martedì 12 giugno 2012

Tempi bui per la politica

Ieri avete sentito di tutto e di più e oggi quelle stesse cose le rileggerete potendo digerirle con maggiore attenzione e attinenza ai fatti. E un invito a riflettere sule parole dei politici che in queste ore hanno gestito il “caso Isernia”. Con l’arroganza di essere solo loro i padroni delle sorti del vostro mondo e solo perché forse hanno in tasca la tessera di un partito.  Magari per averla non prima di aver girovagato da una lista all’altra e non per una tensione ideale ma solo per convenienza. Ieri si è consumata un’altra puntata del cosiddetto teatrino della politica che tanto amava definire così Silvio Berlusconi!

Diciotto consiglieri comunali hanno rassegnato le dimissioni da Palazzo San Francesco, vanificando il risultato del ballottaggio che ha consegnato non più tardi di una ventina di giorni fa la fascia tricolore a Ugo De Vivo. Un sistema elettorale bizzarro che, in questo caso, non ha premiato il sindaco vincente “democraticamente eletto” ma i consiglieri comunali. Altro che grande coalizione e amore per la città di Isernia. E’ prevalsa la logica della politica fatta dentro e solo nelle segrete stanze. Non tra la gente, per strada. Alla faccia dei cittadini e della necessità di garantire un governo, una governabilità a una comunità che ora dovrà dare il benvenuto a un commissario prefettizio per poi ritornare quanto prima alle urne. Il vento è cambiato, ma la politica di paese sembra non esserne accorta. A Venafro e Isernia si è consumato quel modo di fare politica definita liquida. Che si adatta al suo contenitore. Che muta, si trasforma, che non ha né capo, né corpo. Senza dimenticare che c’è l’incognita Consiglio di Stato. Che può anche ribaltare quanto ha stabilito il Tar il 17 maggio quando sono state rese nulle le elezioni regionali. Questo ulteriore schiaffo ai cittadini è il senso della decadenza, viviamo un’epoca in cui nessuno crede più a niente. E’ stata persa l’occasione per tentare di recuperare le ragioni della partecipazione tra i cittadini. Più che a una crisi economica Isernia ha mostrato una evidente crisi dei valori perdendo l’opportunità per dimostrare che la politica qui è fatta per il bene comune e non per gli interessi di bottega di qualcuno.
Pino Cavuoti

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