domenica 15 aprile 2012

Nicola Cesare: «Amo Isernia, ma questi sportivi no»

Nicola Cesare, agguerrito presidente del Termoli Calcio, ma isernino nel cuore. Imprenditore di successo, ma anche punto di riferimento soprattutto nella stagione delle elezioni con la sua società di sondaggi. E’ anche impegnato in politica con Futuro e libertà per il quale è responsabile della lista presentata all’elezioni di Isernia per il rinnovo del Consiglio comunale. Domenica scorsa è stato fatto bersaglio allo stadio delle offese di alcuni sportivi dell’Isernia. Una cosa che Cesare non è riuscito proprio a mandare giù.

Cosa è successo di tanto grave a Isernia?
«Una cosa sono le contestazioni, altra cosa è la buona educazione. Sono andato allo stadio come ho spesso fatto nella mia città a Isernia, Alla partita di calcio ero con il presidente Monfreda e con l’assessore comunale allo sport Bucci. Però, purtroppo, ho notato che c’è un grande disagio sociale all’interno dello stadio. Non ho notato alcun nucleo familiare, ma solo degli ultras che per quasi tutta la partita hanno attaccato il sottoscritto invece che, come è doveroso che faccia uno sportivo vero, incitare la propria squadra. Questo non è un bene né per Isernia né per lo sport. Mi auguro di vedere sempre più stadi pieni di famiglie. In questa occasione devo dire che ho fatto bene a non portare i miei figli».
Ma cosa in particolare le ha dato fastidio.
«Una cosa è dire chi non salta è un termolese, altra cosa è offendere personalmente arrivando anche a toccare i miei cari defunti».
Cori di sfotò che sono andati oltre il buon gusto. Forse anche perché lei da isernino era allo stadio come presidente di una squadra avversaria come il Termoli.
«Lo sport e il tifo sono una cosa che vanno a braccetto. Mi aspettavno pure questa accoglienza, ma non in questi termini. Voglio capire tutto, ma non ciò che ho sentito allo stadio di Isernia. Nella mia città. Non possono addebitare al sottoscritto responsabilità sulla locale squadra di calcio mi sembra eccessivo e sopratutto credo che bisogna rientrare in una logica di rispetto delle persone. La gente non va allo stadio anche per queste cose e mi creda sono proprio quelle che dobbiamo recuperare».
Lo avrà spiegato mille altre volte. Perché Nicola Cesare è presidente del Termoli e non dell’Isernia?
«Presidente del Termoli prima di tutto perché mia moglie è della zona. Secondo, come tutti sanno, mi definisco un molisano a tutto tondo. Per molti anni ho vissuto a Isernia, vivo da tanti anni a Campobasso. Trascorre tutte le mie estati a Termoli. E penso che il Molise, sebbene il campanilismo ha anche un suo valore che non possaimo non considerare, debba fare un salto di qualità. Sono intenzionato a fare degli investimenti, insieme con altri amici, nel calcio a Isernia. Però vista anche la contestazione di domenica scorsa molto probabilmente continuerò a fare solo calcio a Termoli. Credo nel sociale, ci credo per davvero. A Isernia quando deciderò di farlo lo farò nel settore del calcio giovanile. è una scelta presa e ci impegneremo per far raggiungere anche grandi traguardi a Isernia».
Nicola Cesare con la casacca giallorossa e il cuore biancoazzurro, nonostante tutto.
«Nicola Cesare ha il cuore molisano, ma anche sicuramente giallorosso perché sono presidente del Termoli con convinzione. Ma il mio cuore batte anche per Isernia  perché è la città dove ho vissuto. Il mio cuore è isernino, termolese e campobassano, allo stesso tempo. E lo dico non per lavarmi le mani o per non prendermi delle responsabilità. Mi sto preoccuppando, anche nel mio impegno politico, per lo sviluppo. Ecco perché partirà anche su Isernia il progetto delle scuole giovanili per i bambini nella speranza che anche i tifosi isernini imparino a contestare con educazione. Se in quel momento allo stadio ci fossero stati i miei figli, avrei voluto portali come faccio a Termoli, mi avrebbero sorridendo: “Papà perché ci trattano così, non hanno meglio da fare”. Sono sempre disponibile a qualsiasi ragionamento, ma lo ribadisco nella civiltà e nella buona educazione. E mi dispiace per la dirigenza biancoazzurra che non abbia preso posizione rispetto a questa cosa. Se fossi stato a aTermoli i tifosi avrebbero smesso subito di offendere in quel modo perché sanno che il loro presidente si sarebbe alzato e sarebbe andato via».
