sabato 28 luglio 2012

Teresio Di Pietro: “L’Udc è il partito dei responsabili”

A dispetto di tanti altre persone impegnate in politica per intervistare Teresio Di Pietro non occorre andarci in giacca e cravatta, ma, in «osseqio» al periodo estivo, è sufficiente avere una maglietta, un pantaloncino e un paio di infradito. Perché questa volta siamo stati costretti a dover andare in spiaggia, sotto l’ombrellone davanti a un buon bicchiere di bibita alla mente «perché la movida è solo di notte».  Dal mare di Montenero di Bisaccia l’ex sindaco da pochi mesi segretario regionale dell’Udc alza lo sguardo verso la città capoluogo di regione che in questa estate caliente non andrà in vacanza. «Quest’estate - esordisce il canuto Di Pietro - niente stop sia per problemi politici per la fase evolutiva in cui l’intera politica nazionale e ancor di più quella regionale, e sia per i tanti problemi che stiamo risolvendo in Finmolise».  Per chi non lo sapesse l’avvocato Di Pietro ricopre da anni, con apprezzabili risultati, la presidenza della Finmolise spa, la finanzaria regionale che accompagna lo sviluppo economico del nostro Molise.

Di Pietro, dal congresso regionale, che sembrava dovesse mettere in mostra  delle fratture, è uscito un sola linea unitaria che ha portato alla sua elezione.
«L’effervescenza di un congresso è il sale della democrazia. Ma alla fine fevo ringraziare tutti i 64 delegati che hanno fatto confluire il loro consenso sulla mia  persona. L’unità del partito molte volte non deve essre confusa con l’unanimismo. E io cercherò con tutte le mie forze di ripagare la fiducia avuta».
Con la sua elezione, immagino Di Pietro, si sia ricostituito in toto l’organigramma del partito dove ognuno ha una sua voce ma soprattutto un suo ruolo ben definito.
«Il Molise con la mia elezione l’Udc ha ricomposto, dopo un lungo periodo di commissariamento ben gestito da Luigi Velardi, tutti i suoi organi statutari. Ed ora gli stessi, ovvero il comitato provinciale di Campobasso, il comitato provinciale di Isernia, i due segretari provinciali e il sottoscritto sono gli unici a dettare, in raccordo con la segreteria nazionale, la linea politica dell’Udc».
Quindi non è possibile che ci siano voci fuori dal coro.
«Nella maniera più assoluta, nel rispetto di un’adesione che comporta chiarezza dei ruoli e delle funzioni».
Segretario, non può non considerare che il ruolo dell’Udc in Molise sia un po’ fuori dal coro rispetto alla linea politica di Casini a livello nazionale.
«Non condivido questa affermazione in quanto noi con chiarezza in Molise abbiamo fatto un accordo elettorale e non politico con l’attuale governatore. Accordo che rispetteremo fino in fondo anche perché noi siamo e resteremo sempre nel posto in cui ci hanno voluto collocare i nostri elettori. Come lei ben sa i risultati elettorali nel 2001, 2006 e lo scorso anno ha certificato che l’Udc in Molise nel centrodestra non solo è vincente ma anche determinante».
Mi sembra di capire per sempre, fedele nei secoli dei secoli ,al centrodestra e a Michele Iorio.
«Anche questa affermazione è opinabile, fermo restando la stima nei confronti di Michele e della sua giunta nella quale abbia un ruolo importantissimo con la presenza dell’amico Luigi Velardi. Eventuali scenari futuri li andremo a discutere a bocce ferme solo dopo la sentenza del 16 ottobre, ma sempre alla luce del sole e non nelle segrete e oscure stanze».
Di Pietro, abbiamo capito qual è la vostra posizione qui in Molise. Ma a livello nazionale cosa sta accadendo anche dopo le dichiarazioni di Gianfranco Fini che non disdegna di guardare a sinistra e con Di Pietro che sembra voler rompere le uova nel paniere. Che fa l’Udc?
