giovedì 11 aprile 2013

Paolo Frattura porta la croce

Paolo Di Laura Frattura
Paolo Frattura affida al microfono di Giovanni Minicozzi il suo pensiero, per spiegare la non scelta di Vincenzo Cotugno a presidente del Consiglio regionale.  Il giorno dopo il capolavoro consumato in aula, con l’elezione dell’altro Vincenzo (il Niro dell’Udeur), il governatore si carica sulle spalle “malumori e mal di pancia” . Lo dice apertamente, senza arrampicarsi sugli specchi, facendo debuttare via etere un nuovo principio:  ciò che fa male ora può essere un’opportunità per la coalizione. Se questa frase, che appare una profezia, dovesse avverarsi ci troveremmo al cospetto di una novità rispetto a quanto accade nella politica consegnataci dalla storia.

E’ indubbio, per ammissione dello stesso governatore,   che a Palazzo Moffa martedì è accaduto un qualcosa che   Frattura  indica come una  “scelta subita” facendolo venir meno a un criterio di nomina in forza “della meritocrazia rapportata al consenso ricevuto”.  Che altro non vuol dire che chi aveva più voti (Rialzati Molise) avrebbe dovuto avere più visibilità rispetto a chi ne ha presi meno (Udeur). Ma Frattura ha deciso di cantarsela e suonarsela da solo portandosi la croce. Un forte senso di responsabilità che però sembra lontano rispetto a ciò che non ha detto. Il governatore ha dietro la testa il fiato forte del Pd che mai come ora ha in Roberto Ruta il suo miglior interprete. Del resto come si potrebbe spiegare tre assessori in odore Pd, il colpo di mano ai danni del cognato di Aldo Patriciello, la gestione delle cariche dell’ufficio di presidenza e delle commissioni? E siamo solo all’inizio nella certezza che Frattura sarà sempre e soltanto lui il responsabile delle scelte condivise-subite!
Pino Cavuoti

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