Cosa che mi pare di capire non è accaduta a Isernia con il presidente Monfreda.
«L’amico Monfreda e l’assessore Bucci mi sono stati vicini. Ma una cosa è la contestazione, altra cosa è uscire scortato dallo stadio della mia città. Mia mamma ancora vive a trecento metri dallo stadio, io vado ancora a correre attorno a quello stadio e farò grossi investimenti con gli amici a Isernia nel sociale e nel rapporto con i giovani. Ma nel pieno rispetto degli altri. Per ottanta minuti sono state pronunciate parole irripetibili, invece di fare il tifo per la squadra. Avrei anche tollerato la contestazione per una decina di minuti, ma non posso accettare che questo sia accaduto per quasi tutta la durata della partita».
Cesare, parliamo di politica. Questa sua adesione a Futuro e Libertà.
«La mia adesione al Fli è stata una scelta consapevole per il cambiamento. Non si può negare che c’è disagio economico e sociale nella nostra terra. Sono convinto che si debba ritornare a progettare, pensando alle cose da fare e a risolvere i problemi. Cosa che non si sta più facendo. Credo che Futuro e Libertà, un nuovo schieramento politico che si è collocato in una posizione centrale progettuale, sia la scelta giusta. Il mio è un impegno civico, un impegno sociale nella convinzione che la politica debba fare tutto questo e non dedicarsi all’esercizio del clientelismo».
E' un amico di Iorio oppure no.
«Sono amico di Michele Iorio e lo rispetto moltissimo. Lui lo sa. Negli ultimi mesi anch’io ho dovuto tirare le somme e mi sono accorto che oggettivamente ci vuole un cambiamento».
E il cambiamento qui si chiama Futuro e Libertà.
«Il cambiamento e anche e soprattutto Futuro e Libertà».
Con il candidato sindaco Raffaele Mauro.
«Con candidato sindaco Raffaele Mauro, una persona sera che abbiamo deciso di appoggiare. Raffaele si è presentato con la sua lista, la Farfall, Fli si è posto in una posizione più centrale. Lo sosteniamo perché è una persona seria e lontana dal clientelismo con cui abbiamo iniziato a ragionare di progetti e di sviluppo. E questi sono gli argomenti che mi interessano più di ogni altra cosa».
Se si dovesse andare ala ballottaggio, cosa molto probabile, cosa accadrà.
«Si andrà al ballottaggio, ma aspettiamo i risultati del prossimo sondaggio che farò nei prossimi giorni con la mia società. è difficile vincere al primo turno, in particolare considerando che c’è una disaffezione alla politica. Ci sono tanti candidati e bisogna chiedersi perché. Il trenta per cento di queste persone ci sono solo per motivi economici o perché non libere nella loro scelta. Dobbiamo riprendere a parlare di contenuti. Potrebbe essere anche Rosetta Iorio il nuovo sindaco di Isernia, così come il candidato del centrosinistra De Vivo, ma da loro sento parlare solo di cemento e di strade. La politica, lo ribadisco, credo che debba essere altro. Si deve parlare di progetti, di futuro, dei giovani e del lavoro».
I partiti non sono più amati più come prima.
«Sono d’accordo. Dobbiamo impegnarci tutto per un controllo più stretto sulla spesa pubblica, un controllo serio sulle spese dei partiti. La rappresentanza va espressa. I partiti sono necessari, la gente deve riprendere a partecipare non limitandosi solo a delegare, ma facendo politica in prima persona. Perché se un politico ruba vuol dire che è la politica che non funziona. Dobbiamo ripristinare delle regole che siano validi per tutti».
In caso di ballottaggio cosa farete.
«Non voglio rispondere a nome di Raffaele Mauro perché dovrà farlo lui anche in funzione della sua lista civica.  Lo faccio, però, per Futuro e Libertà che ha le idee molto chiare. Spero che uno dei due sia proprio Raffaele Mauro».
Fino alla fine Raffaele Mauro senta tentennamenti.
«Certo, fino alla fine».
Pino Cavuoti

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