martedì 19 giugno 2012

Cisl d'Abruzzo e Molise di nuovo insieme

I consigli generali della Cisl d’Abruzzo e Molise hanno approvato ierri mattina all’unanimità il patto federativo che porterà ain tempi brevi alla riunificazione del sindacato in un’unica regione. Presente all’accordo il segretario nazionale, Raffaele Bonanni, che ha sostenuto e accompagnato questa iniziativa non prevista dallo statuto dell’organizzazione sindacale.  La relazione del segretario regionale dell’Abruzzo, Maurizio Spina, condivisa dal suo collega del Molise, Pietro Iocca, ha spiegato le ragioni di questa decisione che consentirà di razionalizzare i costi e le energie dell’organizzazione che conterà oltre 130mila iscritti. Il percorso prevede che il via libera verrà dato dai congressi regionali e poi nazionale in programma per il prossimo anno. Intanto inizia la rivoluzione della Cisl. Un ritorno al passato: fino agli inizi degli anni Settanta la Cisl nelle due regioni era un’unica realtà.
I consigli generali, ospitati al Park hotel di Vasto Marina, hanno consentito ai responsabili delle varie categorie delle due regioni di confrontarsi, anche qualche volta distraendosi rispetto all’argomento vero dell’incontro. Ma la voglia di parlare al cospetto del segretario generale ha fatto distrarre qualche relatore. Patto Federativo Abruzzo e Molise «Per una organizzazione più forte ed efficiente e per garantire una migliore tutela dei lavoratori».  Su questo tema ha relazionato Maurizio Spina Dando degli spunti generali sulla situazione regionale abruzzese che si presenta difficile in piena fase recessiva. Lo è l’Abruzzo, lo è il Molise, ma soprattutto il Paese e l’Europa. C’è bisogna di una svolta. La cosa più preoccupante nel primo trimestre è la perdita di pezzi importanti di assetti produttivi, perdita di aziende. Nel solo Abruzzo 1.200 aziende hanno già chiuso i battenti nel solo primo trimestre. Il 95,3 per cento delle aziende è composto da microrealtà con il 56 per cento degli occupati. «Un quadro desolante, con la classe politica che deve dare delle risposte precise. Classe politica che ci sembra più attenta più ai prossimi appuntamenti elettorali. Abruzzo e Molise si devono preparare alle prossime sfide e dobbiamo attrezzarci per vincerle insieme in due realtà piccole». Spina ha evidenziato come non sia più il tempo per la politica per perdersi in chiacchiere. «Se ciò accadesse chiederemmo anche alla Cgil e Uil una giornata di mobilitazione. Non possiamo più stare a guardare perché siamo in un tunnel di cui non si vede la luce, ma abbiamo il dovere di cambiare già ora. Cambiamento epocale nella capacità di adeguarsi».
La Cisl, è stato ribadito, ha pensato a un patto federativo per fare squadra nella consapevolezza di razionalizzare le attività sindacali. Preoccupati per il futuro dei servizi e delle federazioni.  «Oggi i consigli generali daranno la loro approvazione per iniziare un percorso. Da qui al prossimo congresso una federazione Abruzzo-Molise con un processo di accorpamento. Una rivoluzione che parte in maniera orizzontale e che coinvolge le federazioni nazionali».
Sindacalisti che hanno intuito che  i tempi stanno cambiando e che proprio Bonanni li ha spinti a compiere le scelte che stanno compiendo. La gran parte ha ribadito l’orgoglio sindacale e le scelte di un governo che sta mettendo in crisi la capacità di resistenza delle famiglie.
Bonanni nella sua relazione conclusiva ha ribadito all’assemblea che nell’ultimo quinquennio «con le regole della concertazione siamo riusciti a far passare accordi oltre interfederali importanti che rappresentano novità nel settore delle relazioni sindacali». Il segretario nazionale della Cisl ha evidenziato come «il nostro tesoro, i veri attori di cambiamento nelle aziende sono le 63mila rsu sparse nel territorio e che ha fatto sentire la presenza del sindacato». Non sono mancate le stoccate alla Fiom «una minoranza che riesce a condizionare sulla discussione stucchevole  per l’articolo 18 che non è stato toccato, anche grazie al nostro lavoro responsabile». Un sindacato che si rinnova nella misura in cui è capace  di riscoprire la sua missione. E ora si torna indietro con un’unica regione sindacale d’Abruzzo e Molise «per fare massa critica per cogliere più opportunità. Non regge più ricalcare la struttura istituzionale, ma bisogna riunificare le strutture con 135 mila iscritti al pari delle Marche di 120mila.  Mettere insieme vuol dire riorganizzarsi meglio, sia come strutture ai appoggio alle attività di sostegno per le iniziative contrattuali».  Poi il saluto commosso e partecipe ai Consigli generali con la promessa di essere «il garante di questa unione nel rispetto delle rappresentanze e della propria storia».
Pino Cavuoti

Nessun commento:

Posta un commento