, a uno Stato e a una storia di unità nazionale. La scelta fatta da deputato, senatori e delegati dei Consigli regionale è stata sicuramente quella più giusta in questo momento. Vorrei segnalare al presidente Napolitano che nel suo precedente settennato non ha fatto visita al nostro Molise, forse l’unica regione che non ha avuto l’onore di averlo come ospite. Mi permetto, a nome dei nostri lettori e dei molisani tutti, di invitare il presidente della Repubblica in Molise. Sono fiducioso e mi auguro che Napolitano voglia visitare presto la terra del Molise. Ci provo mandandogli anche una lettera.
Pino Cavuoti

domenica 14 aprile 2013

Di Laura Frattura e Cotugno, i signori della politica

Paolo Di Laura Frattura
La settimana politica, che abbiamo appena messo in archivio, ci ha ricordato come a Palazzo Moffa le insidie siano sempre dietro l’angolo. Possono cambiare le maggioranze, ma il modus operandi resta sempre lo stesso, pur con il passare delle stagioni. In Consiglio regionale a pagare dazio questa volta è stato Rialzati Molise, nonostante avesse alle spalle uomini a cui non è sconosciuta l’arte del possibile e dell’imprevedibile, che si è sempre consumata tra le cose della politica. E così può accadere che si entri in Consiglio da presidente dell’assemblea e se ne esca da semplice consigliere. Anzi considerando come è andata Vincenzo Cotugno, quando ha capito l’aria che tirava, non ha ritenuto nemmeno di varcare la porta va e vieni.

giovedì 11 aprile 2013

Paolo Frattura porta la croce

Paolo Di Laura Frattura
Paolo Frattura affida al microfono di Giovanni Minicozzi il suo pensiero, per spiegare la non scelta di Vincenzo Cotugno a presidente del Consiglio regionale.  Il giorno dopo il capolavoro consumato in aula, con l’elezione dell’altro Vincenzo (il Niro dell’Udeur), il governatore si carica sulle spalle “malumori e mal di pancia” . Lo dice apertamente, senza arrampicarsi sugli specchi, facendo debuttare via etere un nuovo principio:  ciò che fa male ora può essere un’opportunità per la coalizione. Se questa frase, che appare una profezia, dovesse avverarsi ci troveremmo al cospetto di una novità rispetto a quanto accade nella politica consegnataci dalla storia.

mercoledì 10 aprile 2013

La partita perfetta

Chapeau. Tanto di cappello al regista che ha orchestrato gli ultimi avvenimenti della politica molisana. Si può partire da quanto si è consumato ieri mattina in Consiglio regionale per l’elezione del suo presidente per passare ai giorni precedenti per la composizione della Giunta. Grande protagonista il Partito democratico, e per induzione il neo governatore. Insieme sono riusciti a giocare la partita perfetta assestando una serie di colpi mortiferi che hanno permesso a Roberto Ruta e ai suoi accoliti di  recuperare la scena da grandi protagonisti della politica molisana.

giovedì 4 aprile 2013

Michele Iorio e i cattivi consiglieri

“Del senno di poi son piene le fosse”.  Così recita un adagio che siamo andati a ripescare nel cassetto della memoria. In particolare quando la riflessione viene solleticata dal provvedimento di sospensione che ha dovuto sopportare Michele Iorio, uscito anche sconfitto nelle elezioni di febbraio. Mettendo sul piatto la mia notoria ignoranza, voglio fare a voce alta alcune considerazioni, che potrebbero tornare utili un po’ a tutti, per capire “col senno di poi”. Iorio in questi anni si è circondato di brave e colte persone, alcune anche ben pagate, che avrebbero dovuto garantirgli competenza  e consulenza in diverse materie, compresa quella legale. Ma, a quanto pare, questi consiglieri devono aver tratto spunto nell’esercizio delle loro funzioni da “Bocca di rosa”, la canzone di Fabrizio De Andrè, “sentendosi come Gesù nel tempio”. La storia non si può cambiare, ma forse si sarebbe potuta scrivere in maniera diversa da come poi è andata a finire. Alleanze saltate, scelte di campo diverse, rinnovamento mancato. Dando per certo che Michele Iorio non può aver sempre deciso da solo, se sbagli ha compiuto, non può averli fatti in solitudine. Questo a dimostrare che ci sono stati cattivi consiglieri che gli sono stati vicino senza metterlo in condizione di riflettere, come avrebbe dovuto. Anche nella lettura del decreto “liste pulite”.

