domenica 4 settembre 2011

Centrosinistra alle urne per scegliere l’anti Iorio

Sembra un po’ banale il titolo scelto. Sicuramente lo è. Ma era l’unico che potesse servire a sintetizzare ciò che accadrà oggi in Molise e che fosse comprensibile ai più, anche a coloro che poi o nulla masticano di politica. Il centrosinistra, tranne l’Italia dei valori, ha deciso di scendere in piazza, accettando le primarie come strumento per darsi il candidato da contrapporre allo strapotere del governatore Iorio, alla guida della Regione dal 2001. Cinque i candidati: quattro della nomenclatura, della cosiddetta ortodossia politica, uno con un marcato passato di destra. Un quintetto che ha battuto in lungo e largo il territorio molisano per spiegare le cose da fare per nel periodo 2011-2016. Primarie che hanno permesso di avere un contatto diretto e privilegiato con la gente, quella che tutti i giorni deve tirare avanti la carretta. Cinque candidati: Michele Petraroia, Massimo Romano, Nicola D’Ascanio, Antonio D’Ambrosio e Paolo Di Laura Frattura. Ma da queste primarie più che il candidato presidente il centrosinistra potrebbe scegliere il suo futuro, il nuovo leader in grado di dare una svolta alla sua azione politica. Non è un azzardo affermalo, anzi! Potrebbe essere auspicabile per una coalizione che ha conosciuto in questi anni solo sconfitte sonore. Sempre al cospetto di un Michele Iorio, pratico ed efficace. Che ha iniziato il suo cammino dopo un clamoroso ribaltone, partendo dal Partito popolare, che certo non aveva nulla di destra. Ma di queste cose ci sarà ancora tempo per parlarne nelle prossime settimane. Oggi il popolo di centrosinistra è alle urne. Perché sia autorevole la scelta del candidato presidente sarà necessario che i consensi, rispetto agli altri quattro, siano tanti. Tanti di più. Un po’ del futuro prossimo sarà scritto in questa lunga giornata dove si spera che le regole del voto vengano fatte rispettare con rigore, perché solo così il centrosinistra potrà sperare, nell’unità, di far cadere Iorio dalla torre d’avorio.
 Pino Cavuoti

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