sabato 26 gennaio 2013

Mario Pietracupa, un esempio di antipolitica?

Mario Pietracupa
Il gran rifiuto del presidente del Consiglio regionale Mario Pietracupa si è consumato in una sala dell’hotel San Giorgio a Campobasso. Lui e i suoi colleghi dell’Adc, Riccardo Tamburro e Vincenzo Bizzarro, nella campagna elettorale che inizia ufficialmente dopo mezzogiorno, saranno dei semplici spettatori. Una decisione - come ha tenuto a evidenziare nel corso della conferenza stampa al cui fianco c’era Paolo Di Laura Frattura - presa prima ancora di far partire questa corsa per far vincere le elezioni al centrosinistra, quello che fino a ieri era il suo avversario naturale. Una decisione già cristalizzata: addio a Palazzo Santoro in compagnia dei suoi amici di avventura. Pietracupa, volto sorridente e piglio fermo, è convinto che il mezzo passo percorso vuol diventare un esempio di vera rivoluzione della politica, quella che fino a ora ha condiviso e praticato. Il suo essere antipolitico si realizzerebbe nel rifiutare ciò che è un principio antico del fare la politica: il compromesso. Dando una lezione a quanti resterebbero nell’agone. Pietracupa vuol dare «un contributo alla mia gente da uomo libero» da cittadino molisano. Un passo indietro che dovrebbe favorire il ritorno alla serenità nella sinistra più a sinistra della coalizione di Di Laura Frattura, la quale vedeva un grosso pericolo alla propria immagine annoverare nel listino e nelle liste Pietracupa, il cognato di Patriciello e l’uomo delle mille battaglie di Iorio. Un impresentabile per più di qualcuno che invece di intravedere nell’allargamento della base elettorale un’opportunità di vittoria ha mal digerito l’impegno del candidato presidente Di Laura Frattura. Pietracupa ha deciso in maniera saggia e profetica di togliersi di mezzo. E per rafforzare questa sua scelta “già scritta da tempo” ha chiamato in suo soccorso Giovanni XXIII che ci «sono molte più le cose che ci uniscono, di quelle che ci dividono». E Pietracupa ha privilegiato l’impegno del politico saggio e un po’ cinese di guardare il fiume e lo scorrere dell’acqua.
Pino Cavuoti

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