mercoledì 11 maggio 2011

Lavoro, non resta che pregare

Una veglia con tanto di messa e affidamento per il lavoro in un forte momento di crisi economica. A quanto pare non ci resta che questo in Molise se la Cisl, a firma del segretario regionale Pietro Iocca, è costretta a convocare a Campobasso nella chiesa dedicata a San Giuseppe Artigiano tutte le sue strutture regionali. Invito esteso da altri movimenti e associazioni cattolici, come Acli e Movimento cristiano lavoratori, per celebrare una messa presieduta dall’arcivescovo Giancarlo Bregantini. Dopo la liturgia e l’eucarestia ci sarà spazio per la riflessione per un contributo comune in un periodo di crisi nel mondo del lavoro, che si avverte ogni giorno di più. Crisi che avvolge in una stretta dolorosa la società italiana con una disoccupazione giovanile che annulla la speranza dei nostri figli in un domani possibile. Quella del mondo delle associazioni cattoliche è un’iniziativa dirompente che non mancherà di far sconvolgere il mondo laico il più delle volte con la puzza sotto il naso rispetto al trascendente. Certo il suggerimento della Cisl ai propri iscritti è perché tutto quanto sta accadendo nei tristi numeri dell’Istat “non induca allo sconforto e alla rassegnazione ma, con l’affidamento alla Divina Provvidenza e alla luce della Dottrina sociale della Chiesa” si possano “ricercare proposte e soluzioni che, con l’esercizio della responsabilità, possono procurare un positivo futuro”. Affidarsi a Dio è un atto di fede, per chi crede. E bene fa! Quando avevo più capelli scuri e molti chili in meno ascoltavo dagli anziani un adagio, che potrebbe andar bene in questa circostanza: “Aiutati che Dio ti aiuta”. Sperare nel sostegno del sovrannaturale per risolvere la precarietà del lavoro non potrà aiutare ma solo consolare l’animo di chi non vede nulla di buono oltre la siepe. All’esercizio della buona politica spetta risolvere, dialogando con il mondo dell’impresa, i problemi della gente. Ho avuto modo di provare la potenza della Provvidenza, che si serve però della mano dell’uomo.
Pino Cavuoti

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