venerdì 25 febbraio 2011

La casta politica ora è distante dal paese reale

La politica ha mostrato la sua parte più debole generando una frattura che non sarà facile recuperare con la società civile. L’approvazione dello Statuto regionale ha mandato in corto circuito i rapporti con i cittadini ma soprattutto con il mondo dell’impresa che sinora era stata fiduciosa a guardare. Sotto pressione il Consiglio regionale, ma ancor di più il presidente Iorio. Al governatore viene rimproverato di non aver tenuto conto delle sollecitazioni che gli imprenditori, attraverso gli Stati generali, hanno richiesto: più moderazione nelle spese e riduzione del numero dei consiglieri regionali. L’aver dimenticato l’impegno sottoscritto ha mandato in corto circuito i già difficili rapporti. Lo hanno detto senza mezze misure e con autorevolezza i vertici dell’Associazione degli industriali con in testa il presidente Michele Scasserra. Ieri pomeriggio sotto il simbolo della Confindustria molisana erano raccolti gli imprenditori. Non erano quelli canuti a cui eravamo abituati. Tutti giovani e determinati a non sopportare più i giochini della politica e la superficialità con la quale è stata affrontata la questione statuto. Più che una sensazione quella avvertita ieri è una certezza lo scollamento tra chi ci amministra e i cittadini. La casta politica molisana si è mostrata distante dal paese reale e dai problemi della gente comune. Come si può pensare di aumentare il numero dei consiglieri e di consentire l’accesso agli assessori esterni facendo lievitare fino a 40 gli inquilini di Palazzo Moffa. Non è una scelta epocale, dicono gli imprenditori. Anzi un passo indietro rispetto al cammino che dovrebbe intraprendere la politica per essere più attenta alle esigenze della collettività. In tempo di crisi invece di ridurre i costi il Consiglio regionale prende un’altra direzione. Un atteggiamento superficiale che non mancherà di far rumore con una levata del mondo produttivo che non è più disposto a sopportare oltre. «Un pugno allo stomaco» così Scasserra ha definito il colpo ricevuto dai politici. Sarà necessaria una doverosa marcia indietro per cercare di recuperare una leggerezza che non potrà non avere delle pesanti conseguenze nei rapporti tra le istituzioni e gli amministrati. L’annuncio di far ricorso al referendum non è una minaccia, ma il segno che si è superato il livello di guardia.

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