domenica 8 aprile 2012

Nessuno è esente da colpe, anche Bossi lo ha dimostrato

Chissà che delusione avranno provato in Padania tutti quei leghisti  convinti che i mali della politica fossero una prerogativa solo delle altre forze politiche presenti in Parlamento e nei Consigli regionali nel resto d’Italia. Nell’apprendere ciò che è accaduto a Bossi - per una semplice appartenenza territoriale a quella area che qualcuno oltre il Po chiama Terronia - potrei dire di avere goduto. Per essere sincero neanche un po’ perché tutto ciò che accade nei partiti e ne minano la credibilità segna la sconfitta per tutti. Per quanti credono nel valore dei partiti e della politica in senso più ampio.

Ogni inciampo per la classe politica è un doppio passo indietro della loro ragion d’essere nei confronti dei cittadini, che continuano a recarsi alle urme. Il prossimo appuntamento elettorale a Isernia non dovrebbe conoscere un forte astensionismo non fosse altro per il gran numero dei candidati in lizza: ben 581 distribuiti in 20 liste. Ma che ci possa essere un rifiuto non si può escluderlo. Umberto Bossi si è dimesso dalla carica di segretario della Lega. Forse è la prima volta che un politico del suo peso compie un passo indietro così importante. Ma l’inchiesta ha messo in piazza fatti così importanti che meritavano una risposta altrettanto adeguata. L’uso della politica e dei partiti in chiave famigliare - tanto da sinistra quanto da destra in Parlamento come nei Consigli regionali - non aiuta a far crescere la voglia di far politica. I giovani sono sempre meno interessati alla res publica e questo non è un bene. Il ricambio generazionale non sarà facilitato se dovesse permanere questo stato delle cose.

Nessun commento:

Posta un commento