giovedì 26 aprile 2012

Viva il 25 aprile. Ma quanto fiato sprecato

Foto di Michele Tana - www.histonium.net
Ieri mattina nella mia città ho partecipato alle manifestazioni programmate dall’amministrazione comunale per il 67esimo della Festa della Liberazione. Una cerimonia sentita e partecipata, anche se all’appello... mancavano tutti coloro che si erano precipitati a fare la spesa nei centri commerciali.  Un decreto consente la libera apertura dei negozi e dei pubblici esercizi e alcune catene della grande distribuzione hanno alzato le saracinesche. Tanto è bastato per ascoltare le immancabili lamentale di chi vede in questa opportunità un attacco ai valori della liberazione. 

Una festa alla quale si deve portare rispetto, ci mancherebbe altro. Ma il non riposarsi o aprendo i negozi che si manca di considerare una data storica per il nostro Paese. Quanto fiato inutile sprecato. Da anni “santifico” il 25 aprile. In questo tempo non ho mai visto folle oceaniche a spingersi per parteciparvi. Anzi. Penso che ci debba essere qualche cambiamento allargando le opportunità di coinvolgimento soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che (forse) non ne comprendono appieno la portata storica e civile, alla base dei valori della nostra Costituzione. E visto che ci troviamo consiglierei anche un ripasso dell’inno di Mameli che quando viene eseguito è cantato da pochi, anzi quasi da nessuno.  Sarei curioso di sapere quanti tra coloro che ieri davanti a un microfono si sono preoccupati di ribadire che il commercio il 25 aprile o piuttosto il 1 maggio debba restare fermo hanno poi realmente presenziato a qualche celebrazione per la liberazione. Tanti lavorano nelle giornate che sul calendario sono marcate in rosso e non si lamentano. Il problema è sempre lo stesso del sacro se ne parla spesso e soltanto per sentito dire. Così come della Liberazione. Sarebbe consigliato far uscire meno aria dalla bocca.                           
Pino Cavuoti

Nessun commento:

Posta un commento