giovedì 4 aprile 2013

Michele Iorio e i cattivi consiglieri

“Del senno di poi son piene le fosse”.  Così recita un adagio che siamo andati a ripescare nel cassetto della memoria. In particolare quando la riflessione viene solleticata dal provvedimento di sospensione che ha dovuto sopportare Michele Iorio, uscito anche sconfitto nelle elezioni di febbraio. Mettendo sul piatto la mia notoria ignoranza, voglio fare a voce alta alcune considerazioni, che potrebbero tornare utili un po’ a tutti, per capire “col senno di poi”. Iorio in questi anni si è circondato di brave e colte persone, alcune anche ben pagate, che avrebbero dovuto garantirgli competenza  e consulenza in diverse materie, compresa quella legale. Ma, a quanto pare, questi consiglieri devono aver tratto spunto nell’esercizio delle loro funzioni da “Bocca di rosa”, la canzone di Fabrizio De Andrè, “sentendosi come Gesù nel tempio”. La storia non si può cambiare, ma forse si sarebbe potuta scrivere in maniera diversa da come poi è andata a finire. Alleanze saltate, scelte di campo diverse, rinnovamento mancato. Dando per certo che Michele Iorio non può aver sempre deciso da solo, se sbagli ha compiuto, non può averli fatti in solitudine. Questo a dimostrare che ci sono stati cattivi consiglieri che gli sono stati vicino senza metterlo in condizione di riflettere, come avrebbe dovuto. Anche nella lettura del decreto “liste pulite”.

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