venerdì 7 settembre 2012

Statuto regionale: il vero segnale di cambiamento

I consiglieri regionali a mezzo servizio, almeno fino a quando il Consiglio di Stato non si pronuncerà sull’annullamento delle elezioni del 2011, hanno un’occasione straordinaria: impegnarsi per approvare la Magna Carta della Regione Molise. Al momento lo Statuto è fermo al palo e dopo il via libera del prefetto Trotta si potrà lavorare, seppur in una condizione di straordinarietà, per ridurre il numero dei consiglieri regionali. Così, se si dovesse andare a rivotare subito, la prossima assise regionale sarà in sintonia con l’impegno voluto dal governo di ridurre i costi della politica. Se invece il 16 ottobre i componenti della massima giustizia amministrativa decideranno di riformare la decisione del Tar Molise la legislatura riprenderà il suo cammino regolare con un’eredità non indifferente: essere riusciti già a sistemare il numero degli inquilini di Palazzo Moffa. Ma c’è un aspetto nuovo che deve essere considerato: la scomparsa della Provincia di Isernia. Finora l’assemblea è stata composta su base provinciale con 17 candidati per Campobasso, 7 per Isernia e il listino.

Venendo meno le due province e il “gratta e vinci” si darà vita a una lista unica, a un listone dove ci saranno 20 nomi per ogni schieramento. E sulla percentuale di sbarramento? Aspetti non di poco conto che solo un Consiglio regionale nella sua pienezza può fare, per non doverci mettere di nuovo mano. Il tempo a disposizione non sembra sufficiente, ma bisogna provarci con la capacità di essere sereni nel rispetto delle parti. Ma soprattutto nella consapevolezza che tutti vogliono fare un pezzo di strada assieme per arrivare a un comune obiettivo. Il presidente della Regione Michele Iorio in un’intervista a questo giornale, ribadita qualche giorno fa a Manuela Petescia ai microfoni di Telemolise, ha parlato di larghe intese. Che dal punto di vista pratico vuol dire trovare sintonia non  sulla gestione della macchina amministrativa ma sui grandi temi della struttura regionale. Intanto ieri pomeriggio il consigliere regionale Michele Petraroia, che tra i suoi colleghi è quello più impegnato nella scrittura, ha inviato un comunicato che pone il problema dell’automatismo della riduzione. «Prendo atto - scrive Petraroia - che ad oggi non è ancora pervenuta la risposta del ministero degli Interni al quesito sull’automaticità della riduzione formalizzata dalla Segreteria generale di Palazzo Chigi il 24 agosto scorso e mi auguro che al più presto giunga tale chiarimento istituzionale propedeutico ad ogni ulteriore e diversa valutazione». Ed aggiunge che «al fine di evitare inopportune incomprensioni in una fase amministrativa molto delicata della Regione Molise, non ho alcuna difficoltà ad accogliere l’invito dell’Ufficio Territoriale del Governo ad avviare un percorso di modifica statutaria teso a raggiungere il medesimo obiettivo in tempo utile per il prossimo rinnovo del Consiglio regionale del Molise. L’importante è che, o per via automatica ed immediata, come mi permetto di sostenere, o attraverso la modifica e la promulgazione del nuovo Statuto, i cittadini molisani alla prossima tornata elettorale vengano messi in condizione di eleggere 20 consiglieri e non 30». Come si può ben vedere la disponibilità c’è, e non sarà il solo Petraroia a fare il primo passo, perché si possa arrivare a dare ai cittadini un segnale di cambiamento. Il numero dei consiglieri regionali attraverso lo Statuto sono un passo importante, un segnale che la collettività si aspetta. di ricevere da chi è stato eletto per il bene comune.
Pino Cavuoti

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