domenica 14 ottobre 2012

C’è qualcuno che sta già discutendo di macroregione

Il Partito democratico d’Abruzzo e Molise pensa e guarda lontano, oltre la siepe. Ha convocato per sabato prossimo a Vasto quanti vogliono discutere di riforme delle autonomie locali su un tema di viva attualità come «Dal riordino delle Province alla Macroregione Adriatica: le prospettive per il territorio». Sull’argomento  ho ricevuto una nota a firma di Antonio Lisella e Giulia D’Ambrosio dei Cristiano Sociali del Molise che al contempo segnalano l’intervista rilasciata ieri su La Stampa dal ministro per la Pubblica amministrazione con delega alla semplificazione. Sul quotidiano torinese Filippo Patroni Griffi avanza la proposta di snellimento amministrativo con le Unioni dei Comuni, l’accorpamento delle Province e il dimezzamento delle Regioni. Viene riproposta, a distanza di vent’anni, l’idea della Fondazione Agnelli di ridisegnare l’Italia da 20 a 12 macroregioni. Dal quel quadro nasce la Marca Adriatica composta da Marche, Abruzzo e Molise.  Insieme formerebbero una nuova entità con una popolazione di oltre 3 milioni e 200mila abitanti, una superficie di 24.557 km quadrati e 680 comuni. Per i Cristiano Sociali del Molise «è grave il ritardo culturale di un’intera classe dirigente ripiegata sull’autoconservazione di se stessa, sulle micro questioni familistiche e sulla presunzione di negare la realtà dei fatti. Il Molise è sostanzialmente al fallimento economico, con un sistema produttivo al collasso e una pletora di enti pubblici del tutto inutili, costosi ed inefficienti. Confondere l’identità culturale molisana col controllo di tali nicchie di potere dove si annidano sprechi, sperperi e clientele, è assolutamente fuorviante. Al centro della buona politica va collocato l’uomo ed i suoi bisogni, non le sovrastrutture burocratiche con le sue cordate autoreferenziali». Mi sento di sottoscrivere queste osservazioni che vedono, già da tempo, assertore convinto Michele Petraroia. Nel Pdl c’è  il senatore Ulisse Di Giacomo che avverte la stessa tensione ideale. Un primo passo per un confronto che deve essere per forza bipartisan. 
Pino Cavuoti

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