sabato 30 giugno 2012

Apriamo un colloquio con Iorio: il presidente invita il popolo di Facebook

Non prendete impegni per martedì prossimo, 3 luglio. Tutti alle ore 18 alla Piana dei Mulini di Colle d’Anchise. Perché. Ma è semplice, il presidente della Regione, Michele Iorio, ha invitato il popolo di Facebook raccogliendo la sfida alla modernità che, più di qualcuno, gli rimproverava non avesse. Basta a essere arroccato negli uffici di via Genova, ma togliersi la giacca, svestire i panni dell’antico per, come dice un mio caro amico di nome Claudio Pian, andare «tra la gente con la gente». Iorio lo ha capito e, come abbiamo già scritto quando è stato scoperto a parlare con gli internauti, sceglie la formula diretta. Senza cravatta e in maniche di camicia, questa volta aggiustando la luce e la messa a fuoco della ripresa dalla sua stanza.

Ma a parte queste annotazioni più da regista, veniamo al senso delle cose che ha voluto dire. Sopra tutto il messaggio-invito a tutti coloro che vogliono e sono interessati ad aprire un colloquio. Con il comandante in capo. Michele Iorio disponibile ad ascoltare per raccogliere «i suggerimenti giusti» aprendo un dibattito con tutti i cittadini in libertà «fuori dagli schemi e dagli orientamenti tradizionali». E senza posti in prima fila.
Il presidente della Regione è consapevole che non si può promettere più nulla, anzi pare voglia mettere le mani avanti per far capire, anche all’ultimo della cordata, che la musica è cambiata.
Non ci sono più possibilità immediate di sviluppo e che bisogna imparare a soffrire, più di quanto sinora non sia stato fatto. Anche se poi - mi sia consentito - è amaro constatare che sono sempre i soliti a tirare a campare mentre famiglie e famili sono sempre stati riscaldati dalla luce del sole.  Ma si potrà mai cambiare e uscire da questa logica? 
Nel video messaggio alla regione il presidente del «bastone e della carota» non dimentica l’essere politico e di evidenziare che la logica dei numeri, in una stagione dei tagli dei costi della pubblica amministrazione, questo Molise, il nostro Molise, potrebbe correre il pericolo di essere annichilito. Per questo Iorio invita a «prendere coscienza di essere regione» e di difendere la propria storia e le proprie radici in maniera moderna e consapevole. Identità forte, voglia di lavorare, voglia di stare insieme e voglia di individuare i percorsi giusti: sono le parole, anzi il passaparola del nuovo credo del governatore.
Avevo preso degli impegni per martedì, e, nonostante il caldo, penso proprio di esserci. Mi libererò perché non si può perdere un momento così importante di quello che potrebbe essere lo spartiacque tra il primo e il secondo Iorismo. Raccogliendo in pieno l’arrivederci di Michele Iorio che vuole, esige,  aprire un colloquio. Recuperare il tempo per riavvolgere quel filo del distacco che si è generato non con la sua gente, la sua pletora, ma con le persone comuni. Si parla e si scrive del grillismo invasivo e dell’antiiorismo professato anche da chi si è allattato sino a ieri al seno materno di Miché. Ora serve una svolta, una pulizia liberando la mente da ogni zavorra.
Iorio sembra aver deciso che vuol continuare nel suo percorso politico. Pur essendo un vecchio della res publica vuol sdoganarsi. Un colloquio non lo si nega a nessuno, o quasi a nessuno.
Ascoltiamo il gran capo nella misura in cui si è disposti a suggerigli dei consigli. Sperando che non solo vengano ascoltati e compresi, ma soprattutto accolti e magari fatti propri,  a tal punto da essere realizzati. Per il suo e il nostro domani. Potrebbe anche vuol dire tornare alle urne per riconfrontarsi con l’amico-antagonista di nome Paolo Di Laura Frattura. Che non può essere solo slogan e distintivo in un tempo nel quale le parole non bastano a riempire la pancia di chi  non ha più i soldi per comprare nemmeno il pane. E siatene convinti: il loto numero è in continuo aumento.
Pino Cavuoti

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