mercoledì 3 aprile 2013

La maledizione del Molise

Povero Molise. Poveri molisani. Chissà quale peccato deve scontare la popolazione che risiede in questa terra abbracciata da Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Dopo due elezioni annullate, roba da guinness dei primati, ieri un altro schiaffo - più che a Michele Iorio, a cui è stato negato il diritto di accedere in aula - a un’intera Regione. Perché, con tutto il rispetto per il Consiglio dei ministri, non si può arrivare, a poche ore dalla seduta della prima riunione del nuovo Consiglio regionale, per applicare il decreto “Salva Italia” gettando nel caos l’intera assemblea di Palazzo Moffa. Quello che è accaduto ieri pomeriggio ha dell’incredibile. Quasi un golpe alla democrazia di un’intera regione messa nelle condizioni di non poter decidere sul da farsi. Accade che una persona può essere candidata, eletta, proclamata, dopo essere sta condannata in primo grado e aver presentato ricorso, viene sospeso. Ciò che fa irritare è la tempistica delle cose. Dimostra che c’è un’Italia a due velocità: quella della pubblica amministrazione e quella del mondo di chi produce, rischia e soffre. Michele Iorio è stato proclamato consigliere regionale lo scorso 16 marzo. Solo il 28 marzo la Presidenza del Consiglio dei ministri ha disposto, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, la sospensione dalla carica di consigliere della Regione Molise del dott. Angelo Michele Iorio, con decorrenza dal primo giorno della proclamazione. Che lentezza nel prendere questa decisione! Ma ai signori del Dipartimento per gli Affari regionali non è venuto in mente, solo per caso, che tutto ciò avrebbe causato un legittimo dubbio, se notificato poco prima della seduta inaugurale? Nel momento in cui c’è stata la proclamazione - e dato per dovuta la sua sospensione - perché non si è proceduto già in quella sede? Livelli e ruoli diversi, si dirà, tra uffici giudiziari e quelli amministrativi dello Stato. Boh. Ma resta una cruda realtà: il Molise continua a perdere tempo e a non camminare. Altro che freno a mano. Lo sguardo perso del presidente Paolo Di Laura Frattura la dice lunga sul senso di smarrimento di un’intera assemblea. A meno che tra di loro non ci sia chi gioisca per tutto questo. Ma questa è un’altra storia. Non si vuol difendere lo Iorio di turno, ma il principio di una legge che nel nome avrebbe dovuto salvare l’Italia ma che nei fatti genera confusione e incertezza. Il Molise continua ad avere le ossa rotte. E si dovrà perdere un’altra settimana per capire cosa dovrebbe accadere e come ottenere il plenum necessario per far partire l’undicesima legislatura. Una partenza falsa, perché con handicap.
Pino Cavuoti

martedì 2 aprile 2013

Buon lavoro consiglieri, per il bene del Molise

Oggi l’undicesima legislatura del Consiglio regionale del Molise avrà il suo avvio ufficiale. I lavori dell’aula prevedono la nomina del presidente dell’assemblea e la composizione delle commissioni consiliari permanenti. Sarà un’assise ridotta con soli 21 consiglieri dei quali 3 dovranno anche nella doppia veste di assessori. Un numero minore per la riduzione dei costi della politica che passa anche attraverso meno eletti. Ci sarà da lavorare di più per tutti con una maggioranza composta da 13 consiglieri, compreso il governatore, e la minoranza fatta dai restanti 8. E si comincia con alcuni mal di pancia, conseguenza della composizione della giunta fatta per tre quarti dal Pd, tanto da far dire a qualcuno: esecutivo monocolore. I consiglieri tutti convocati per le ore 16 con la curiosità di vedere se tutto filerà liscio. Ci saranno numerosi debutti tra i banchi di Palazzo Moffa e con molti assenti illustri delle passate stagioni della politica molisana. Dopo il primo comprensibile disorientamento per chi non ci sarà subito al lavoro per gli adempimenti previsti per la prima seduta. Questa volta con un’incombenza in più: indicare tre consiglieri che saranno mandati a Roma per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Ci sono elementi per essere certi che quella odierna non sarà una passeggiata per coloro che mi piace appellare come “gli inquilini di Palazzo Moffa”. Che, d’ora in avanti, sono stati investiti dai cittadini a lavorare per il bene del Molise.