mercoledì 30 gennaio 2013

Incandidabilità e lana caprina

Ciò che abbiamo visto è solo poca cosa rispetto ai reali effetti  dell’applicazione del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 che stabilisce le disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190. In sede di prima applicazione, avvenuta in queste elezioni politiche e regionali, si è visto  ciò che potrà essere. Con la cancellazione dalle liste per incandidabilità di Miniscalco, che questa mattina spiegherà le sue ragioni, si è avuto la percezione delle reali conseguenze del decreto, che saranno ancora più amplificate con le amministrative di maggio. Una ulteriore prova è l’accanimento, questa volta dell’immancabile cittadino elettorale, nei confronti di Vincenzo Niro che ha tutte le ragioni per sentirsi vittima di attacchi rispetto a una vicenda morta e sepolta. Del resto se all’atto dell’accettazione della candidatura ha dovuto sottoscrivere una dichiarazione con la quale ha affermato di non essere nelle condizioni ostative del succitato decreto non sarà stato suicida a tal punto da dichiarare il falso, con il rischio di conseguenze penali. Più che di liste pulite qualcuno ha interesse a gettare fango: ma si può pensare di far perdere l’avversario così?         

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