martedì 12 giugno 2012

Riotta, Vietti e D'Agostino per parlare del libro di Bruno Forte



A quanto pare il Vangelo può cambiare per davvero questa nostra Italia. Del resto a questa conclusione non sarebbe stato difficile arrivarci nel commentare il libro dell’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, dal titolo "Perché il Vangelo può salvare l'Italia” (Rizzoli Editore, Milano 2012, già alla seconda edizione). Aula magna del palazzo di giustizia di Vasto pieno come un uovo per ascoltare Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Francesco D'Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, e il giornalista e scrittore Gianni Riotta, nel ruolo di moderatore del dibattito, che hanno offerto stimoli e spunti di riflessione allo stesso autore e al pubblico presente.  
Dopo i saluti del sindaco Luciano Lapenna e del presidente del Tribunale, Giuseppe Sabusco, a dare il via all’incontro è stato l’ex direttore del Tg1 che con padre Bruno aveva iniziato una perfida collaborazione prima con l’ammiraglia dell’informazione e poi con “Il Sole 24 Ore”. Forte teologo, studioso e filosofo in grado di scrivere un volume straordinariamente interessante “perché interviene in un tempo in cui la gente è smarrita in un momento di forte crisi economica ed esistenziale”. Per Riotta, che cita l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, è un volume che opera su più piani di lettura: filosofico-teorico, etico-spirituale, pragmatico-politico. Il giornalista si sente di dissentire da questa impostazione perché non sono come come tre piani di una casa ma come le doppie eliche del DNA che si legano tra di loro. Forte “vuole parlare alla comunità, piani intrecciati in modo fecondo”. Qualcuno è stato tratto in inganno dal titolo. “Don Bruno partendo dalla verità dei vangeli che occorre una riforma morale della politica, politica che deve tornare a guardare alla verità e non alla vanità, occorre una  riforma profonda dell’economia, ma soprattutto il vescovo ci invita alla verità e all’obbedienza”.   Vietti ha esordito parlando del tribunale di Vasto che “non è a rischio chiusura in quanto un emendamento alla legge delega ha già stabilito che ogni decisione verrà procrastinata di un triennio e ciò avvantaggia questo importante presidio di legalità per il territorio''. Per Vietti "Perché il Vangelo può salvare l'Italia” è un libro che stimola molte utili riflessioni e che può essere commentato insieme perché di utilità comune. Il vicepresidente del Csm ripercorre pubblicamente le sensazioni ricevute dal libro utilizzando la terza chiave di lettura pragmatico-politica “perché non fosse altro che si avvicina di più alle mie competenze”.  il libro contiene un atto di amore che è si un amore per l’uomo persona, creatura di Dio, ma contiene anche un forte e ripetuto amore per la politica intesa in senso alto e nobile. L’indispensabilità della politica di cui si vuol continua a mostrare il volto attraente e si possa esercitare su tutti e in particolare sulle giovani generazioni, sicuramente da ripensare in forme nuove e adeguate alla modernità. “Mi piace partire da un approccio alto e nobile della politica in un periodo nel quale la politica non gode di buona stampa, i partiti ne godono ancor meno”. Per Vietti la politica deve mostrarsi in grado di padroneggiare i fenomeni sociale ed economici, la politica deve essere più vicina alla gente e che si occupi dei problemi reali “politica capace di dare risposte e di fare le riforme di cui il paese ha bisogno” una politica capace di pensare il futuro e di avere un’idea di paese, una politica all’altezza delle nuove sfide”.   
Nel suo intervento il presidente Francesco D’Agostino ha affermato che è un libro che si fa leggere ma soprattutto è scritto bene. Ha una penna fuori dal comune. Un libro che ci aiuta a riflettere e pensare a una condizione che siamo liberi di farci pervadere dalla parola di un uomo di profonda fede. L’autore ha voluto ricordare che è un libro che nasce “per amore verso la mia gente che mi è stata affidata”. Il richiamo più acuto di Forte è stato alla politica che non si rigenera se i politici non sono pronti a pagare il prezzo della verità. “Obbedire alla verità comporta un prezzo da “pagare, chi cerca in politica denaro o potere personale prima o poi cadrà”. Una passaggio molto significativo è quello che la politico non può essere scontro perché la dialettica  non vuol dire necessariamente essere oppositiva, contro qualcuno. "La crisi che attraversa il paese non è solo economica o politica. Essa ha profonde radici morali e spirituali, connesse a uno stile di vita che si è andato imponendo attraverso i media negli ultimi anni. Riscoprire la forza della 'verità' e preferirla sempre alla 'vanità' appare una salutare medicina, ispirata alle parole di Gesù e al Suo Vangelo: “La verità vi farà liberi” (Giovanni 8,32)".

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