giovedì 27 gennaio 2011

Perché


Abbiamo il dovere della memoria. Come coraggiosa capacità di rimandare indietro l’orologio del tempo per rileggere, passo dopo passo, l’ignominia degli uomini, che ci hanno preceduto macchiando in maniera indelebile la storia. La «Giornata della Memoria»  ci costringe, almeno per un dì all’anno, a pensare a  cosa è accaduto solo qualche decennio fa. La inaudita violenza per sterminare una razza. Il cuore è ancora sanguinante al pensiero di quanti sono stati annientati dalla follia di pochi. Perché il Nuovo Molise è oggi listato a lutto? Siamo un quotidiano territoriale, ma sentiamo l’esigenza di testimoniare l’orrore della Shoah, anche se il più vecchio tra noi non ha superato nemmeno la soglia dei cinquant’anni. Ma siamo convinti che dalla più piccola periferia d’Italia, come è il nostro Molise, si possa compiere un cammino di sensibilizzazione delle coscienze. In questo primo 27 gennaio della nostra storia abbiamo fatto questa scelta di diversità. E avremo la stessa attenzione anche per altre “Giornate” che saranno celebrate nei restanti giorni dell’anno, per mantenere sveglia la mente dei nostri lettori. La mia mamma ha vissuto la guerra, da sfollata nelle campagne di Vasto occupata prima dai tedeschi e poi dagli inglesi. Mi ha raccontato delle sofferenze e delle privazioni patite dalla sua generazione. Non mi ha mai parlato della Shoah. Perché non sapeva ciò che accadeva in luoghi così lontani dalle ciminiere fumanti. Ma parlava delle leggi razziali che furono adottate anche in Italia e di alcuni bambini che da Roma arrivarono a riparare lungo le terre bagnate dal fiume Trigno. Bambini costretti a scappare con i loro genitori perché diversi. Mia madre li vedeva simili a lei in tutto e per tutto. Anche nei giochi e nelle paure. Solo dopo anni ha capito il perché. Ecco spiegato questo giorno.

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