domenica 20 gennaio 2013

La rivoluzione molisana

La giornata politica che si è consumata ieri in Molise è di quelle che non solo saranno ricordate a lungo, ma che potranno fare molto male. Tanto a destra quanto a sinistra. Una serie di strappi e di ricongiungimenti che dimostrano come  ci sia in atto in Molise, ma più in generale si potrebbe estendere il discorso anche nella politica italiana, un Big Bang elettorale. Non entro nelle questioni personali che possono aver determinato le decisioni dei vari Gianfranco Vitagliano, Filoteo Di Sandro e Mario Pietracupa, ma è lecito pensare che si sia toccato un punto di non ritorno tale da aver fatto precipitare le cose.
Un elemento comune unisce, nel bene e nel male, tutti e tre i nostri tre protagonisti della politica di questa Regione: Michele Iorio. La loro è una forma di ostracismo nei confronti di quello che è un leader che già da qualche mese è stato messo in discussione.

Non voglio cadere nella trappola di chi dice che chi reclama il cambiamento è stato non solo artefice ma meccanismo di ciò che contesta, ma è indubbio che il giocattolo costruito attorno alla giocosa macchina da guerra del centrodestra si sia rotto. E non da oggi. Cocci che si è cercato di rimettere assieme e che con l’annullamento delle elezioni del 2011 ha fatto definitivamente deflagrare. Unità che si è frantumata con vari pezzi che si sono persi per strada  come l’Udeur di Niro e Stefano Maggiani, solo per fare degli esempi. Tutti che hanno messo in discussione il metodo di gestione. Iorio incassa e replica su Facebook sul grande passo del presidente del Consiglio regionale che, non dimentichiamolo, è il cognato di Aldo Patriciello. L’arrivo di Pietracupa nella squadra di Di Laura Frattura ha sollevato non pochi mal di pancia. C’è chi non gradisce «l’odiato nemico» ed è pronto a fare marcia indietro non candidandosi. Il vero problema è che in amore quanto in guerra tutto è lecito. Chi non è disposto ad accettare tutto questo si prepari a fare una rivoluzione, in salsa molisana. Facendo cosa? Ricordandosi che il voto serve proprio a rimettere le cose a posto. Chi avrà il coraggio di farl
Pino Cavuoti

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