sabato 14 aprile 2012

«I partiti? Non se ne può fare a meno»

TERMOLI – Si rivedono un po’ tutti. Vecchi e nuovi della politica e gente comune per un confronto a tutto tondo sui partiti qual è il senso comune che si avverte girando per strada. Per un momento di confronto voluto, e quasi anticipando la storia scritta in questi giorni dalla Lega del dimesso Umberto Bossi, dal coordinamento provinciale del Popolo della libertà di Campobasso, dalla Fondazione della Libertà per il bene comune e dall’associazione di cultura politica Futuridee. Ospite d’onore Altero Matteoli, ancora una volta in Molise e a Termoli per l’amicizia che lo lega al coordinatore provinciale del Pdl Pierluigi Lepore.

L’ex ministro non si è risparmiato. Dialogando, prima dell’abbraccio della sala,  con i giornalisti. Per partire con la giustificazione che le fondazioni, in particolare di quella di cui è presidente, hanno il loro ruolo a causa della crisi profonda proprio dei partiti. Non ci sarebbe più un confronto sui temi della vita di tutti i giorni se non ci fossero in questo momento le fondazioni con il loro ruolo di supplenza. Matteoli ha rivendicato la necessità di cercare di riportare la politica come primaria attività dei cittadini. Molise che per certi versi ha anche anticipato il convegno che l’ex ministro ha organizzato per martedì a Roma quando si confronterà con Fausto Bertinotti, Marco Follini e con l’animazione, perché non si può definire diversamente, di Giuliano Ferrara. In questo momento prima ancora della crisi finanziaria si avverte la crisi dei partiti. E non si è potuto non parlare del finanziamento pubblico ai partiti. «Guai a cancellarlo – ha detto Matteoli ai giornalisti in conferenza stampa – perché non ci possiamo permettere il lusso di non averli e non si possono mantenere senza il sostegno dello Stato».Un breve passaggio anche sulla riforma elettorale di cui si sta cercando di trovare la soluzione giusta che vada bene al Paese. Ma è indubbio che si debba lavorare per cambiare l’attuale sistema elettorale «e se il Parlamento lo vuole ci sono tutte le condizioni per approvare la riforma entro la fine di questa legislatura». A chi gli chiede se  ci sarà mai una grande coalizione in Parlamento il presidente della fondazione della Libertà risponde deciso: «Se si andasse verso la grande coalizione potrei anche non ricandidarmi perché non potrei mai stare in un governo dove c’è la sinistra. Ve lo immaginate di vedermi con Massimo D’Alema? Pensate che io ero d’accordo per tornare a votare». E sulla Lega? «Trovo assurda l’espulsione di Belsito e della senatrice Rosi Mauro. Ma ci sono due Leghe, una quella che troviamo agguerrita sul territorio, e una Lega romana che ha votato tutto e che ci ha consentito di governare».
A moderare i lavori il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise, Antonio Lupo, che ha dato il ritmo giusto alla serata con una platea molto attenta alle parole di tutti i protagonisti e applaudendo al termine dei passaggi più significativi. ll primo saluto è quello del sindaco di Termoli, Antonio Basso Di Brino, che testimonia le difficoltà che sta vivendo come amministratore e sui tagli operati dal governo tecnico. «Dateci la possibilità di continuare a credere nei partiti – ha detto il sindaco – perché ne abbiamo bisogno».
Per il senatore Ulisse Di Giacomo non può esistere una società senza i partiti «che veicolano quelli che sono i voleri democratici del territorio che rappresentano». Di Giacomo ha parlato della presenza del governo tecnico, del disagio della gente, e dell’utilizzo dei fondi pubblici destinati ai partiti. «La responsabilità di ciò che sta succedendo non è colpa dei partiti». Il caso Lusi, il caso Lega. «Situazioni che si sono create non per colpa dei partiti, ma degli uomini che gestiscono. E’ il risultato del comportamento di talune persone che si sarebbero comportati così anche se avessero gestito altre cose».Per il coordinatore regionale del Pdl non si può prescidenre dal finanziamento dei partiti, ma con regole diverse a quelle attuali. «I bilanci devono essere controllati e resi pubblici. Chi vuole toglie il finanziamento pubblico vuol dire che ha intenzione di togliere di mezzo i partiti».
