mercoledì 24 ottobre 2012

I cittadini vogliono certezze per il futuro dei loro figli

Luigi Mazzuto, presidente della Provincia di Isernia
Non si sono fatte attendere le reazioni all’articolo pubblicato ieri in questo spazio sull’ostinata difesa della Provincia di Isernia da parte della Conferenza delle autonomie locali prima e del Consiglio regionale dopo. Commenti negativi che sono giunti da diversi lettori, che ringrazio per il colloquio che hanno inteso aprire con il giornale. Pensieri che provengono non di certo da chi non ama il Molise e la sua storia. Non ci sono due fazioni contrapposte di chi, a oltranza, vuol difendere ogni residua rendita di potere e chi invece si rende conto, in forza del buon senso, che forse è giunta l’ora di chiudere i rubinetti della spesa pubblica. Qui si discute del  bene delle future generazioni alle quali si corre il rischio non solo di lasciare poco o nulla, ma addirittura un debito pro capite a dir poco opprimente. Sia chiaro: non è in gioco il posto di qualcuno a vantaggio di altri. Per capirci: non si sta parlando della serie: scansati tu che mi ci metto io! E nemmeno si sta rischiando di ridurre spazi di democrazia, da difendere a costo della propria vita. Ma è ora di dire basta alle spese non più giustificabili. Solo per fare un esempio. Oltre alle due province, con i rispettivi presidenti, giunte e consigli esiste anche un organismo che prevede un incarico di presidente dell’Unione delle Province con una cospicua dote annuale. Come si può pensare di poter sostenere ancora  un andazzo del genere? Uno dei tanti lettori mi ha scritto a proposito dell’argomento Provincia di Isernia e sulla sua difesa: «Non esiste classe politica piu ridicola di questa… ma stavolta si sono superati… invece di pensare a come meglio organizzare la nuova struttura ancora pensano di salvare l’ente più inutile d’Italia». E’ finita l’epoca delle “mucche da mungere”. Il Consiglio regionale del Molise, per certi versi, lo ha capito già dall’insediamento  di questa legislatura. Grandi passi in avanti sono stati fatti dai consiglieri che sul fronte province, invece, hanno fatto una capriola all’indietro. Un esercizio fisico forse più consono ai giocolieri. Del resto per una volta si può anche concedere loro qualche occasione di puro svago, per una decisione che a Roma sarà presa per quella che è.  
Pino Cavuoti

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