martedì 19 giugno 2012

Intervista a Raffaele Bonanni (Cisl): un sindacato più moderno

Maurizio Spina, Raffaele Bonanni e Pietro Ciocca
E’ tornato a parlare delle misure adottate dal ministro Passera e sulla recente manifestazioni romana unitaria il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervendo a Vasto agli stati generali del sindacato d’Abruzzo e Molise. «Il governo tecnico ha aumentato le tasse in maniera ingiusta a danno di lavoratori e dei pensionati. Si riducono consumi e si deprime l’economia, si crea ulteriore disoccupazione e non si creano occasioni per spendere. E’ come un cane che si morde la coda».
Sul problema degli esodati Bonanni sostiene che «La Fornero - che chiama la Lacrimosa - ha raccontato tante cose non vere in questi cinque mesi e mezzo al governo. Ha detto che non possedeva i dati, invece i dati lei li aveva. Perché gli accordi di esodo si fanno presso gli uffici provinciali del lavoro. Basta che lei avesse pigiato un bottone e le sarebbero arrivati tutti i dati e invece ha fatto credere agli italiani che li aveva l’Inps.  Voglio ricordare che l’Inps ha dati solo quando ci sono persone che fanno richiesta di pensione». Per il segretario nazionale della Cisl è impossibile che il governo abbia sottovalutato la questione esodati in questi mesi «giocando con persone che non hanno dormito perché non sono più lavoratori  e nemmeno più pensionati. Spero che si risolva subito questa situazione. Ma noi continuiamo a protestare per un argomento che è il simbolo dell’incuria e della protervia del potere».
Bonanni ha invitato a una maggiore collaborazione per rafforzare i fattori della crescita, i fattori utili per la produttività delle aziende. «Bisogna lavorare meglio per poter pagare le tasse locali e per i servizi, per tutto ciò che può rafforzare l’appetibilità di investitori stranieri e poi anche con le relazioni industriali. Il caso della Fiat in Val di Sangro lo dimostra bene. Molti accordi di produttività hanno reso quell’azienda più importante sia per il reddito d’impresa e sia per le buste paga dei lavoratori».
Qual è la strada che vuol percorrere il sindacato? Per il leader nazionale della Cisl è stimolare le istituzioni ad occuparsi dei fattori della crescita, aprire nuove stagioni concertative di relazioni industriali per migliorare e rendere più efficienti tutte le realtà del mondo del lavoro”.
Bonanni spiega che ci sono anche le risorse. «Sono stati risparmiati ben 140 miliardi in 10 anni della riforma delle pensioni».
Il distretto industriale che va dalla Val di Sangro a Termoli che vive del settore dell’automotive. Il governo nell’ultima manovra non ha previsto rottamazione «Si possono fare ancora operazioni di rottamazione, ma il vero punto, come si è dimostrato in alcune aziende, la Fiat in primis, il problema vero è come rendere più efficienti le aziende e le relazioni industriali. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che abbiamo un mercato globale. Se gli investitori non sono convinti non solo non investono in queste zone, ma possono anche disinvestire. Noi dobbiamo preoccuparci di rassicurare gli investitori rendendo efficienti i nostri territori. In questo discorso il sindacato deve sentirsi coinvolto per rendere efficienti le relazioni sindacali e correre per il mantenimento dei posti di lavoro. Anzi direi di più all’incremento dei posti di lavoro che si avranno solo se resteranno gli investitori».
Raffaele Bonanni traccia un ruolo al sindacato, diverso rispetto al passato. «Il sindacato in molti posti è stato il punto di cerniera tra le istituzioni, gli imprenditori e gli stessi lavoratori per rendere appettibile ed efficiente il territorio nel quale si opera. Ma è stato, anche in molte vertenze in Italia, il punto di riferimento per creare nuove condizioni di relazioni sindacali che rassicurassero gli imprenditori ma che allo stesso tempo rafforzassero le buste paga dei lavoratori. Ma molto velocità e determinazione, perché il Novecento è finito. E non credo che tutto potrà andare male, e molto dipenderà anche da noi. I lavoratori devono sentirsi corresponsabili nelle scelte».
Pino Cavuoti

Nessun commento:

Posta un commento