Pierluigi Lepore ha voluto ringraziare Altero Matteoli per aver accettato l’invito. Il tema scelto è il segno di una stagione che vede la gente sempre più distante dalla politica. «Abbiamo voluto dare - ha detto il coordinatore porvinciale - un taglio culturale come occasione di apertura verso quanti hanno rapporti con la politica per ascoltare più voci in una tavola rotonda stimolante e ricca di contenuti». La politica che deve essere in grado di accorciare la distanza che si avverte nei confronti della gente. «Senza i partiti non c’è organizzazione, c’è anarchia, i partiti fanno l’organizzazione della società, anche con il finanziamento pubblico perché la vita di un partito costa». Forze politiche che devono recuperare il loro rapporto con le istituzioni.
Finanziamento pubblico abolito con un referendum ma reintrodotto con i rimborsi elettorali che sono stati superiori rispetto a quanto hanno speso. E Matteoli? «Il finanziamento dei partiti è indispensabile – ha ribadito l’ex ministro anche in sala – perché non si può essere ipocriti. Rispetto ai miei tempi non c’è più il militante disposto anche a tassarsi per attaccare i manifesti. Il mondo è cambiato e anche i costi della politica». Matteoli non si riconosce in ciò che ha scritto, ad esempio Gian Antonio Stella sulla casta. «Ma se arrestano un ingegnere si dice che tutti gli ingegneri sono corrotti? Così non vale per la politica. I partiti sono il sale della democrazia, di questo ne sono convinto».
Alberto Montano, presidente del Consiglio comunale di Termoli e presidente dell’Associazione di cultura politica Futuridee, abbiamo perduto l’occasione che è stata offerta da tangentopoli. Oggi c’è l’aggravante di una crisi economica che ci impone delle risposte e delle regole precise nel funzionamento dei partiti. «Bisogna saper prendere consapevolezza di ciò che sente la gente che è stanca dei comportamenti dei politici». Regole certe, controlli sui bilanci, ma senza il finanziamento pubblico non si può andare avanti ma «bisogna saper amministrare bene le risorse che si hanno a disposizione».
Francesco Totaro, consigliere regionale del Pd, occorre ritornare a fare la politica tra la gente coinvolgendo le associazioni e soprattutto i giovani «che non vediamo più nelle sezioni». Senza alcun dubbio i partiti sono il sale della democrazia che «altrimenti sarebbe zoppa».  Il consigliere provinciale del Fli, Donato D’Ambrosio, ha parlato come giovane da poco impegnato in politica riuscendo a stimolare la platea. Cosa è un partito. Una forma di associazione, un gruppo di persone che aderisce liberamente a una forma associativa. D’Orazio ha parlato del fatto che ci si trovi in una stagione di post democrazia. L’eccessiva personalizzazione dei partiti ha creato una involuzione del sistema, ma soprattutto che i rappresentanti non vengono eletti direttamente dei cittadini. Il sistema partito si è rotto. Il pensiero degli under 35 sul mondo della politica. Il 50 per cento è convinto che per ridare credibilità al sistema bisogna rottamare il vecchio. Come sostiene il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Il sistema nuovo non è detto che sia migliore di quello precedente. «Sono gli uomini che fanno la differenza, ancor più se  sono credibili».
«L’interesse comune di mantenere il governo tecnico ci ha fatto fare una scelta – ha anche detto Di Giacomo – per il bene comune a dispetto di Lega e Idv, per non fare nomi, che hanno cavalcato la protesta che paga in termini demagogici. Una scelta che alla lunga pagherà quei partiti che non hanno fatto scelte demagogiche ma di buon senso a servizio dei cittadini».
«Una democrazia senza i partiti – ha esordito nel suo intervento Michele Iorio nelle tracciare le conclusioni della tvaola rotonda – non sia possibile in nessuna parte del mondo. Con il suo ruolo di mediazione». Il presidente della Regione ha parlato della necessità di capire che tipo di partiti si avrebbe bisogno. Anche la democrazia ha i suoi difetti soprattutto quando diventa complessa l’organizzazione del suo sistema. Oggi l’indice di gradimento dei partiti è sceso al 4 per cento nell’opinione dei cittadini sulla sua credibilità. La crisi dei partiti va affrontata e risolta attraverso l’adozione dei correttivi con i partiti che siano soprattutto democratici con l’utilizzo dei finanziamenti con regole certe. E Iorio non ha potuto tacere su quanto accade nella Lega, nella Margherita nel partito del moralizzatore Di Pietro e della società Antocris.
Un confronto aperto, quello a cui si assistito ieri pomeriggio a Termoli, che ha dimostrato come ci sia un grande malato (la politica e i partiti)che non può essere guarito se non si cambiano le regole. 
Pino Cavuoti

Nessun commento:

Posta un commento