martedì 12 febbraio 2013

Benedetto XVI come il molisano Celestino V

L’annuncio delle dimissioni di Joseph Ratzinger ha creato un grande vuoto nei credenti. Un senso di smarrimento, per una decisione che solo con il passare delle ore potrà essere compreso nella sua profondità e nella sua dinamica di fede.  Siamo testimoni di un fatto storico che per certi versi ci regala una Chiesa forse più moderna. Ma soprattutto più umana, cosa che avevamo già imparato a scoprire con Giovanni Paolo II. Una forma di riscatto dopo una serie di scandali che sembravano aver messo in ginocchio la sua credibilità. Ora il papa tedesco ridà una carica di novità, di freschezza anche rispetto, ad esempio, alla politica che sembra non volersi rinnovare. Ma la rinuncia di Benedetto XVI richiama quella di Celestino V, avvenuta il 13 dicembre 1294. In tanti ieri hanno voluto ricordare l’eremita di Morrone anche se diversi, almeno altri quattro, avrebbero lasciato il soglio pontificio prima della morte.
Mi affido a una riflessione di Maria Grazia Lopardi, avvocato dello Stato a l’Aquila, che afferma che queste dimissioni sembrano congiungere le due epoche “aprendo il varco alla realizzazione dell’età dello Spirito, un’epoca di armonia e di pace”. La Lopardi ha dedicato diverse pubblicazioni a Celestino V e ai Templari e ricorda che il 28 aprile 2009 dopo il terremoto, Benedetto XVI si recò in visita nella Basilica di Collemaggio e fece un gesto molto significativo: depose il suo pallio sulle spoglie di Celestino “come a riconfermarlo a tutti gli effetti Pontefice”. Ratzinger ha imitato Celestino V “colui che ebbe il coraggio di rinunciare al più grande potere della cristianità”. La Lopardi non ha dubbi: “L’incontro con il Papa del Medio Evo deve aver profondamente toccato Ratzinger, che ha confermato la sua attenzione nei confronti di Celestino V comunicando ,con lettera del 26 ottobre 2009 al vescovo di Sulmona, il molisano mons. Angelo Spina, di voler visitare quella città in occasione dell’ottavo centenario della nascita di San Pietro Celestino, per il 4 luglio 2010. Quella visita pastorale fu fatta in onore dell’eremita del Morrone di cui Benedetto XVI ha richiamato la visione spirituale della Chiesa”. Quante volte la rinuncia di Ratzinger attraversa il Molise. Lo ha detto anche l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. Giancarlo Bregantini, nel suo messaggio vedendo un parallelo tra Clestino V e Benedetto XVI. Scrive l’arcivescovo: “Quanto avrà pianto! Ed il suo annuncio in latino è un grandissimo gesto per parlare al mondo. Anche Celestino V quando diede le dimissioni, organizzò il futuro del Conclave. Il 13 dicembre del 1294 diede le dimissioni ed il 24 dicembre dello stesso anno venne aperto il conclave. Così come si farà dopo il 28 Febbraio 2013. Non per la sua viltade, come si potrebbe interpretare ma per quella virtude, che sa dare a ogni età della vita il meglio di sé, sempre pronti a servire la Chiesa, sia quando ci chiama ad operare sia quando ci richiede la sosta nell’agire. Sempre compiendo la volontà di Dio, in tutte le cose ed in tutti i luoghi. Perché in quella volontade sia la nostra pace”.
Pino Cavuoti

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