mercoledì 27 aprile 2011

La politica alza la voce

Passata la Pasqua si torna a (s)parlare di politica. E lo si fa senza esclusione di colpi. E sarà così fino al giorno dell’apertura delle urne, e poi per qualche giorno ancora. Che si tratti di elezioni comunali o provinciali i candidati sono portati a discutere, il più delle volte privilegiando le cose regionali e nazionali rispetto alle questioni legate al loro futuro mandato. È più semplice – per usare l’immancabile metafora calcistica – commentare e analizzare le partite delle formazioni di serie A o della Nazionale piuttosto che della propria squadra cittadina. Si tratta di un esercizio meno complicato perché non ci vogliono grandi idee. Poi è più comprensibile a tutti perché si può ripetere anche concetti altrui per averli letti sui giornali o ascoltati alla televisione. A ricordarcelo è il senatore Di Giacomo che in un comunicato prende di mira la candidata del centrosinistra Fanelli per invitarla a discutere di argomenti più consoni al livello amministrativo: della serie è inutile che parli di regione, preoccupati della provincia visto che sei in corsa per Palazzo Magno. E la Fanelli che fa? Risponde subito per le rime spiegando che esiste la filiera, della serie ogni ente è collegato all’altro e viceversa. È questa la politica dello scontro-confronto, che tanto piace a chi ama seguire i dibattiti televisivi. Del resto ai comizi in piazza c’è sempre meno gente disposta ad assistere, mostrando palese disinteresse verso le chiacchiere sulla res publica di questo o quell’aspirante politico. Interessa eccome la rissa verbale. Fateci caso questo avviene in particolare solo quando si avverte il clima elettorale e a guardare l’elenco dei pretendenti alla poltrona di presidente della Provincia di Campobasso ci sarà da divertirsi. Eppure tanto.
Pino Cavuoti

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