domenica 1 maggio 2011

Il Papa venuto da lontano

Ho ancora molto vivo il ricordo di quella sera del 16 ottobre del 1978 quando in piazza San Pietro il comignolo sbuffò del fumo bianco per le schede votate dai grandi elettori e poi bruciate. Mi trovavo in cucina con i miei genitori e i miei quattro fratelli a seguire la diretta televisiva. L’annuncio dell’elezione del successore di papa Luciani fu dato alle ore 18.45 dal cardinale Pericle Felici. Pochi minuti più tardi Giovanni Paolo II si presentò alla folla riunita in trepidante attesa, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l’ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano. Nel suo breve discorso egli si definì come «il nuovo papa chiamato da un paese lontano». E dopo 455 anni un papa polacco, venuto da un paese comunista, occupò il soglio pontificio. Quel papa straniero non ha faticato molto a conquistare il cuore di noi giovani studenti, rapiti dal suo sorriso e dal suo essere controcorrente rispetto dell’ortodossia. Sono stati anni di grandi viaggi nel corso del suo lungo pontificato e di conoscenza di un sacerdote con una storia di vita trascorsa in maniera intensa e per certi versi avventurosa. E proprio per questa ragione capace di incuriosire e sconvolgere l’animo dei più giovani. Un papa che è stato amato e che ha saputo ricambiare questo affetto con altrettanto amore. Qui in Italia, e in ogni parte del mondo, anche negli ultimi anni della sua vita ha viaggiato moltissimo, tanto da essere chiamato il papa globetrotter per il suo pontificato itinerante. Un segno di attenzione ai problemi dei giovani e la necessità di incontrarli l’ha testimoniato con l’istituzione, nel 1983, delle Giornate mondiali della gioventù. Giovanni Paolo II nell’ultima parte del suo percorso terreno è riuscito a dare dignità alla sua malattia, al cammino di sofferenza, che ebbe inizio con l’attentato del 13 maggio 1981, quando fu raggiunto dai due colpi della pistola di Mehmet Ali Agca. La devozione filiale a Maria, madre di Gesù, che ha voluto evidenziare nello stemma pontificio con questa grande emme. Un amore infinito per la Madonna, che si riconosce attraverso una preghiera continua, alla quale ha affidato la sua vita. Cosa resterà del magistero di Giovanni Paolo II? È la storia a dirlo. Ma non si può non ricordare come la forza delle sue parole e della sua provenienza abbiano contribuito a modificare in maniera pacifica gli eventi della società moderna, con l’abbattimento del muro di Berlino nel dicembre del 1989. Quante cose sono accadute nel corso di ventisei anni di pontificato. Non si potranno dimenticare quei gesti e quelle parole. Ma soprattutto come il mondo ha vissuto i giorni del dolore per la morte avvenuta il 2 aprile di sei anni fa. Oggi a farlo salire agli onori degli altari sarà Benedetto XVI. È dunque il primo papa ad essere proclamato beato dal suo successore.
Pino Cavuoti

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