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Ugo De Vivo, neo sindaco di Isernia |
I fatti. Il centrodestra
riconsegna, dopo dieci anni, la città di Isernia al centrosinistra. Si pensava
che Rosetta Iorio potesse farcela a mantenere Palazzo San Francesco, ma così
non è stato. Le proporzioni della disfatta sono sotto gli occhi di tutti. Non è
bastato far passare cinque anni di esperienza alla guida di un assessorato
importante come i Lavori pubblici, per farle conquistare la fiducia necessaria
tra gli elettori che le hanno preferito l’avvocato Ugo De Vivo, seppur privo di
esperienza da pubblico amministratore. Le bocce sono ferme a distanza di alcune
ore dal risultato delle urne e non si può non iniziare a ragionare in termini
di analisi. Perché se è vero che la politica è l’esercizio della sintesi, si
dovrà pur arrivare a una conclusione evitando di banalizzare sul fatto che l’astensionismo,
come ha fatto qualche “autorevole” giornale locale, abbia aiutato Ugo De Vivo
piuttosto che Rosetta Iorio.
I fatti. Pur ipotizzando che al primo turno, con
sette candidati sindaco, fosse più difficile staccare il biglietto per uno dei
contendenti, meno comprensibile appare giustificare la sconfitta della
candidata del centrodestra. E volendo persino arrivare a giustificare la
differenza di voti raccolti dalle liste rispetto ai voti della Iorio non si può
spiegare che poi al ballottaggio solo 3 sezioni su 22, di cui una costituita
dal seggio dell’ospedale, sono stati favorevoli al centrodestra. A meno che non
si facciano alcuni considerazioni. E’ stata sbagliata la scelta del candidato?
E’ stato sbagliato il programma elettorale? Ci sono stati comportamenti
scorretti dei candidati che, pur di accaparrarsi un voto personale, non si sono
preoccupati di quello disgiunto tutelando il loro candidato sindaco? Poco
conta dire che il vento che spirava a livello nazionale avrebbe condizionato il
risultato. Perché lo stesso discorso non fu fatto quando tutte le regioni erano
colorate di rosso e solo la Lombardia e il Molise furono conquistate dal
centrodestra alle Regionali? Un ragionamento double face conveniente solo per i
dirigenti politici a seconda delle circostanze. Potrebbe aver influito, come
accade in tutte le democrazie, il desiderio di alternanza. Che poi non è una
cosa cattiva! Del resto, forse, a svantaggio di Rosetta Iorio ha giocato
proprio il cognome - perché a voler trovare una giustificazione è pur sempre la
sorella del governatore del Molise. E dopo il dispositivo del Tar che ha, per
il momento, indicato la strada del ritorno alle urne per l’annullamento delle
elezioni del 16 e 17 ottobre scorsi - quando per la terza volta è stato
riconfermato Michele Iorio - è facile immaginare che qualcuno si sia sentito
libero di essere libero di votare chi più si crede. E, come accade, quando il
vento sembra cambiare, c’è sempre più di uno ad accasarsi altrove perché la...
gratitudine non è di questo mondo. Anche perché si potrebbe pure definire
clientela! Che sia l’inizio della fine della stagione dello Iorismo? E’ stata
sicuramente una vigilia elettorale comunale nella città pentra caratterizzata
da promesse di assunzioni - cosa che sarebbe tra l’altro avvenuta durante la
campagna per le regionali - che avrebbero interessato alcuni candidati
eccellenti. A queste cose non vogliamo crederci, ma la gente ha mormorato e,
come spesso accade, tra mille si dice c’è sempre più di una verità nascosta. A
perdere non ci sta mai nessuno. Ma questa volta non sono concesse
giustificazioni ai vari Ulisse Di Giacomo e Luigi Mazzuto. Perché quando si
perde, si perde e basta. Questi sono i fatti. Ma siamo sempre disposti al
confronto ricordando che quando si vince si è in tanti, a perdere è sempre e
soltanto uno solo. A chi andrà, questa volta, il cerino per aver consegnato il
Comune di Isernia all’avvocato Ugo De Vivo?
Pino Cavuoti
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