giovedì 1 novembre 2012

San Giuliano di Puglia, 10 anni dopo: un ferita ancora aperta

Inizia con qualche minuto di ritardo, rispetto alle 11.32 ora della violenta e mortale scossa di terremoto, la cerimonia nel cimitero di San Giuliano di Puglia per ricordare i dieci anni dalla tragedia quando spazzò in un attimo 30 vite, tra le quali 27 bambini e una maestra della scuola “Francesco Jovine”. Il meccanismo elettronico che regola la campana, regalata il 16 novembre del 2003 dai comuni del Molise, fa i capricci e inizia a funzionare quattro minuti più tardi. Come se non avesse voglia di far non udire in quel luogo, che accoglie chi non c’è più, i trenta rintocchi della morte che ha avuto la meglio sulla vita di anni fa, alle 11.32 del 31 ottobre 2002. A ogni rintocco il nome delle tredici femminucce e dei quattordici maschietti e della maestra Carmela Ciniglio. E a ogni nome un palloncino bianco con appeso un cartoncino azzurro o rosa, preparato dai volontari dell’Emergenza radio di Bari. «Li abbiamo preparati ieri sera - ci confida parlando sotto voce per non disturbare una del gruppo Anna Fiore - e ci siamo molto emozionati nel ricordare i ventisette bambini e la maestra Carmela». Ieri mattina si avvertiva un’atmosfera più pesante, più silenziosa del solito con la partecipazione del presidente della Regione Molise, Michele Iorio, del presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa e del presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis. Al cimitero solo una preghiera e la lettura da parte di Antonio Morelli, presidente del comitato delle vittime di San Giuliano di Puglia, che ha letto il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ha ricordato come il crollo della scuola Jovine abbia suscitato «la profonda emozione dell’intera Nazione». Sacrificio di 27 bambini e di un’insegnante che «impone alle istituzioni il massimo impegno per garantire la continuità di politiche di intervento per la messa in sicurezza degli edifici scolastici». Il Capo dello Stato nel sentirsi vicino a tutta la cittadinanza ha voluto anche rivolgere «un particolare pensiero ai loro compagni di scuola che, coinvolti nell’evento che ne ha segnato profondamente il percorso di crescita, hanno saputo esprimere» negli anni che sono trascorsi «un impegno e una forza d’animo straordinari». Il suono delle sirene di un’ambulanza e di un’autobotte del vigili del fuoco ha accompagnato il mesto corteo che si è diretto verso il Parco della Memoria, sorto dove sorgeva la scuola crollata. Diverse corone di fiori e gonfaloni. In particolare della Provincia di Massa e Carrara, dei comuni di Sezze, Vastogirardi, San Casciano dei Bagni e di Fivizzano oltre che dei Maestri del Lavoro di Campobasso. La deposizione di due corone di fiori davanti all’unico muro rimasto in piedi della scuola: una dell’amministrazione comunale e l’altra dei genitori dei bambini. Ai lati dell’ampio parco uomini e donne, giovani e anziani del paese degli Angeli che hanno assistito guardando quasi in maniera assente ciò che stava accadendo con giornalisti e telecamere giunti da tutta Italia. Con la lettura dei messaggi del presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. E mentre tutto questo accadeva alcuni bambini erano inginocchiati a terra leggendo e accarezzando le targhe a ricordo dei loro compagni morti tra i banchi di scuola. Sono giunti anche dall’Abruzzo per testimoniare la loro vicinanza a chi ha vissuto il dolore della perdita di un proprio caro sotto le macerie del sisma. C’era Grazia Malatesta, mamma di Davide Centofanti morto il 6 aprile 2009 per il crollo del pensionato universitario, e sua zia Antonietta Centofanti. Poi il ringraziamento del sindaco di San Giuliano di Puglia che, con il suo caratteristico sorriso, ha salutato tutti i partecipanti per la composta presenza.
Pino Cavuoti

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