martedì 25 ottobre 2011

Vincono i candidati al di là dei partiti

Michele Iorio ha vinto le elezioni. Lo dice il risultato delle urne. Con Paolo Di Laura Frattura che, solo per poco, ha mancato la grande occasione. La congiuntura era favorevole perché avvenisse un ricambio generazionale e politico. Ma così non è stato con il movimento anti casta (leggasi Cinque stelle) che può gioire di aver riconsegnato ai molisani Iorio e la sua maggioranza di centrodestra. Tra quindici e più anni non si ricorderà più nulla di tutto questo, ma solo che Michele Iorio da Isernia per la terza volta ha guidato la Regione Molise. Punto. Ciò che preme sottolineare è l’apporto che hanno avuto, mai come in questo giro, i candidati delle sette liste di centrodestra per i loro partiti e movimenti civici. I veri vincitori sono stati i candidati capaci di “costringere” gli amici, i parenti e i clientes ad andare a votare. Non per un’idea e un simbolo, ma per una faccia e una mano da stringere. Regionali 2011 che passeranno sì per questa ragione alla storia delle consultazioni elettorali. I responsabili delle liste vi diranno di tutto e di più, ma se ci riflettete e rileggere i voti raccolti dai candidati, ma soprattutto la storia politica di alcuni di loro, sarà facile rispondere che da qualsiasi parte si fossero collocati, consenso più o consenso meno, avrebbero riportato gli stessi numeri. Una costatazione alla quale si giunge in maniera molto facile facendo scorrere le liste. Quindi si è vinto o si sarebbe potuto perdere solo per i candidati, al di là dei partiti. E la scelta, più che dai segretari dei partiti se accettare o meno questo o quello, è arrivati proprio dai candidati che hanno scelto. Dopo lunghi ragionamenti e calcolatrice alla mano. Chi vince ha sempre ragione. E su questo concetto non si può che applaudire chi è stato eletto, ma soprattutto i più gettonati. E a chi sostiene che, Iorio piuttosto che Di Laura Frattura, ha avuto meno sostegno dai candidati troppo preoccupati di accapparare voti a dispetto della coalizione non si può che rispondere: vada al mare a rinfrescarsi. La campagna elettorale è come un duello senza regole, dove non si applicano i principi cavallereschi. Ma è l’arte dell’inganno e dei colpi bassi. Candidati, brava gente, ma ancora più gli elettori che hanno promesso a tutti appoggio. Fa sorridere un candidato che aveva contato migliaia di sì, ma prima dell’apertura delle urne. Alla fine ne ha contati meno delle dita di una mano e ora dubita persino di essere stato votato dalla moglie da cui ha ricevuto il giuramento di fedeltà fuori dal talamo nuziale, ma non nella cabina elettorale.
Pino Cavuoti

Nessun commento:

Posta un commento