giovedì 24 maggio 2012

Centrodestra alla Ricchi e Poveri

«Che confusione sara perché ti amo e un’emozione che cresce piano piano». é l’incipit della canzone dei Ricchi e Poveri che si merita il centrodestra molisano alla luce di quanto sta accadendo che vede contrapposti da una parte l’assessore regionale alla Sanità Filoteo Di Sandro e dall’altra una buona parte dei vertici del partito, in primis i coordinatori provinciali e i loro vicari di Campobasso e Isernia. Sull’orlo di una crisi di nervi per aver perso la poltrona di sindaco nella città del governatore. E che la confusione corre sul filo di internet se n’è avuta una riprova con il comunicato nel quale si  afferma «di apprendere con stupore e con soddisfazione la notizia delle tardive dimissioni di Di Sandro» da vice coordinatore vicario regionale del Popolo della libertà. Che l’ex segretario regionale di Alleanza nazionale stesse sulle scatole a più di qualcuno tra i fedelissimi dell’ex Forza Italia era notorio e non solo agli addetti ai lavori. 

Gli si rimprovera di aver fatto opposizione all’elezione del coordinatore provinciale. L’unico ad avere il coraggio di averlo fatto pubblicamente a differenza di chi, facendo nome e cognomi, nella provincia capoluogo di regione si è dato assente. Chi? Ricordiamolo agli smemorati di Collegno: Sabrina De Camillis, Gianfranco Vitagliano e Angiolina Fusco Perrella. Ma la confusione tanto cara ai Ricchi e Poveri tocca il suo punto di sublimazione quando i Mazzuto, i Lepore, i Pian e i Forte  accusano Di Sandro di «aver costruito e sostenuto una lista civica, Alleanza per il Molise, contro gli interessi elettorali del Pdl». Sbaglio o questa lista era tra i simboli a sostegno di Rosetta Iorio? Allora anche Progetto Molise e Molise Civile hanno le stesse caratteristiche rappresentando un pericolo per il Pdl. A meno che non ci sia un’altra verità non ancora svelata. Aspettiamo che venga rivelata. Sarebbe doloroso scoprire che invece nel Pdl molisano l’opposizione è bandita e che per giustificare una sconfitta, che tale rimane, ci sia bisogno di un capro espiatorio che oggi si chiama Di Sandro e domani invece si chiamerà...
Pino Cavuoti

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