mercoledì 29 febbraio 2012

In cauda venenum

Siamo costretti a chiedere soccorso al latino per fare il titolo di questo editoriale. «In cauda venenum”, nella coda il veleno. Per parlare di cosa sta accadendo nel Popolo della libertà abbiamo dovuto attingere alle vecchie reminiscenze scolastiche. Per dire cosa? Sin dalla notte dei tempi il conto si presenta alla fine. Ed è ciò che accadrà nel Pdl, che è saldamente nelle mani di Ulisse Di Giacomo.

Ma ci sono troppi nodi che devono essere sciolti e non basteranno pacche sulle spalle per risolvere il clima ipocrita che si è instaurato all’interno della forza politica più rappresentativa in assoluta in questa regione. Sarà stata la neve che si è sciolta, ma alla luce stanno venendo fuori delle situazioni che la coltre bianca aveva coperto. Da una parte l’asse di ferro, tra Iorio-Patriciello con la supervisione del senatore Di Giacomo, dall’altra parte  diversi aspiranti ad assurgere al ruolo di leader. L’errore è di chi, in questi anni invece di costruire un’alternativa, si è fatto fagocitare dal sistema. Ora vorrebbe affrancarsi per tentare di fare un percorso nuovo. Ma il problema è che non c’è il coraggio di farlo nelle sedi e nei modi dovuti. E allora può anche accadere di ritrovarsi a dover assistere al congresso provinciale del Pdl, come quello di sabato scorso, dove prima si è accettata  la resa per poi nascondersi senza partecipare al confronto. Mancano tre giorni a quello di Isernia e si vedrà come le parti si muoveranno le parti in gioco. Di Giacomo aspetta, anche se pare di capire che abbia già tutto chiaro nella sua testa. Poi ci sono delle defezioni a poche settimane dal l’importante voto amministrativo a Isernia. Iorio ha bisogno di un partito forte in Molise per ben figurare nelle sedi romane. Anche per questo il  coordinatore regionale del Molise sarà impegnato, alla fine del giro, rimettere le cose apposto. Con la sua coda velenosa.
Pino Cavuoti

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