giovedì 10 febbraio 2011

Le foibe, storia nascosta e smemorata

Ho avuto un appassionato confronto con un amico che ha qualche anno meno di me. Quest’anno entrerà negli anta. Abbiamo parlato delle foibe che oggi ricorderemo in Italia. Non credeva alle mie parole quando gli facevo notare che alla mia maturità sul libro di storia non c’era traccia dell’eccidio dei titini. Una storia nascosta, un po’ come le notizie se non vengono pubblicate è come se non fossero mai accadute. E per noi studenti quel periodo dopo il 1945 era del tutto sconosciuto. Nel mio libro di storia non ve n’era traccia. E per dare dimostrazione di quanto va dicendo mi sono preso la briga di andare “a caccia” del terzo volume per gli Editori Laterza sul quale ho studiato nell’anno scolastico 1980-81. A scrivere la storia contemporanea un tale Rosario Villari, storico e politico italiano, docente di storia moderna a Roma, Messina e Firenze ed ex parlamentare del Partito comunista italiano. Come pretendere che quella parte politica potesse riconoscere e raccontare della morte per mano comunista di gente inerme? Ma una parte di responsabilità è anche da attribuire al versante governativo italiano. Nel dopoguerra, per una sorta di tacito accordo anche della parte democristiana, fu favorita quella che è da ritenersi una sorta di congiura del silenzio. Storia nascosta e smemorata per evitare ulteriori tensioni. Il dovere di ricordare ha poi avuto il sopravvento contro ogni logica così assurda da negare l’evidenza di uno sterminio in una stagione dove Dio guardava da un’altra parte. Il Nuovo Molise, così come ha fatto per la Shoah, ha voluto dedicare due pagine per far rivivere quel periodo. Un quotidiano locale non può occuparsi solo dei fatti del suo territorio, ma offrire spazi di riflessione. Senza pregiudizi, con giudizio.

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