«Negli ultmi incontri romani, a cui ho partecipato non più tardi di una settimana fa, il nostro leader Pier Ferdinando Casini ha ribadito, a chiare lettere, che noi siamo e resteremo il partito dei responsabili. Abbiamo dimostrato, in tutti gli anni della storia storia politica, il nostro senso di responsabilità nei confronti della nostra nazione facendo nascere il governo Monti e fin da ora riteniamo che la fase di responsabilità deve protrarsi anche all’indomani delle elezioni della primavera. E’ errato parlare di centrosinistra, ciò che si prefigge il nostro partito è quello di raggruppare effettivamente tutti i moderati di centro, attualmente dispersi sia a destra e sia a sinistra e ancor di più nel Pdl, per dar vita a uno schieramento omogeneo che pone come primo punto quello di riformare in concreto la nostra Italia. Quindi riformisti e moderati veri nello stesso tempo. Un progetto ambizioso in cui certamente non possono trovare posto gli estremi quali il Sel e l’Idv che in questo momento stanno osteggiando con tutte le loro forze l’operato del governo Monti».
Di Pietro, vogliamo scherzare sul suo cognome? Lei è di Montenero ed ha lo stesso cognome di un altro Di Pietro più famoso. Ha capito che parliamo del leader dell’Idv. Perché sta sorridendo?
«Il cognome ognuno di noi se lo porta dalla nascita. Gli atteggiamenti politici e la cultura politca fanno parte del proprio bagaglio personale. Francamente giorni fa per la prima volta ho avuto disagio a sentirmi montenerese e molisano dopo le esternazioni del più famoso concittadino nei confronti del governatore Iorio. La veemenza con cui Di Pietro, nel luogo più importante della politica qual è il Parlamento italiano, ha attaccato colui che rappresenta tutti i molisani a livello nazionale, cioè il governatore Iorio, mi ha lasciato esterrefatto. Il gioco politico è una cosa, gli attacchi gratuiti per fini politici sono altro. A volte mi chiedo Michele Iorio non è lo stesso con cui Di Pietro fino a poco tempo fa programmava lo sviluppo del nostro Molise? Cos’è cambiato?».
Di Pietro contro Di Pietro?
«Nella maniera più assoluta. Ma come si fa a condividere certe affermazioni. E’ la dimostrazione che viviamo due mondi paralleli. Quella della moderazione e quello del giustizialismo a tutti i costi».
Come non si può non parlare con lei della Finmolise anche alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato a proposito della trasformazione in house e delle delibere 812 e 813 relative alle garanzie alle imprese.
«Una sentenza non condivisibile ma che va rispettata e applicata. Lo stiamo facendo nel pieno rispetto delle normative vigenti anche se ritengo che nel breve tempo insieme alla Regione sapremo dare le giuste risposte a salvaguardia delle tante imprese che quotidianamente assistiamo».
Mi verrebbe da dire da padre in figlio. Dopo Tonino c’è anche Cristiano che poprio sul caso Finmolise ha avuto da ridire sulle scelte della Regione.
«Francamente non mi aspettavo le esternazioni di Di Pietro junior. Sembra quasi che il suo atteggiamento sia a difesa dei poteri forti. Il gioire perché in questo momento non possono essere erogati gli aiuti alle imprese è deleterio. Mi sembra che il buon Cristiano si rifaccia al famoso cinese che aspetta inerme sulla sponda del fiume che passi il cadavere del suo avversario. Ma in questo caso non sono io, ma i cadaveri che potrebbero passare sono quelli dei tanti imprenditori molisani che in mancanza degli aiuti che la Finmolise potrebbe erogare rischiano in concreto di chiudere le loro attività. Sarebbe il caso che il buon Cristiano si adoperasse, per i tanti molisani e per le tante imprese anche di Montenero, per risolvere insieme alla Finmolise i problemi che in questo momento, anche se in via di soluzione, stanno fermando l’erogazione dei contributi. E francamente anche se non è mia abitudine riportare frasi usati da altri è il caso di dire, come ha fatto Di Pietro junior, nel suo comunicato: non c’è mai limite al peggio. Che rigiro al mittente. Fare la politica, come sta facendo lui, solo con degli slogan che gli vengono persino suggeriti credo che non faccia buon gioco a nessuno né tantomeno ai molisani che aspettano soluzioni e non frasi fatte». 

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