«Un cuore grande e un amico sincero». A
dire queste parole sintetiche quanto dirette è Antonietta Delle
Monache, la mamma di Maurizio Natale, l’universitario di 22 anni di
Monteodorisio, rimasto sotto le macerie del terremoto de L’Aquila del 6
aprile 2009. Ieri mattina la sua scuola, che ha frequentato a Vasto
conseguendo il diploma di geometra presso il Palizzi, gli ha voluto
intitolare l’aula magna nel corso di una cerimonia che ha fatto vivere
momenti di partecipata commozione. Un’immagine più delle altre ha dato
il segno di come Maurizio vive tra quanti lo hanno conosciuto: «Tu che
conosci il cielo saluta Dio per noi».
Una decisione presa
dall’intero Consiglio d’Istituto per ricordare un ragazzo che «ha saputo
coniugare serietà e passione, coerenza e servizio agli altri». Il
dirigente scolastico Gaetano Fuiano ha speso parole molto affettuose
verso Maurizio «un alunno modello, che ha saputo e continua a comunicare
e che nella sua breve e intesa vita si è impegnato nel civile,
nell’associazionismo e nel volontariato lasciando un segno della sua
presenza».
Tanti gli interventi per una mattinata vissuta con grande
intensità emotiva scandita dagli applausi degli studenti alla presenza
di alcuni dei compagni di classe che hanno ascoltato in silenzio le
varie testimonianze. Molto toccanti le parole del testo letto da
Valeria Caserta accompagnate dal suono della tromba di Claudio Manfredi.
Chi lo aveva conosciuto è l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno
Forte, nel corso della visita pastorale in parrocchi a Monteodorisio.
«Da lui ho imparato quattro cose - ha detto il presule - prima di tutto
mi ha insegnato il dialetto di Monteodorisio, perché Maurizio
apparteneva alla sua gente e ne era fiero. Mi ha insegnato come ci si
comporta quando, quando passa una bella ragazza, a Monteodorisio si
dice: Chi è cass’?, chi è questa. E io avevo detto che anche della
Madonna si può dire: Chi è cass’? Mi ha insegnato la gioia di vivere,
perché era luminoso ed entusiasta della vita. E mi ha insegnato la
tenerezza verso la madre». E mons. Forte è andato oltre dando il senso
della nostra fede: «Maurizio è nato due volte. La prima volta quando è
uscito dal pancione della sua mamma, la seconda quando è entrato nel
pancione di Dio, tornando al suo cospetto. Maurizio non è solo un
ricordo ma è anche una promessa: il passato, il presente e il futuro».
Il
sindaco di Monteodorisio, Ernesto Sciascia, ha parlato della tenacia di
Maurizio che voleva concludere il corso di studi per laurearsi nel
tempo più breve in ingegneria. «Un ragazzo di Monteodorisio - ha detto
che ci ha lasciato un bell’esempio di vivere ed è per questo che abbiamo
voluto intitolare a lui la scuola media del paese. Lui ora vive ogni
giorno con noi».
In platea anche Grazia Malatesta, la mamma di
Davide Centofanti, lo studente universitario vastese anche lui vittima
nei crolli del sisma aquilano, al quale intitolata - qualche tempo fa -
la palestra del Liceo scientifico ‘Raffaele Mattioli’. E’ stato il
presidente del Consiglio comunale di Vasto, Peppino Forte, a ricordarlo
evidenziando come sia sempre i migliori ad andare via.
Molto
toccanti le parole di don Nicola Antonini, il parroco a cui era molto
legato la giovane vittima del sisma aquilano, soprattutto dopo la morte
del padre nel 2006, rivolte proprio all’indirizzo di Maurizio e della
sua mamma «una donna di fede, ma Maurizio continua a essere il nostro
presente e il nostro futuro». Il suo compagno d’infanzia Fabrizio ha
dato la cifra dello spessore di Maurizio «che per la sua generosità,
bontà e onestà ti entrava nel cuore». La sua ex insegnante, Loredana
Coppola, ha invece evidenziato la capacità di donarsi di Maurizio che
aveva seguito nel corso dell’ultimo triennio che studiava con impegno
«perché sapeva che era il suo dovere, era brillante, pieno di luce per
un destino che ce lo ha rapito, un ingegnere che non è mai stato, una
famiglia che non si è potuta costruire».
Testimonianze fatte con
trasporto, ma non di maniera per far conoscere, mentre trascorrevano
diverse immagini della breve vita dell’universitario di Monteodorisio.
Della «casa di burro» di via Sturzo a L’Aquila ha parlato invece il
giornalista Umberto Braccili che l’anno dopo il terremoto ha pubblicato
un libro duro di accuse dal titolo «Macerie dentro e fuori» nel quale
sono raccolte le interviste ai genitori di alcuni universitari vittime a
L’Aquila, per la precisione tredici. Precise responsabilità per una
cultura antisismica che non c’è stata. Gli ha fatto eco Angelo Lannutti,
il papa di Ivana iscritta al terzo anno della facoltà di ingegneria
civile. Libro che ha avviato una decisa sterzata per una maggiore
sensibilità per la sicurezza contro i rischi sismici tanto che l’Ordine
nazionale dei geologi ha istituito un premio di laurea. Infine il
ricordo di Marilisa affidato alla “Lettera dal futuro”. Parole di
fantasia per una storia d’amore interrotta, per un domani fermato sul
nascere. Il testo è pubblicato di lato perché ognuno possa immedesimarsi
sul valore di una vita spezzata.
Maurizio Natale continuerà a
vivere nell’aula magna e nelle aule dell’istituto Palizzi perché chi lo
ha conosciuto lo ricordi, e per chi invece non ha avuto il tempo e la
fortuna impari a capire che tra questi banchi si può costruire il
proprio futuro semplicemente facendo il proprio dovere di studente.
Pino Cavuoti
Nessun commento:
Posta un commento