sabato 23 marzo 2013

Maurizio Natale continua a vivere tra noi

«Un cuore grande e un amico sincero». A dire queste parole sintetiche quanto dirette è Antonietta Delle Monache, la mamma di Maurizio Natale, l’universitario di 22 anni di Monteodorisio, rimasto sotto le macerie del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009. Ieri mattina la sua scuola, che ha frequentato a Vasto conseguendo il diploma di geometra presso il Palizzi, gli ha voluto intitolare l’aula magna nel corso di una cerimonia che ha fatto vivere momenti di partecipata commozione. Un’immagine più delle altre ha dato il segno di come Maurizio vive tra quanti lo hanno conosciuto: «Tu che conosci il cielo saluta Dio per noi». 
Una decisione presa dall’intero Consiglio d’Istituto per ricordare un ragazzo che «ha saputo coniugare serietà e passione, coerenza e servizio agli altri». Il dirigente scolastico Gaetano Fuiano ha speso parole molto affettuose verso Maurizio «un alunno modello, che ha saputo e continua a comunicare e che nella sua breve e intesa vita si è impegnato nel civile, nell’associazionismo e nel volontariato lasciando un segno della sua presenza».

Tanti gli interventi per una mattinata vissuta con grande intensità emotiva scandita dagli applausi degli studenti alla presenza di alcuni dei compagni di classe che hanno ascoltato in silenzio le varie testimonianze.  Molto toccanti le parole del testo letto da Valeria Caserta accompagnate dal suono della tromba di Claudio Manfredi. Chi lo aveva conosciuto è l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte,  nel corso della visita pastorale in parrocchi a Monteodorisio. «Da lui ho imparato quattro cose - ha detto il presule - prima di tutto mi ha insegnato il dialetto di Monteodorisio, perché Maurizio apparteneva alla sua gente e ne era fiero. Mi ha insegnato come ci si comporta quando, quando passa una bella ragazza, a Monteodorisio si dice: Chi è cass’?, chi è questa. E io avevo detto che anche della Madonna si può dire: Chi è cass’? Mi ha insegnato la gioia di vivere, perché era luminoso ed entusiasta della vita. E mi ha insegnato la tenerezza verso la madre». E mons. Forte è andato oltre dando il senso della nostra fede: «Maurizio è nato due volte. La prima volta quando è uscito dal pancione della sua mamma, la seconda quando è entrato nel pancione di Dio, tornando al suo cospetto. Maurizio non è solo un ricordo ma è anche una promessa: il passato, il presente e il futuro».
Il sindaco di Monteodorisio, Ernesto Sciascia, ha parlato della tenacia di Maurizio che voleva concludere il corso di studi per laurearsi nel tempo più breve in ingegneria. «Un ragazzo di Monteodorisio - ha detto che ci ha lasciato un bell’esempio di vivere ed è per questo che abbiamo voluto intitolare a lui la scuola media del paese. Lui ora vive ogni giorno con noi».
In platea anche Grazia Malatesta, la mamma di Davide Centofanti, lo studente universitario vastese anche  lui vittima nei crolli del sisma aquilano, al quale intitolata - qualche tempo fa - la palestra del Liceo scientifico ‘Raffaele Mattioli’. E’ stato il presidente del Consiglio comunale di Vasto, Peppino Forte, a ricordarlo evidenziando come sia sempre i migliori ad andare via.
Molto toccanti le parole di don Nicola Antonini, il parroco a cui era molto legato la giovane vittima del sisma aquilano, soprattutto dopo la morte del padre nel 2006, rivolte proprio all’indirizzo di Maurizio e della sua mamma «una donna di fede, ma Maurizio continua a essere il nostro presente e il nostro futuro». Il suo compagno d’infanzia Fabrizio ha dato la cifra dello spessore di Maurizio «che per la sua generosità, bontà e onestà ti entrava nel cuore». La sua ex insegnante, Loredana Coppola, ha invece evidenziato la capacità di donarsi di Maurizio che aveva seguito nel corso dell’ultimo triennio che studiava con impegno «perché sapeva che era il suo dovere, era brillante, pieno di luce per un destino che ce lo ha rapito, un ingegnere che non è mai stato, una famiglia che non si è potuta costruire».
Testimonianze fatte con trasporto, ma non di maniera per far conoscere, mentre trascorrevano diverse immagini della breve vita dell’universitario di Monteodorisio.  Della «casa di burro» di via Sturzo a L’Aquila ha parlato invece il giornalista Umberto Braccili che l’anno dopo il terremoto ha pubblicato un libro duro di accuse dal titolo «Macerie dentro e fuori» nel quale sono raccolte le interviste ai genitori di alcuni universitari vittime a L’Aquila, per la precisione tredici. Precise responsabilità per una cultura antisismica che non c’è stata. Gli ha fatto eco Angelo Lannutti, il papa di Ivana iscritta al terzo anno della facoltà di ingegneria civile. Libro che ha avviato una decisa  sterzata per una maggiore sensibilità per la sicurezza contro i rischi sismici tanto che l’Ordine nazionale dei geologi ha istituito un premio di laurea. Infine il ricordo di Marilisa affidato alla “Lettera dal futuro”. Parole di fantasia per una storia d’amore interrotta, per un domani fermato sul nascere. Il testo è pubblicato di lato perché ognuno possa immedesimarsi sul valore di una vita spezzata.
Maurizio Natale continuerà a vivere nell’aula magna e nelle aule dell’istituto Palizzi perché chi lo ha conosciuto lo ricordi, e per chi invece non ha avuto il tempo e la fortuna impari a capire che tra questi banchi si può costruire il proprio futuro semplicemente facendo il proprio dovere di studente.
Pino Cavuoti

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