mercoledì 3 ottobre 2012

Il Molise scommette sulla zootecnia e sulla qualità dei suoi prodotti

Fare sistema nel settore turistico e della ristorazione, al fine di promuovere il binomio prodotto di qualità e territorio, cercando di valorizzare le giovani professionalità. Può essere sintetizzato con questi semplici concetti il protocollo d’intesa sottoscritto ieri mattina all’assessorato regionale all’Agricoltura dalla Regione Molise, l’Unione regionale cuochi molisani e l’Associazione degli allevatori del Molise rappresentati rispettivamente dall’assessore Angiolina Fusco Perrella, Vittorio Sallustio e Giuseppe Porrazzo. Nei prossimi giorni le parti che hanno sottoscritto il documento dovranno costituire un comitato esecutivo che avrà la competenza per fissare le linee guida di quella che in sintesi è una convenzione che consenta promuovere e valorizzare le produzioni zootecniche e alimentari di questa regione. E partendo dalla tracciabilità delle carni la Fusco Perrella ha spiegato come l’impegno del governo della Regione Molise, anche attraverso i Piani di sviluppo regionale, sia proteso alla realizzazione di obiettivi ambiziosi nel settore zootecnico. E’ stato ricordato il cosiddetto “pacchetto giovani” con 313 aziende gestite proprio dai giovani. «Dobbiamo fare di più – ha detto l’assessore – e questo può accadere solo se c’è una rete che funziona e tutti i partner svolgono il loro ruolo con professionalità». L’Ara (Associazione regionale allevatori) è il “braccio operativo” della Regione nel controllo della qualità delle carni su cui tutti i partecipanti alla conferenza stampa si sono trovati d’accordo. Su mille allevatori molisani almeno il 45 per cento è sotto la lente dell’Ara, ma tutta la filiera zootecnica è controllata con rigore: dalle stalle alla macellazione, dalla produzione del latte al confezionamento dei prodotti. Ma bisogna saper fare promozione al fine di valorizzare i prodotti di questa terra. Non è potuto mancare un passaggio agli agriturismo e alla necessità di maggiore rigore nel verificare i prodotti e la loro origine che vengono offerti alla clientela. «Bisogna far crescere e diffondere le nostre eccellenze alimentari – ha affermato Sallustio anche nella sua posizione di dirigente della Coldiretti – unendole alla professionalità degli operatori la conoscenza delle nostre produzioni». Una scossa al confronto a cui si è arrivati nel corso della presentazione dell’iniziativa Regione, Unione cuochie e Allevatori del Molise è arrivata da Franco Di Nucci, titolare dell’azienda artigianale di formaggi di Agnone, che ha puntualizzato come «da soli non si può fare qualità». Tutti devono concorrere, per le proprie competenze, al fine di ottenere prodotti elevati ben identificabili. Insomma ciò che viene trasformato non è tutto uguale; su questo non si può non essere d’accordo. Un esempio molto banale, ma efficace, è stato quello che ha riguardato la mozzarella utilizzata per la pizza, di cui si fa poco caso, ma che potrebbe dare un valore aggiunto se fosse prodotta in Molise invece ci si affida a surrogati che poco o nulla hanno a che vedere con la tanto declamata qualità. Da segnalare la presenza di Antonio Rosa di Bonefro che assieme al fratello Mauro, alla moglie e alla cognata producono dello yogurt di qualità con il marchio “Fattoria Rosa”. «Abbiamo dato un’impronta e un valore unici alle nostre produzioni e abbiamo investito molto su ciò che facciamo». Rosa ha svelato un aspetto di cui poco si parla ma che invece concorre a ottenere buon latte: il foraggio. Su 160 ettari ne vengono coltivate diverse varietà. Come a dire dimmi cosa mangi e di dirò chi sei.
Pino Cavuoti

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