mercoledì 3 aprile 2013

La maledizione del Molise

Povero Molise. Poveri molisani. Chissà quale peccato deve scontare la popolazione che risiede in questa terra abbracciata da Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Dopo due elezioni annullate, roba da guinness dei primati, ieri un altro schiaffo - più che a Michele Iorio, a cui è stato negato il diritto di accedere in aula - a un’intera Regione. Perché, con tutto il rispetto per il Consiglio dei ministri, non si può arrivare, a poche ore dalla seduta della prima riunione del nuovo Consiglio regionale, per applicare il decreto “Salva Italia” gettando nel caos l’intera assemblea di Palazzo Moffa. Quello che è accaduto ieri pomeriggio ha dell’incredibile. Quasi un golpe alla democrazia di un’intera regione messa nelle condizioni di non poter decidere sul da farsi. Accade che una persona può essere candidata, eletta, proclamata, dopo essere sta condannata in primo grado e aver presentato ricorso, viene sospeso. Ciò che fa irritare è la tempistica delle cose. Dimostra che c’è un’Italia a due velocità: quella della pubblica amministrazione e quella del mondo di chi produce, rischia e soffre. Michele Iorio è stato proclamato consigliere regionale lo scorso 16 marzo. Solo il 28 marzo la Presidenza del Consiglio dei ministri ha disposto, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, la sospensione dalla carica di consigliere della Regione Molise del dott. Angelo Michele Iorio, con decorrenza dal primo giorno della proclamazione. Che lentezza nel prendere questa decisione! Ma ai signori del Dipartimento per gli Affari regionali non è venuto in mente, solo per caso, che tutto ciò avrebbe causato un legittimo dubbio, se notificato poco prima della seduta inaugurale? Nel momento in cui c’è stata la proclamazione - e dato per dovuta la sua sospensione - perché non si è proceduto già in quella sede? Livelli e ruoli diversi, si dirà, tra uffici giudiziari e quelli amministrativi dello Stato. Boh. Ma resta una cruda realtà: il Molise continua a perdere tempo e a non camminare. Altro che freno a mano. Lo sguardo perso del presidente Paolo Di Laura Frattura la dice lunga sul senso di smarrimento di un’intera assemblea. A meno che tra di loro non ci sia chi gioisca per tutto questo. Ma questa è un’altra storia. Non si vuol difendere lo Iorio di turno, ma il principio di una legge che nel nome avrebbe dovuto salvare l’Italia ma che nei fatti genera confusione e incertezza. Il Molise continua ad avere le ossa rotte. E si dovrà perdere un’altra settimana per capire cosa dovrebbe accadere e come ottenere il plenum necessario per far partire l’undicesima legislatura. Una partenza falsa, perché con handicap.
Pino Cavuoti

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