domenica 2 gennaio 2011

Un nuovo decennio nel segno della rivoluzione generazionale

Da ieri siamo entrati negli anni Dieci. Un nuovo decennio dove per essere ricordati ci sarà bisogno di qualcosa di sensazionale per trovare un posto nella Storia, quella con la esse maiuscola. E non sarà solo una prerogativa italiana, ma dovrà coinvolgere anche il Molise nella convinzione che i tempi siano maturi perché ciò accada. Una rivoluzione generazionale dei quarantenni per svecchiare la politica sotto lo schiaffo di una gereontocrazia troppo distante e disattenta ai cambiamenti della società e dei linguaggi della comunicazione. Nel ricordare il decennio appena trascorso si è parlato in questi giorni del progresso veloce avuto in pochissimi anni dalla tecnologia: internet, telefonia mobile, Iphone, Ipad e Android.  E’ solo un esempio per capire che bisogna dare un’accelerazione ai ritmi della vita e incamminarsi su una strada nuova.  Lo ha detto anche il presidente Napolitano nel suo discorso di fine anno quando ha citato più volte i giovani con le loro inquietudini e le loro attese. In questa nostra piccola terra del Molise siamo abituati a veder fuggire i nostri giovani. Prima per studiare e specializzarsi - anche se i dati di frequenza nell’Università del Molise sono confortanti - e poi per cercare lavoro. E’ necessario fermare tutto e sparigliare le carte, buttando tutto all’aria per ripartire. Bisogna farlo con la rivoluzione pacifica ma decisa, che sia  prima di tutto culturale per impedire di andare avanti con la logica del precariato. Dobbiamo finirla di far sentire i nostri giovani dei precari, degli insicuri. Da oggi si deve cambiare registro. Perché i nostri figli possano avere un futuro.

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