mercoledì 16 novembre 2011

Lasciamo lavorare il manovratore

L’impressione è quella che tutti, in un modo o in un altro, vogliano tirare per la giacca Michele Iorio, il grande manovratore. Giunta a sei, giunta a otto. Solo il governatore potrà rispondere a questa domanda. Si può solo tentare si azzardare delle ipotesi. Con un esecutivo a sei, dando per scontato che al Pdl non spettino più di due assessori e con Pietracupa (Adc) presidente del Consiglio, ci sarà per forza un partito della maggioranza che dovrà fermarsi alla porta d’ingresso della giunta in via Genova. Se sarà a otto il Pdl incasserà almeno tre assessori, sempre Pietracupa alla presidenza del Consiglio e con un assessore ai restanti cinque partiti della coalizione. L’ipotesi a otto non creerebbe nessun tipo di fibrillazione. Solo un aspetto appare ben cristalizzato: non ci saranno, almeno per il momento, assessori esterni nel primo esecutivo Iorio di questa decina legislatura. Con buona pace dei primi non eletti che dovranno solo aspettare nei prossimi cinque anni le dimissioni o il decesso - con tutti gli scongiuri di chi è stato proclamato consigliere regionale - di chi lo precede! Il neo governatore, al suo terzo mandato consecutivo da premier e dopo la paura per l’elezione avvenuta per una manciata di voti, sembra pronto a dimostrare di aver capito il messaggio fattogli pervenire dalle urne. È ora di fare un po’ di piazza pulita, magari utilizzando la scopa di saggina che avrebbe voluto, e che non potrà farlo, Antonio Di Pietro. Qualcuno giura che il figlio Cristiano si sia preparato a dovere a fare il fustigatore dei costumi a Palazzo Moffa. Chissà cosa ne penserà Massimo Romano!
Pino Cavuoti

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