domenica 9 ottobre 2011

Elettori incapaci

Silvio Berlusconi
Sembra quasi un gioco, divertente. Il conto alla rovescia o come dicono gli americani, prima di ogni lancio da Cape Canaveral a Houston, è iniziato il count down. Che ci accompagnerà fino a domenica e lunedì prossimi. E sarà un’ultima settimana di quelle toste. Perché tutto può ancora accadere. E accadrà che, a parte coloro che hanno già un’idea precisa sul da farsi, i voti si sposteranno da una lista all’altra, da uno schieramento all’altro, da un candidato all’altro. Perché in fondo, tranne pochi integralisti dell’urna, una buona parte del corpo elettorale è costituito da cittadini che decideranno dove mettere la croce e un cognome, solo a ridosso della due giorni dedicata al voto. Elettori incapaci di essere sereni nell’esercitare il loro diritto a esprimere una preferenza in questa tornata che, come per le comunali, ancora lo consente. Troppe sono le pressioni psicologiche, esercitate anche attraverso i media, per trovare la serenità di dare un giudizio. Libero da condizionamenti e dal controllo dei candidati. Un aspetto da non sottovalutare è senz’altro rappresentato da un territorio così ridotto, dove ci si conosce tutti e dove è facile incontrare in un bar Michele Iorio o piuttosto Giovancarmine Mancini, e pagare il caffè preso insieme al banco. In queste condizioni è un po’ difficile restare insensibili al fascino del candidato. Ma se tutto questo non bastasse a capire cosa accadrà nei sette giorni che mancano all’apertura dei seggi, si può far ricorso alla pressione esercitata nei piccoli comuni dagli amministratori locali che, se inseriti nelle liste come grandi elettori, li troverete a bussare, davanti alla porta di casa vostra. Elettori incapaci di dire no, almeno a parole, promettendo a tutti di dare il consenso. «Non ti preoccupare, ti voterò e farò fare altrettanto alla mia famiglia e ai miei amici». Candidati che promettono di tutto e di più come se si fosse al mercato delle vacche. Poco importa se siano grasse o magre. Del resto cosa costa promettere? Ma la questione resta complessa e aperta a ogni prospettiva e risultato. Un candidato, nuovo del mestiere, ieri mattina mi ha confessato: «Bisogna resistere, in questi giorni sono ingrassato eppure pensavo che avrei perso peso». Alla domanda come è stato possibile ha risposto: «Per forza, tra cene e cenette, addio linea e pensa che fregatura che se non vengo manco eletto». Ingrassato e trombato. Un fatto curioso. Dopo l’uscita di Silvio Berlusconi con il suo partito “Forza Gnocca”, anche se si insiste che non avrebbe mai detto (?!) una cosa del genere, mi ha chiamato un lettore chiedendo dove potersi iscrivere: «Sa, sono anziano e vedovo, almeno ai miei amici al bar invece dire che sono del partito della pagnotta...». E poi, infine, gli elettori incapaci persino di andare ai seggi perché non hanno un candidato che esprima la loro idea. Ne sa qualcosa la sinistra radicale, che sarà costretta a dire tutti al mare o in montagna a seconda delle temperatura metereologica.
Pino Cavuoti

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