domenica 9 settembre 2012

Antonio Di Pietro: al lavoro per nuove responsabilità di governo

Antonio Di Pietro, presidente nazionale Idv
Puntuale, sbarbato a dovere, polo bianca come conviene a chi in queste zone si sente a casa e in vacanza, giacca scura e immancabile stemmino con il gabbiano all’asola del bavero. Incontro nella sede di Termoli dell’Italia dei valori con il presidente e leader maximo del partito, Antonio Di Pietro.  Ieri mattina tranquillo, ma determinato come sempre a tenere sulla corda eletti e dirigenti del suo partito. Conferenza stampa per parlare delle trivellazioni al largo delle Isole Tremiti e per parlare di Michele Iorio e del Consiglio di Stato «che non può non confermare la decisione del Tar di annullamento delle elezioni e noi dell’Italia dei valori abbiamo il dovere di dire cosa vogliamo fare qui in Molise» e il progetto politico di costruire in Italia una coalizione riformista alternativa «alle politiche personali di Berlusconi» e quelle di Monti che «sono politiche ragionieristiche che prendono dove gli fa più comodo ed è più facile». Un Di Pietro che vuole costruire la sua alternativa con quelle forze «che intendono assumersi con noi la responsabilità di condividere un programma comune».
E qui in Molise? Un moto propulsore e aggregativo di tutti coloro che vogliono avere un modello alternativo a Iorio «a quel sistema di governo». Insieme a Paolo Di Laura Frattura per «riportare indietro le lancette dell’orologio». Regole del gioco che sarebbero state violate. «Qui - ripete Di Pietro - vogliamo ripetere la partita, con quelle squadre e con quelle persone».
E si parte con l’intervista “personalizzata”.

Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale del Popolo della libertà, annuncia che si ricandiderà «perché ho le mani pulite». Cosa ne pensa chi vent’anni fa ha contribuito con “mani pulite” a dare una pulizia alla politica italiana.
«In Molise c’è bisogno di un ricambio politico generazionale perché i fatti dimostrano che la gestione di Iorio, di cui Di Giacomo ha fatto parte e fa parte, è stata una gestione fallimentare sul piano  politico, sul piano economico, sul piano finanziario e sul piano etico considerando l’ultima richiesta di rinvio a giudizio per l’allargamento dell’area del cratere. La ragione per la quale noi chiediamo un ricambio e un’alternativa per la Regione Molise è perché sotto gli occhi di tutti c’è il fallimento di quel modo di fare politica che ha costretto il governo anche a nominare un commissario per la gestione della sanità. Sono i fatti che smetiscono il centrodestra ed è per questo che chiediamo che questo governo regionale vada a casa perché questa squadra di governo non è stata all’altezza dei bisogni dei cittadini».
Presidente Di Pietro, ma cosa accadrà il 16 ottobre. Il centrodestra tornerà a casa per mano di una sentenza di giudizia amministrativi.
«Il 16 ottobre noi chiediamo che sia ripristinato il diritto leso e restituito ai cittadini il diritto di scegliere chi governare. Il 16 di ottobre non si decide di mandare a casa il governo Iorio, ma si ricreando le condizioni di poter rifare le elezioni che erano state truccate. Ritengo che quando uno gioca la partita con il trucco, per capirci è come giocare una partita di calcio e non vale il fuorigioco se segna, vengono falsati i valori in campo. Noi ci rivolgeremo ai cittadini subito dopo affinché i cittadini votino la coalizione di centrosinistra e per questo proponiamo Di Laura Frattura presidente. Non contro qualcuno, ma per costruire una classe dirigente migliore e qualititativamente più attrezzata».
In tutto questo quadro qual è il ruolo che il Molise può recitare in termini di prospettive future.
«Il Molise è una piccola regione dove non si potevano fare spese e sprecare risorse come è stato fatto in questi anni. Una realtà piccola può essere anche un vantaggio, dipende da come viene amministrata. La Svizzera è una piccola realtà eppure gli sveizzeri stanno bene. Cosa voglio dire: non è la grandezza territoriale per fare stare bene le persone. I progetti faraonici e spreconi sono il risultato di un modello Iorio basato sull’assistenzialismo, sul familismo e sul clientelismo. Ed è vero ciò che affermo se la magistratura è arrivata a procedere anche penalmente e con arresti nei confronti di personale pubblico per assenteismo, truffa ai danni dello Stato e così via. Un modello di uso pubblico per sistemare i propri affari privati che ha trasformato questa regione in una ragnatela di favori, quelli che invece dovevano essere i diritti e i doveri dei cittadini. E in questa vicenda la classe politica è stato un cattivo esempio per i nostri giovani».
Antonio Di Pietro e Paolo Di Laura Frattura
C’è una cura predisposta dall’Italia dei valori.
«Tutti i partiti, e quindi anche l’Idv, si devono assumere una nuova responsabilità: praticare, oltre che predicare, una politica di trasparenza. Le faccio un esempio. Abbiamo chiuso la nostra gestione per il 2011 in attivo. Per capirci abbia speso meno soldi rispetto a quelli che abbiamo ricevuto. A Vasto, venerdì 21 quando inizieremo, consegneremo circa 2 milioni di euro ai terremotati. Una piccola goccia, ma utile a far capire che la politica deve tornare a essere al servizio dei cittadini e non servirsi di loro».
A proposito di Vasto. Matteo Renzi è stato qualche giorno fa a Palazzo d’Avalos per quello che è l’inizio del suo cammino per le primarie. E parlando della “foto di Vasto”, dove lo ricordiamo lei era con Vendola e Bersani, ha detto che sarebbe scoppiata già da tempo.
«Renzi sta facendo le primarie. E’ chiaro che non essendoci in quella foto non gli sta bene perché avrebbe voluto starci anche lui. Se è vero che si candida per stare al posto di uno dei tre di quella foto, cioè Bersani. Il problema è diverso. Cioè sapere con quele legge elettorale si andrà alle urne in primavera. Renzi è partito senza sapere la destinazione: è un po’ come andarsi a fare una passeggiata».
Di Pietro, legge elettorale e coalizioni.
«La legge elettorale in discussione è una legge sostanziamente anti coalizione prevedendo che ogni partito si candidi per conto suo. Questo vuol dire che le coalizioni si fanno dopo le elezioni. Un ritorno alla prima repubblica che noi critichiamo perché si chiedono i voti ai cittadini senza dir loro con chi ci si allea e soprattutto chi si assume la responsabilità di governo. Fino a quando una legge elettorale non sarà approvata è inutile parlare di coalizione. Questo vuol dire che è inutile chiedere all’Idv con chi sta e con quale coalizione. Quindi, al momento, non siamo fuori proprio da un bel niente».
E in Molise, parlando di coalizione.
«Qui è previsto e in Molise l’Idv intende impegnarsi per mantenere la proposta di centrosinistra così come è stata formulata l’anno scorso con Frattura presidente e soprattutto con la stessa coalizione. Come vede qui in Molise quella “foto di Vasto” è l’unica alternativa possibile al governo Iorio.
E se parliamo di percentuale di sbarramento.
«Lo sbarramento ritengo sia ncessario tanto a livello nazionale quanto in quello territoriale per evitare l’ingovernabilità perché il frazionamento porterebbe a ognuno a gestire il proprio quartiere. Ci deve essere uno sbarramento che non deve essere tale da impedire alle voci dissonanti di non essere presenti nelle istituzioni. La legge nazionale che si profila prevede uno sbarramento del 5 per cento. Con senso di responsabiltà bisogna trovare una formula che preveda governabilità e giusta rappresentanza».
Lei aveva promesso di eliminare dal simbolo del partito il suo nome. Invece è ancora presente.
«Il sogno di ogni fondatore è quello di creare qualcosa che resti dopo di sé e vada oltre Antonio Di Pietro. E anche il mio obiettivo, ma dipende dalla legge elettorale e dipende dai tempi di formazione. Quando sono partito ero solo io, ora siamo oltre tremila amministratori. Voglio creare un’alternativa di governo alla politiche personalistiche di Berlusconi  e a quelle ragionieristiche di Monti e di poter andare al governo in nome dell’Italia dei valori e non di Antonio Di Pietro».
Dimenticavo, Massimo Romano e Nicola Magrone. Un suo ex consigliere regionale e un ex magistrato.
«Sono due persone per bene che hanno le mani pulite, sono due persone fanno politica con i quali bisogna confrontarsi nel merito e non prevenuti per partito preso».
Pino Cavuoti 

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