Con 14 voti favorevoli (Cavaliere, Chieffo, Ciocca, D’Aimmo, De Bernardo, Fusco Perrella, Izzi, Marinelli, Niro, Pietracupa, Romagnuolo, Sabusco, Scasserra e Tamburro), 4 contrari (Di Pietro, Leva, Parpiglia e Petraroia) e 3 astenuti (Di Donato, Di Laura Frattura e Romano) il Consiglio regionale ha approvato il documento della Conferenza delle autonomie locali che sostiene le ragioni perché la Provincia di Isernia continui a rimanere in vita. I politici molisani si ostinano ad arrampicarsi sugli specchi pur di evitare ciò che accadrà nelle prossime settimane. In Italia subito verranno eliminate 36 province che non rispondono ai criteri stabiliti a livello governativo sull’estensione territoriale e per il numero degli abitanti. Quale lungimiranza politica può avere difendere l’indifendibile? I tempi sono cambiati e si punta alla razionalizzazione della spesa: che senso avere due province in un territorio di 4.400 chilometri quadrati, 136 comuni e con 319 mila abitanti? Quali servizi verrebbero meno se invece di due ci saranno due province? Vorrei che, al di là della demagogia e delle chiacchiere della politica, qualcuno ce lo spiegasse. Basta fare l’esempio della Basilicata con 10mila chilometri quadrati di superficie, 586mila e 131 comuni che ha stabilito che può andare bene una sola provincia. Anzi i politici lucani sono andati oltre dando una chance a Matera concedendo la possibilità della sede provinciale e mantenendo per Potenza gli uffici regionali. Capacità di adattamento e nello stesso tempo soluzioni che rispettino il territorio e la dignità di tutta la sua popolazione. In Molise si perde tempo con inutili difese di titoli. Ben altra cosa è l’identità di una regione rispetto a quella amministrativa. Poi non ci si deve indignare se il Molise verrà portato come esempio di spesa eccessiva per la gestione della cosa pubblica. Agli elettori un invito a ricordarsi dei 14 consiglieri regionali che si sono “immolati” in difesa delle due province. Se, come è logico e naturale pensare come andrà a finire con la cancellazione della Provincia di Isernia verrà cancellata, si chiederà conto di aver perso tempo prezioso per «un confronto... costruttivo» o di essere stati politici illuminati.
Pino Cavuoti
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