giovedì 12 gennaio 2012

Congressi, il Pdl e la sindrone da tesseramento

Dal partito di plastica, leggasi Forza Italia, al partito delle tessere, si intenda Popolo della libertà. è indubbio che stia svanendo a vista d’occhio la struttura azienda creata da Silvio Berlusconi, per far spazio a quella più democratica attraverso la partecipazione diretta degli iscritti.

Il tesseramento è stato chiuso, in Molise sono stati in migliaia ad aderire al partito del presidente Iorio. E ora che i tempi sono meno lontani per i due congressi provinciali (il 28 gennaio a Isernia il 25 febbraio a Campobasso) si inizia a respirare aria di fibrillazione. Duemilancinquecento moduli sottoscritti nella provincia capoluogo di regione, milleduecento in quella pentra. E proprio in quest’ultima realtà territoriale si manifestano le prime avvisaglie del mal di tesseramento con le diverse anime del Pdl che si iniziano a contare e guardare in tono cagnesco. E non certo per le origini di provenienza (Forza Italia e Alleanza nazionale) ma per il numero delle tessere in possesso. Per gli amici che dovranno recarsi al seggio per indicare i successori di Luigi Mazzuto e Pierluigi Lepore. In questa corsa un forte peso è dato dagli assessori e dai consiglieri regionali che vorranno condizionare il Pdl con i propri uomini. Anche per iniziare a gurdare un po’ più su. Su quella poltrona attualmente è occupata dal senatore Ulisse Di Giacomo. E considerando che entro il 2013 ci saranno le elezioni parlamentari e, stante l’attuale sistema elettorale, continuerà a contare la posizione che si avrà nella lista di Camera e Senato... Beh, si può intuire come occupare i vertici del Popolo della libertà possono contare e anche molto. Anche se, democrazia partecipata a parte, qui continua ad avere in mano il bastone del comando un solo uomo. Si chiama Michele Angelo Iorio, che non sembra avere nessuna intenzione di cambiare le regole del gioco. Sindrome da tessera a parte di qualcuno, sarà sempre lui a muovere, a proprio piacimento, le pedine sulla scacchiera. 
Pino Cavuoti

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