mercoledì 26 giugno 2013

In edicola virtualmente

Ringrazio i colleghi che, pur non percependo lo stipendio dallo scorso dicembre, stanno continuando a lavorare. Siamo in attesa di risposte dall’azienda che sta cercando in tutti i modi di trovare, entro fine mese, una soluzione praticabile che possa consentire la ripresa regolare dell’attività. Anche con un cambio di quote societarie e con l’ingresso di nuovi soci con risorse fresche da immettere in questa azienda editoriale.
La redazione ha deciso di dare fiducia, ancora per qualche giorno, a questo esperimento vituale sul web con la possibilità gratuita di scaricare l’edizione, così come l’avreste trovata come ogni giorno nelle edicole di Molise e di una parte d’Abruzzo. Si acquistano sempre meno giornali, ancor più in questo periodo di crisi. Così come si risparmia sul cibo. Mi auguro, soprattutto per i colleghi, che la nostra non sia un’agonia già scritta. La vicenda di questo quotidiano non è diversa da tante altre realtà in difficoltà.  Per le imprese editoriali senza il sostegno pubblico sarà difficile se non impossibile continuare a esistere. Che coinvolge, per certi versi, anche le edicole che stanno scomparendo nei 136 comuni del Molise. Del resto come si potrebbe pensare che le agenzie di distribuzione possano farcela a sopportare le spese di trasporto per pochi centesimi di utile per copia venduta?  Il rilancio deve passare anche attraverso il ricambio delle persone. Voglio sperare che questo possa servire a rimettere in carreggiata una testata che ha tutto il diritto di continuare a esistere e prosperare. Anche se ho sempre ritenuto che la quantità degli organi di informazione non vuol dire per forza di cose più democrazia e circolazione delle idee se non c’è la possibilità di vivere dovendo far fronte alle leggi di mercato. Per questa ragione una legge sull’editoria appare necessaria con regole certe, fissate da criteri che tengano conto in primo luogo di chi scrive. La libertà di pensiero. Come è bella la democrazia.
Una corsa contro il tempo per tutti della serie “speriamo che io me la cavo”.  Ho ricevuto diversi attestati di vicinanza, in particolare dagli amici di ieri e di oggi. Grazie a chi mi ha chiamato o messaggiato.
Pino Cavuoti

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